Abbonarsi è un atto di fedeltà. Abbonarsi il giorno di una finale europea, con la mente e il cuore a Tirana, è un atto d'amore. Abbonarsi durante la finale è ancora di più: è un atto straordinario, irrazionale solo agli occhi di chi non è romanista.
Abbiamo chiesto a chi lo ha fatto di raccontarci la propria testimonianza.
Cara Roma,
La sera della finale l’ho vissuta in modo particolare. Avendo saputo il lunedì precedente di essere positivo al Covid, l’ho dovuta vedere da solo, invece che a casa di mio cognato assieme ad altri amici, così come avevo programmato di fare originariamente.
Ho esultato da solo al gol di Nicolò ed ero così felice che in quel momento ho preso il cellulare e ho deciso che quello era il momento giusto per abbonarmi.
E così ho fatto: un occhio alla Tv e un occhio allo smartphone, mi sono recato sul sito della AS Roma per sottoscrivere l’abbonamento con l’ansia che saliva.
"Un occhio alla Tv e un occhio allo smartphone: mi sono abbonato così, con le mani che tremavano"
Le mani tremavano dal nervosismo per quell’obiettivo che mano a mano che passava il tempo si faceva sempre più vicino.
Grazie Roma per avermi regalato questa gioia immensa. Non la dimenticherò mai.
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