Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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"Mi sono abbonato durante la finale perché..." | La storia di Fabio


Abbonarsi durante la finale di Conference League è un atto straordinario, irrazionale solo agli occhi di chi non è romanista

Abbonarsi è un atto di fedeltà. Abbonarsi il giorno di una finale europea, con la mente e il cuore a Tirana, è un atto d'amore. Abbonarsi durante la finale è ancora di più: è un atto straordinario, irrazionale solo agli occhi di chi non è romanista.

Abbiamo chiesto a chi lo ha fatto di raccontarci la propria testimonianza.


La lettera di Fabio Caselli

Cara Roma,

Sono stato abbonato per 37 anni consecutivi: dal 2005 con i miei due figli più grandi e prima ancora con mio padre. Lo scorso anno, per problemi tecnici e per il Covid non ho potuto rinnovare l’abbonamento.

Questo è stato un periodo estremamente frenetico, sia dal punto di vista lavorativo sia da quello familiare: spesso mi sono trovato fuori Roma, mio figlio è stato operato al legamento crociato e mia suocera alla schiena. Sono arrivato alla tanto agognata finale preso da un turbinio di impegni.

E in quel momento, quando ero finalmente concentrato solo sulla Nostra Roma, circondato dalla famiglia e dagli amici tutti colorati di giallorosso, in quel momento esatto abbiamo pensato, con la spinta di mia moglie che ben conosce i nostri sentimenti verso questa Squadra, che noi non eravamo i tifosi che aspettano una vittoria per dimostrare la fedeltà a questa maglia. Non lo abbiamo mai fatto.

E allora ci è sembrato giusto, dopo non essere riusciti a tornare in Sud, abbonarci nei primi minuti di quella finale che tanto avevamo sognato.

"Abbiamo pensato che noi non eravamo i tifosi che aspettano una vittoria per dimostrare la fedeltà a questa maglia"

Era già tanto il dolore per non essere a Tirana dopo aver visto tutte le finali della Roma - dal Liverpool all’Inter in Uefa passando per le Coppe Italia - che pensare di non esserci assicurati la possibilità di assistere automaticamente il prossimo anno a tutte le partite casalinghe sarebbe stato troppo.

Abbonarsi era un segno. E poco dopo abbiamo visto avverarsi un sogno, quella Coppa che da troppo tempo avevamo atteso.

Ora, l’altro mio figlio proverà in vendita libera a trovare un impossibile posto in Sud, in quella che è stata per decenni la nostra seconda casa.

Altrimenti si unirà a noi tre, pur sapendo tutti che non sempre potremo essere presenti a tutte le partite, ma con la tranquillità che, se saremo a Roma, saremo con la nostra famiglia allargata e non lasceremo sola la Nostra Roma. Mai sola mai.

Forza Magica Roma!