José Mourinho ha infatti trainato la Roma in fondo al torneo, in quella che sarà la terza finale di una competizione UEFA per il club – la prima nel XXI° secolo – dopo le due perse con Liverpool e Inter.
Dalla parte opposta però c’è un’avversaria che nella dimensione europea ha dimostrato di saperci stare a pieno titolo. Gli olandesi puntano infatti a sollevare il quarto trofeo europeo, dopo la Coppa dei Campioni nel 1969/70 e due Coppe UEFA – nel 1973/74 e nel 2001/02; tutte partite in cui la formazione di Rotterdam segnò almeno due gol.
L’unico precedente con il club olandese evoca ricordi positivi ai giallorossi, che passarono il turno negli ottavi di finale di Europa League nella stagione 2014/15: 1-1 all’Olimpico, 2-1 in trasferta.
Dopo otto anni però lo scontro si presenta intriso di altre dinamiche, e Abraham e compagni affronteranno un gruppo imbattuto nelle 12 partite di questa Conference League (8V, 4N) e che prima dell’ultimo match (0-0 contro il Marsiglia) aveva segnato almeno due reti in ognuno dei precedenti 10 nella competizione. Dati che confermano la mentalità iper offensiva della squadra di Slot.
Nella Conference League in corso, il Feyenoord, come la Roma, ha sempre approcciato la partita con grande intensità, cercando di non far ragionare gli avversari e di sbloccare il punteggio in poco tempo. Un’attitudine che ha portato i suoi frutti, ovvero 10 gol nei primi 30 minuti di gioco, il massimo tra tutte le squadre che hanno partecipato alla competizione (a 10 anche i giallorossi di Mou).
Gli olandesi però sono particolarmente prolifici anche nella ripresa, considerando che solo il Bodø/Glimt (16) vanta un bottino più ricco del loro (15) nel torneo in corso. E se la Roma è pericolosa sui calci piazzati – in particoalre dalla bandierina visto che i sei gol in seguito a corner sono almeno il doppio di quelli realizzati da qualsiasi altra formazione in questa Conference League.
Al contrario, il Feyenoord fa del campo aperto la sua arma più efficace. Ventisei dei 28 centri di Dessers e compagni nella competizione sono infatti arrivati su azione, il massimo tra tutte le partecipanti e la percentuale più alta tra le squadre con più di 12 reti all’attivo nel torneo (93%).
Alla Roma servirà una fase difensiva impeccabile, soprattutto perché, dei 15 gol che ha subito, 14 sono arrivati proprio in campo aperto (93%).
In una finale gli avversari sono tutti osservati speciali, ma i difensori della Roma avranno un compito difficile soprattutto nell’arginare Luis Sinisterra e Cyriel Dessers, che insieme hanno segnato più del 50% dei gol del Feyenoord in questa Conference League.
Sedici delle 28 reti della squadra, incluse le ultime sei, portano le firme del belga classe ’94 (10 totali nel torneo in corso, grazie ai quali comanda la classifica marcatori a più uno su Abraham) e del colombiano classe ’99 (sei all’attivo finora, alle spalle dell’attaccante giallorosso).
La coppia di Slot vanta anche un primato generale in Conference: sono infatti gli unici due giocatori in doppia cifra sommando gol e passaggi vincenti: 11 per Dessers (10 gol e un assist) e 10 per Sinisterra (sei + quattro). Il belga vanta infine il primato per conclusioni nello specchio (18) mentre il colombiano è terzo per tiri totali (28, alle spalle di Abraham a 33 e Openda a 29) e per dribbling riusciti (29, dietro solo a Zoubir a 39 e a Kehinde a 30). Veloci, sempre presenti nella manovra offensiva della squadra e soprattutto senza paura.
Quella del resto, nelle finali, non è mai la benvenuta.
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