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Quando Sergio Leone disse: "Sono romanista incallito"


Il Maestro lo rivelò al Messaggero il 30 maggio 1984. Il giorno di Roma-Liverpool, il quotidiano romano pubblicò una serie di contenuti per raccontare l'attesa della città. Tra questi, un forum con i Vip a firma di Aldo De Luca.

Non tutti erano romanisti. Sandra Milo per esempio spiegò di essere laziale: "C'è questa Roma che vince sempre e mi fa un po' rabbia, però tiferò per lei senz'altro. Spero ardentemente che vinciamo noi... poi voglio uscire, andare per le strade a far festa con questa fantastica città".

Qualcun altro confessò di non essere minimamente interessato alla finale di Coppa Campioni. L'ex sindaco di Roma e grande storico dell'arte Giulio Carlo Argan, per esempio.

Il giornalista chiamò poi Sergio Leone. "Ed ecco - scrive De Luca sul Messaggero - un altro tifoso sfegatato, il regista Sergio Leone, quello dei film western: Per me il Liverpool non esiste. Sono romanista incallito, con figli e moglie che impazziscono per il calcio... Mi auguro proprio che la Roma trionfi...".


La testimonianza di Ennio Morricone

Da un Maestro all'altro. Quando nel 2012 nacque la Hall of Fame dell'AS Roma, Ennio Morricone fu intervistato dal Club. Vi riportiamo questo stralcio: “Quando andavamo allo stadio con Sergio Leone ricordo sempre il delirio, il parcheggio, l’entusiasmo della folla ma anche le file”.


Non amava gli eccessi

Consolidata la verità storica sulla fede, è vero però che Sergio Leone non amava esibire la propria appartenenza. In un'intervista sempre del 1984 a "Roma Mia", periodico molto diffuso in ambiente giallorosso, disse: "Sono tifoso facendo finta di non esserlo. Io amo poco i tifosi sperticati. Preferisco gli sportivi, ragionano di più senza tirare in ballo la sfortuna, la perfezione propria contro la stupidità degli altri. Naturalmente ho la tessera e vado regolarmente all’Olimpico”.

Sergio Leone era romanista, ed era romano. Il Maestro è stato e sarà sempre un vanto di Roma e della Roma, che la propria città rappresenta.

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