Lui è stato uno dei quattro portieri della stagione 1996-97 insieme a Cervone, Di Magno e Sterchele. Annata non fortunata, Carlos Bianchi in panchina, culminata con una salvezza raggiunta nelle ultime giornate del campionato. Berti giocò tre partite contro Napoli, Perugia e Udinese, peraltro difendendo la porta nell’ultima partita di Liedholm sulla panchina giallorossa.
Poi, non restò e andò a giocare altrove. Incrociò la Roma tante volte nel corso della carriera, pure nel novembre del 2006 quando Francesco Totti lo trafisse con un sinistro al volo su assist di Cassetti. Gesto tecnico iconico, per il quale tutto Marassi si alzò in piedi per applaudirlo. “Come dimenticare…”.
Iniziamo dalla sua esperienza romanista.
“Anche se breve come parentesi, fu un orgoglio per me vestire questa maglia così prestigiosa e importante. In una società storica, con una tifoseria meravigliosa e calda. Ebbi anche modo di lavorare con il grande Liedholm per qualche mese. Fu una stagione complicata per la squadra, a livello personale comunque memorabile. Fu un coronamento per me, arrivai ai 30 anni”.
Peraltro, all’epoca, l’allenatore dei portieri era un certo Franco Tancredi.
“Con Franco ci sentiamo ancora oggi quando è possibile. Resta un professionista straordinario, ha fatto tanto per la Roma e per il calcio in generale. Ne parlo sempre volentieri, mi ha insegnato tanto come portiere, dandomi consigli”.
C’era anche Totti in quella Roma, lo stesso Francesco di dieci anni dopo che le fece quel gol lì, che tutti ricordano.
“E che tutti gli amici sempre mi ricordano, con foto o messaggi. Io dico sempre che quando giochi contro fuoriclasse di questo tipo, ci può stare di subire qualche giocata di quel tipo. Fa parte del calcio, è il gioco stesso del calcio. Quel giorno Francesco ha segnato uno dei gol più belli della sua vita, se non il più bello. Io ho avuto la fortuna di giocare con e contro Totti. Non mi posso lamentare di certo…”.
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Nel suo lungo girovagare c’è stato anche l’Empoli. In due momenti diversi: dal 1999 al 2003 e poi nel 2005-06.
“E pure da portiere dell’Empoli Totti qualche gol me l’ha fatto… Scherzi a parte, ancora oggi l’Empoli è una società modello, che merita solo applausi. Ha iniziato molto bene questo campionato, facendo tanti punti, lanciando ancora una volta diversi giovani molto interessanti”.
Se ne dovesse indicare uno di questi giovani? Ce ne sono diversi tra Ricci, Bajrami.
“Loro sono molto bravi. Ma se dovessi dirne uno, allora non ho dubbi e cito Mattia Viti. È un 2002, difensore centrale. Ha giocato già qualche partita, dimostrando grande personalità. Diventerà molto molto forte”.
La Roma guidata da Mourinho, invece, che impressione le ha fatto?
“È arrivato un tecnico con grandissima esperienza internazionale, che ha vinto ovunque. Da quello che ho visto, è una squadra con un ottimo potenziale tecnico. Può fare bene”.
Ha anche un nuovo portiere, Rui Patricio.
“Giocatore di enorme esperienza e personalità. Portiere molto forte. Senza dubbio tra i migliori interpreti di questo inizio di stagione. Non a caso Mourinho lo ha voluto fortemente. Gli serviva un uomo esperto per fare il portiere a Roma, in una piazza non semplicissima”.
Tra le caratteristiche del portiere portoghese, c’è quella di provare a bloccare sempre il pallone anche su interventi apparentemente difficile. Da ex portiere, l’ha notato anche lei questo aspetto?
“Sì. E si ricollega a quanto dicevo prima, del fatto della personalità. Solo chi ha grande temperamento si permette di osare su un gesto tecnico. E lui lo fa spesso proprio per questo motivo”.
Il suo futuro, invece?
“Non sono più dirigente della Carrarese da qualche tempo. Mi sto aggiornando guardando diverse partite, di tutte le categorie. Dalla C alla A. Oltre che lavoro, il calcio resta una passione prima di ogni cosa. Attendo che qualcuno si faccia vivo e mi prospetti un progetto interessante da sviluppare. Io ci sono”.
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