È stata anche la gara numero 283 della storia della Roma dal 1927 a concludersi per 2-1 tra campionato e altre competizioni, casa o trasferta.
Ma il boato, quello della vittoria, quello del 2-1 di El Shaarawy ieri sera, è roba esclusiva per lo stadio Olimpico a tinte giallorosse. Quasi nel silenzio, praticamente dal nulla, ascoltare quell’urlo fragoroso allo scadere della partita, quando tutti – o quasi – non ci speravano quasi più, è un’emozione che solo da queste parti si può vivere.
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Lo ha capito bene anche il tecnico portoghese, correndo verso la Sud alla quinta partita ufficiale da allenatore romanista (con altrettante vittorie). Un momento bello, sentito, che ricorderemo anche in futuro per tante ragioni. Non inedito, però. Ci sono stati altri episodi, altri boati, sempre verso la fine e sempre in partite terminate con il risultato di 2-1 per la Roma. All’Olimpico, ovviamente.
Ecco 5 vittorie per 2-1 ottenute allo scadere in casa.
Semifinale di ritorno di Coppa UEFA. Il risultato è fermo sull’1-1 e questo parziale porterebbe in finale la squadra danese. La Roma di Ottavio Bianchi è in forcing, sfiora ripetutamente la rete del nuovo vantaggio, ma un superbo portiere avversario, Peter Schmeichel, dice no più volte. Ma quasi allo scadere deve arrendersi al guizzo in area di Rudi Voeller, sfruttando un tiro rimpallato da Stefano Desideri. È gol, è tripudio generale. È finale, soprattutto.
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Una partita che nell’immaginario collettivo – non si capisce per quale ragione – è quella “della doppietta di Bartelt alla Fiorentina”. Mai vero. Il centravanti argentino è sì in protagonista della rimonta giallorossa – in inferiorità numerica, 9 contro 10 – ma è solo il giocatore che innesca le due reti.
La prima la segna Dimitri Alenitchev, raccogliendo proprio un assist al bacio di Bartelt. La seconda la realizza Francesco Totti ribadendo in rete un tentativo non riuscito dello stesso 9 ex Lanus. 2-1 Roma quando sembrava impossibile. Grazie a Bartelt, ma non ai gol di Bartelt.
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È il 31 gennaio 2010. Nonostante il Siena – ospite all’Olimpico – sia squadra in difficoltà e in lotta nella zona retrocessione, in questa occasione rende vita difficile ai giallorossi allenati da Ranieri. La Roma è in un buon momento, imbattuta da 12 partite e in serie positiva di vittorie da tre turni di fila.
Per battere la formazione toscana allenata da Malesani bisogna arrivare in fondo al match. Fino al minuto 88 il parziale è fermo sull’1-1, reti di Riise e Vergassola. Serve un acuto. E questo arriva, con due attori assolutamente non protagonisti. Cross di Pit, tacco di Okaka. Un altro episodio da antologia romanista.
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Un derby che vale la Champions, quello del 25 maggio 2015, penultima giornata di campionato. Se la Roma vince, è aritmeticamente in Champions League da seconda. Se la Lazio vince, si avvicina sensibilmente al traguardo. In caso di pareggio, il discorso è ben avviato per entrambe, ma da sistemare definitivamente nell’ultima giornata. Non una finale, ma quasi.
La Lazio di Pioli parte avanti nei favori del pronostico secondo gli esperti, nonostante sia preceduta in classifica proprio dai giallorossi. Iturbe fa il primo, Djordjevic pareggia. Ma la “x” non basta. Vince la Roma alla fine, con un colpo di testa di Mapou Yanga-Mbiwa sotto curva Sud. Vittoria, bella, significativa, che vuol dire Champions League.
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La Roma guidata da Luciano Spalletti trova difficoltà in questo quarto di finale di Coppa Italia. Si gioca in gara unica, contro il Cesena. La squadra romagnola è in Serie B, dunque il pronostico sembra in un’unica direzione. Di marca romanista. Ma la Roma trova difficoltà. Va in vantaggio con Dzeko, ma poi viene ripresa dal pareggio di Garritano.
Ci si avvia inevitabilmente verso i tempi supplementari. Fino a quando Kevin Strootman – al minuto 95 – non subisce fallo in area di rigore avversaria e l’arbitro Maresca fischia il penalty. Dal dischetto, Francesco Totti non sbaglia, portando la Roma in semifinale. Per il 10 è anche l’ultimo gol della carriera. Il numero 307.
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