Meno 3. Tre giorni ai 20 anni dal terzo scudetto della storia romanista e quinto appuntamento con le sette storie tra le tante che si trovano dentro al racconto della corsa tricolore fatto da “Mai Scudetto fu più meritato”, il libro ufficiale As Roma scritto da Daniele Giannini, edito da Newton Compton, disponibile dal 10 giugno in tutti gli As Roma Store, le librerie e gli store online.
Uno stop su un lancio di quaranta metri che ti arriva da dietro le spalle è roba complicata, roba per chi ha piedi buoni. Come lo è dribblare il portiere. Se poi le due cose le unisci, se metti insieme lo stop e il dribbling senza che tu abbia bisogno di disturbare più di una volta la palla, allora, per cercare gli unici capaci di fare una roba del genere, puoi prendere lo sterminato elenco dei calciatori professionisti e restringerlo a quattro o cinque nomi.
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Uno di questi si materializza al minuto 86 di Juventus-Brescia e ha il volto, il codino e soprattutto i piedi di Roberto Baggio, che si inventa questa cosa fantascientifica e contribuisce a mettere un altro mattoncino nella costruzione del palazzo dello scudetto romanista.
Tutto questo succede dentro allo Stadio Delle Alpi attorno alle 16:45 del 1° aprile 2001. Il più terribile scherzo che si potesse immaginare nei confronti della Juve. Recapitato pochi minuti dopo aver temuto di riceverne uno altrettanto fastidioso e decisamente inaspettato. Quello del Verona, che all’Olimpico va in vantaggio con un giovane Camoranesi.
Poi la Roma ribalta la partita in un lampo. Da 0-1 a 3-1. Abbastanza in fretta da potersi permettere di guardare le altre. Nello specifico la Juve, che nel frattempo al Delle Alpi sta vincendo solo 1-0 con il Brescia di Baggio. Possibile che ci scappi la sorpresa? E per mano di chi?
Poi Pirlo fa un lancio di 40 metri per Roberto Baggio. Il resto lo conosciamo. Stop e dribbling in un tocco solo. Gol, pareggio e Roma a più nove.
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