Meglio Maradona o meglio Pelé? Per raccontare Roma-Udinese, bisogna partire dalla domanda di sempre sui fenomeni del pallone e bisogna cominciare dal giorno dopo la partita. Da lunedì 11 dicembre 2000. Strano, ma neppure poi tanto. Quella sera, infatti, gli occhi del calcio sono tutti puntati sull’auditorium del Foro Italico per la consegna del premio al migliore calciatore del secolo. La sfida si restringe al più classico dei duelli tra Pelé e Maradona.
Alla fine i due rivali saranno entrambi presenti in sala. E con loro tutto il meglio del pallone di ogni epoca, che per questa occasione si riversa nella Capitale proprio a ridosso del giorno in cui la capolista Roma riceve all’Olimpico l’Udinese. In Tribuna Monte Mario c’è anche Franz Beckenbauer, ma soprattutto in campo c’è una Roma super che va in vantaggio con Batistuta. Poi al minuto 34 Cafu mette in mezzo un pallone molto arcuato, insolitamente ma volutamente lento.
È il ritardo necessario per confezionare l’appuntamento perfetto. Quello per il quale dall’altra parte dell’area arriva Francesco Totti, che non deve cambiare neppure passo ma solo, si fa per dire, trovare l’impatto al volo col suo sinistro. Ne viene fuori qualcosa di delicato come il primo bacio, di violento come un cazzotto d’incontro e di una precisione senza eguali. Le immagini televisive si concentrano sul campo, ma chi c’era giura di aver visto in tribuna Monte Mario Beckenbauer alzarsi in piedi ad applaudire. Perché sarà pure “il Kaiser Franz”, ma una cosa così è capace di sciogliere anche uno glaciale come lui.
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