Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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"Mai Scudetto fu più meritato": la Reggina e la Vespa di Dante


Mancano 6 giorni al 17 giugno 2001: continua il nostro viaggio nella stagione tricolore con gli aneddoti tratti dal libro "Mai Scudetto più meritato"

Meno 6. Sei giorni ai 20 anni dal terzo tricolore della nostra Storia e secondo appuntamento con le sette storie tra le tante che si trovano dentro al racconto della corsa tricolore fatto da “Mai Scudetto fu più meritato”, il libro ufficiale As Roma scritto da Daniele Giannini, edito da Newton Compton, disponibile dal 10 giugno in tutti gli AS Roma Store, le librerie e gli store online.

Il gol di Totti su rigore e quello di Montella a 20 minuti dalla fine sono le parentesi tonde che racchiudono il momentaneo pareggio di Bogdani ma, soprattutto, che contengono il senso della vittoria ottenuta dalla Roma sulla Reggina il 12 novembre 2000. Un successo simbolico perché lì, alla sesta giornata, i giallorossi ritrovano la vetta della classifica che non abbandoneranno più fino alla fine.

Simbolico ed altamente emozionante è anche quello che succede prima della sfida, con Totti che entra in campo e va depositare con cura un mazzo di fiori su una Vespa bianca parcheggiata lì, a due passi dalla Curva Sud. In tanti piangono, e per capire il motivo di tanta commozione bisogna tornare indietro di 40 anni, al 1960. Al giorno in cui dalla Curva Sud balza in campo un bandierone.

A sostenerlo c’è un ragazzo che corre, corre, corre. Nessuno lo riesce a fermare per tre interminabili ed esaltanti giri di campo. L’autore di quel gesto si chiama Dante Ghirighini e negli anni diventerà un simbolo della Curva. Soprattutto prima, ma anche dopo l’avvento del tifo organizzato.

Lui, la sua spontaneità, la sua Vespa con cui arrivava allo stadio e il discorso fatto con le giuste pause per dare spazio all’immancabile boato della folla: "Stamattina pioveva… ora c’è il sole…, c’è il sole per salutare la Roma… che è grande è bella… e che oggi vincerà".

E poi, a chiusura, il grido che è arrivato fino a oggi: "Daje Roma daje".

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