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Historic XI: 30 anni dalla settima Coppa Italia


La coppa alzata al cielo da Giuseppe Giannini, da capitano giallorosso, in una carriera – la sua – che ne avrebbe meritati almeno altri due di titoli.

Ogni riferimento alla Coppa UEFA 1991 e alla Coppa Italia 1993 è puramente voluto. Ma una vittoria non banale, quella della settima Coppa Italia della storia giallorossa. Genova, 9 giugno 1991. È il match di ritorno della finale della competizione nazionale. All’andata, allo stadio Olimpico, in un 30 maggio diverso rispetto a quello di sette anni prima, la squadra capitolina di Ottavio Bianchi si impone per 3-1 contro la Sampdoria di Boskov, fresca campione d’Italia.

In una giornata in cui Bruno Conti assiste alla partita dalla Curva Sud, dopo aver dato l’addio al calcio, la Roma acquisisce un buon vantaggio in vista della sfida del Ferraris. 3-1 è un buon margine, ma non lascia totalmente al riparo da sorprese, soprattutto se di fronte hai una squadra tricolore con giocatori del calibro di Vierchowod, Cerezo, Vialli, Mancini.

C’è da stare attenti, insomma, anche perché la prospettiva di un’accoppiata campionato e Coppa Italia stuzzica e non poco la formazione blucerchiata. Ma la Roma, per voce del bomber Rudi Voeller vuole vincere: “Almeno un titolo lo vogliamo conquistare, ce lo siamo messi in testa”.

E la Roma lo fa, vince. Spinta anche da una presenza imponente dei romanisti nel settore ospiti. Grazie anche al gol di Voeller su rigore che spiana la strada alla Roma verso la conquista definitiva del torneo. Alla fine dei novanta minuti è 1-1, il pareggio della Samp è un autogol di Aldair buono giusto per le statistiche e i tabellini.

Non sposta nulla. In una stagione costellata dalla scomparsa del presidente Viola, la Roma riesce comunque ad alzare la testa e a scrivere il suo nome nell’albo d’oro di una competizione. Anche se la proprietà del club è ora di Giuseppe Ciarrapico, la Coppa Italia viene alzata da Flora Viola ed è l’ultimo trofeo attribuibile alla gestione del marito Dino. Gestione che era iniziata nel 1980 proprio con una Coppa Italia vinta. Quella di undici anni prima fu alzata da Sergio Santarini, questa da Giuseppe Giannini. Capitani e bandiere.

Ecco la nostra formazione iniziale in Sampdoria-Roma 1-1

Giovanni Cervone: portierone nato a Brusciano, in Campania. Ha difeso la porta della Roma per otto stagioni. Non difettava certo per personalità e capacità tecniche, quando usciva alzava il ginocchio per intimorire gli avversari, a volte difettava per continuità. Ma è stato un degno successore di Franco Tancredi. 246 presenze tra il 1989 e il 1997.

Stefano Pellegrini: solo omonimo dell’altro Stefano Pellegrini, che segnò il primo gol della storia giallorossa in Coppa UEFA contro il Dunav Ruse nel 1975 e giocava come attaccante. Lui era difensore ed era il terzo di tre fratelli calciatori dopo Luca e Davide. Lui inizia l’azione che porta al gol di Voeller nella semifinale di ritorno di Coppa UEFA contro il Broendby. 71 presenze, 1 gol.

Amedeo Carboni: terzino sinistro di spinta, non impeccabile nella soluzione al cross dal fondo per gli attaccanti, però prezioso nelle due fasi. Nella stagione 1996-1997 è anche capitano designato della Roma dopo l’addio di Giannini. 230 presenze, 4 gol dal 1990 al 1997.

Aldair Nascimento Santos: tra i migliori difensori nella storia del calcio e, ovviamente, nella storia della Roma. Incedere dinoccolato, tecnica sopraffina, senso dell’anticipo spaziale. Un top player nella categoria dei centrali. 13 anni di appartenenza alla Roma. 436 partite, 20 gol.

Manuel Gerolin: centrocampista dinamico, disposto al sacrifico e alla versatilità, alla bisogna con il vizio del gol. Esempio: la doppietta in Coppa UEFA nell’andata degli ottavi di finale, nel 5-0 finale al Bordeaux. Sei stagioni in giallorosso, dal 1985 al 1991. 194 presenze, 9 gol.

Sebino Nela: l’unico giocatore della storia della Roma ad aver disputato due finali europee. Nel 1984 in Coppa dei Campioni con il Liverpool, nel 1991 con l’Inter. Ma, soprattutto, campione d’Italia nella Roma di Liedholm del 1982-83. Difensore arcigno, veloce e potente, iniziò da terzino e concluse la carriera da centrale. 397 presenze, 19 reti.

Stefano Desideri: centrocampista di forza, il numero 7 della Roma di inizio anni 90 nell’immaginario dei giovani tifosi, dotato di un gran tiro dalla distanza. Proprio da una sua conclusione dal limite, nasce il gol della vittoria nella sfida con il Broendby. Romano, uscì dal settore giovanile giallorosso. 190 presenze, 32 gol.

Fabrizio Di Mauro: mediano di qualità, numero 8 spesso sulle spalle, giocava spesso con delle fascette bianche sulle caviglie. Anche lui – come Desideri – espressione del vivaio romanista. 132 presenze, 9 gol. P.S. Peccato per la stagione 1993-94 passata alla Lazio.

Rudi Voeller: il “tedesco volante” sulle note della canzone “La notte vola” di Lorella Cuccarini. Il 9 dopo Roberto Pruzzo. Voeller trascinò la Roma in finale di Coppa UEFA nel 1991 dopo 10 reti in 12 partite disputate. E contribuì pure alla settima Coppa Italia nella storia del club segnando tra andata e ritono nella doppia finale con la Sampdoria. L’emblema della sua carriera, il gol. Nella Roma ne fece 68 complessivi in 198 gare ufficiali.

Giuseppe Giannini: capitano, in una parola. Leader (romano) designato dopo Agostino Di Bartolomei, “è un principe che ha preso sottobraccio la sua Roma” in più di un’occasione. Alza al cielo la Coppa italia del 1991, avrebbe potuto farlo anche nel 1993 se un palo non si fosse messo di mezzo in finale (dopo tre gol segnati da lui stesso su rigore, in finale col Torino). Così come nella sfortunata doppia finale con l’Inter di Coppa UEFA sempre del ’91. Il poster in camera di tanti giovani romanisti, anche quello di Francesco Totti. 437 partite, 75 gol.

Ruggiero Rizzitelli: “Ruggiero bomber vero”. “Rizzi-Rizzi go’”. Arrivato dal Cesena, in giallorosso ha conquistato la ribalta nazionale e scoperto l’amore per questi colori. Ancora oggi rivendica il suo essere tifoso con orgoglio. Diede una scossa decisiva ai compagni nella semifinale di ritorno di Coppa UEFA del 1991 con il Broendby, non solo per il gol segnato. Oggi casa sua a Cesena è una memorabilia romanista. 211 presenze, 55 gol.