Conquistata l’ottava vittoria consecutiva in campionato proprio contro i rossoblù, i giallorossi cercano in Toscana la nona. Non la sinfonia del “Ludovico Van”, ma altri tre punti. Si gioca Siena-Roma, venticinquesima giornata di Serie A. La squadra di casa di Luigi De Canio si dimostra subito ostica e difficile da superare.
Già all’andata aveva battuto i giallorossi all’Olimpico per 3-2, peraltro con i gol di tre ex biancocelesti Negro, Chiesa e Colonnese. Ma questa Roma del ritorno è diversa. Il 4-2-3-1 di stampo “spallettiano” è un sistema di gioco innovativo, che gli avversari difficilmente riescono a controllare e contenere. Con Totti centravanti, più esterni e centrocampisti in continuo movimento a non dare riferimenti. Non a caso vince da otto partite di fila.
Nel primo tempo i bianconeri sfiorano il gol in due occasioni. Prima Volpato coglie un palo su girata di prima intenzione, poi Chiesa sbaglia un rigore calciando alto facendosi ipnotizzare più dalle parole di scherno di Totti dietro di lui, che dai movimenti di Doni tra i pali. Nella ripresa un altro legno per il Siena, stavolta di Negro. L’uomo derby del dicembre 2000. E qui la Roma entra in scena.
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Minuto 25: De Rossi riceve palla da Chivu a trenta metri dalla porta avversaria. Il centrocampista cerca uno sguardo dal portiere dell’altra squadra, che è lontano – forse troppo – per essere battuto. È Fortin, l’estremo difensore. Daniele non fa calcoli strani, ci prova. Si coordina, lascia andare la gamba, il piede destro colpisce il pallone con il collo pieno. Sul punto giusto. La sfera si alza e prende immediatamente la direzione giusta. Due secondi. Due. Due secondi per arrivare in porta e lasciare Fortin senza soluzioni se non quella del volo disperato.
Due secondi per gridare al gol con tante “o” tra la “g” e la “l”. La giugulare che si gonfia. La vena che quasi scoppia. Un urlo pazzesco, un ossesso che trascina persino uno spettatore seduto sul divano. Le braccia che indicano la via e le gambe che conoscono la direzione. Una corsa che inizia da metà campo e culmina bruscamente sotto la vetrata dei tifosi della Roma in trasferta. Lì, dove c’è scritto “Brigata De Falchi”. Sono quattromila al seguito, anima più, anima meno.
La Roma è in vantaggio 1-0 e sta per ottenere il nono successo. Il timbro finale sulla vittoria lo mette Mancini con una sorta di pallonetto in contropiede nei minuti finali. Prima c’erano state Chievo, Treviso, Milan, Reggina, Udinese, Livorno, Parma, Cagliari. La nona è Siena. Dopo verranno Empoli e Lazio. Undici in totale.
A fine partita, De Rossi parlerà così: “Ho tirato da casa mia, praticamente. Segnare davanti a tutta questa gente è un’emozione unica, che mi resterà a vita dentro. Quando siamo usciti dall’albergo e ho visto tutti quei romanisti là fuori, sembrava di stare a Piazza Clodio”. All’Artemio Franchi, Siena 0, Roma 2.
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