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L'AS Roma piange la scomparsa di Bruno Nicolè


L'1 novembre 1964, infatti, fu lui, a 5 minuti dalla conclusione della finale disputata in casa del Torino, a raccogliere un passaggio di Giancarlo De Sisti e a realizzare il gol della vittoria. Una grande gioia per lui, che a fine partita scoppiò in un pianto liberatorio, una grande gioia per tutti i tifosi romanisti, che accorsero in migliaia alla stazione Termini per festeggiare il ritorno della squadra e l'eroe di quel successo. E pensare che Bruno Nicolè, scomparso ieri all'età di 79 anni, non avrebbe dovuto giocare in quella finale. Il 6 settembre, a Roma, era infortunato. La partita finì 0-0 e si giocò la ripetizione in casa del Torino. Le condizioni non perfette di Manfredini e Angelillo, però, convinsero l'allenatore Lorenzo a puntare su Bruno Nicolè, che era alla sua prima e unica stagione in giallorosso.

La società lo aveva acquistato dal Mantova, dove aveva giocato dopo le esperienze al Padova e alla Juventus. Concluse la sua annata in giallorosso con 21 presenze (13 in Serie A, 3 in Coppa Italia, 5 in Coppa delle Fiere) e 4 gol (2 in Serie A, 1 in Coppa delle Fiere e 1 in Coppa Italia). Segnò il gol decisivo anche in una inattesa vittoria della Roma in casa del Bologna campione d’Italia. Giocò poi nella Sampdoria e nell'Alessandria, chiuse la carriera a 27 anni, molto presto, per lui che ha sempre fatto tutto molto presto.

Era diventato poi professore di educazione fisica. Non a caso, il libro scritto su di lui dal figlio Bruno, s'intitola: "Ho amato lo sport e ho scelto il calcio, ho amato il calcio e ho scelto lo sport". E' citato anche nella strofa finale del celebre brano musicale "Che centrattacco!" del Quartetto Cetra, che si chiude con "...le foto di Levratto e Nicolè!". Nelle sue foto da romanista, vivrà sempre il ricordo di una grande gioia.