Serie A, Domenica, 5 MAG, 20:45 CEST
Stadio Olimpico
Roma
Juventus
Roma
Juventus
IT
  • EN
  • Home Notizie

    Florenzi: “Stiamo creando un gruppo in cui tutti sono importanti”


    “Si respira un’aria diversa, stiamo bene insieme”, ha dichiarato il capitano giallorosso nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Basaksehir. “Stiamo creando un gruppo in cui tutti sono importanti, dal primo all’ultimo. Tutti possono dare il proprio contributo per vincere una partita. Detto questo non voglio parlare dell’ano scorso, voglio parlare del presente e di quello che possiamo fare questa stagione. Possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni, partita dopo la partita, senza fare programmi per il futuro”.

    Quanto aiuta aver giocato tanto all’Olimpico in questo inizio di campionato?

    “Giocare in casa ha un altro sapore ma noi abbiamo un obiettivo comune: vogliamo essere noi stessi in casa e fuori e giocare il nostro calcio, a prescindere dall’avversario o dallo stadio in cui giochiamo. Questo è il nostro obiettivo comune per la stagione in corso. In casa, ovviamente, ci sentiamo più a nostro agio”.

    Tu e Pellegrini siete i romani di questa squadra: sentite il peso di questo aspetto?

    “Sentiamo la responsabilità, ma penso di parlare per tutti e due: abbiamo un grande senso di appartenenza verso questa Società e siamo molto orgogliosi e fieri di vestire questa maglia così importante. La responsabilità c’è e ce la prendiamo a tutti gli effetti. Speriamo di fare bene e di cercare di far capire ai nostri compagni cosa sono Roma e la Roma”.

    Fonseca ha scelto di non spingere con entrambi i terzini nella partita contro il Sassuolo: ti senti più al sicuro così?

    “Ci saranno partite in cui se il mister riterrà opportuno saremo su con tutti i terzini, ogni partita viene analizzata nei minimi dettagli. Nel caso del Sassuolo il mister ha ritenuto opportuno di far salire solo uno dei due terzini. In quel caso ha spinto più Alex rispetto a me, lasciando me più libero di impostare da dietro: era quello che avevamo provato e quello che per larga parte della partita si è visto. A prescindere da questo, penso che domenica avremmo potuto giocare con qualsiasi sistema di gioco, ho visto una squadra vera, umile, pronta a battagliare per il compagno, pronta ad aiutarlo sempre. Non a parole, ma con i fatti. Mi viene in mente la corsa che fa Justin e il fallo su Berardi. Ho molte cose in mente, se avremo questo piglio per tutte le partite ci sarà da divertirsi. Non dobbiamo fare l’errore che qui a Roma alle volte è stato fatto e cioè appagarsi. Penso sia il più grande errore che possiamo commettere e che io da capitano sento di dover evitare, per tutta la squadra. È uno degli obiettivi che ho in testa”.

    Come mai in questi anni la Roma è mancata nel mutuo soccorso e spesso c’è stato troppo appagamento dopo alcune vittorie?

    “Ci sono passato e l’ho anche vissuto, molte volte. Secondo me parte tutto dalla mentalità. Te la possono dare i giocatori, l’allenatore, la Società stessa. Tante volte siamo mancati sotto questo punto di vista e anche io in passato avrei potuto fare di più affinché questo non accadesse. Ma è il passato, ora pensiamo al presente e speriamo di fare le cose giuste. Non dobbiamo inventarci niente, serve solo una corsa in più per il compagno: cosa che in queste prime partite ho intravisto”.

    Ti senti pronto a giocare esterno alto di attacco?

    “Sono focalizzato sulla Roma, quello che serve per la Roma e quello che servirà quando lo richiederà il mister lo farò: darò il cento per cento e spero di dare il mio contributo per la squadra, che sia davanti, dietro, a destra o a sinistra, nessuna differenza”.

    Cosa pensi degli infortuni subiti finora dai tuoi compagni?

    “Non penso che solo la Roma abbia avuto gli infortuni finora, vero? Partiamo da questo assunto. Ci sono tanti fattori. Possono essere le tante partite, può essere lo stress, possono essere le sollecitazioni dei campi, sui quali sono stati presi provvedimenti. Sono stati spesi tanti soldi per rifare un campo. Anche la società pensava che il campo potesse influire sugli infortuni che l’anno scorso sono stati evidentemente troppi. Cerchiamo di ridurre al minimo, ma non c’è una sola causa”.

    Vuoi mandare un messaggio a Bouah, che si è infortunato con la Primavera?

    “Ho sentito anche Marco Tumminello, che stava con noi in Primavera, ma la storia di Devid ce l’ho più a cuore, perché fa il mio ruolo e ho vissuto tutto questo. Io l’ho saputo quando stava facendo la risonanza. Mi ci sono sentito la sera e i giorni a seguire. Deve essere forte mentalmente, non è facile rialzarsi: è semplice a dirsi ma poi nulla è facile. Deve circondarsi di persone giuste che gli vogliono bene e che quando vedono qualcosa. Ci sono persone più preparate di noi. È successo a me, per amore, per voler rientrare più velocemente posso aver lasciato qualcosa per strada. Gli ho detto di stare tranquillo e di vivere questa cosa come un altro piccolo ostacolo. Come gli ho detto, se ce l’ho fatta io con questo fisico può farcela anche lui molto facilmente”.

    Cosa può dare di diverso Alessandro Florenzi da Capitano dopo Totti e De Rossi?

    “Prima avevo degli esempi davanti a me, sono stati dei grandissimi esempi. Hanno dato tutto per la Roma, Francesco e Daniele, è la cosa che mi porto dietro di loro: mettere la Roma al primo posto. Il mio esempio voglio darlo in campo, prima di tutto bisogna essere leali e umili. L’umiltà per entrare in campo significa avere la determinazione e la cattiveria, caratteristiche giuste per poter vincere una partita. Non mollare mai, nemmeno dopo un quattro a zero, al novantesimo, anche se si perde non si molla, finché non fischia l’arbitro. Non c’è cosa più bella di uscire dal campo con la testa alta. Essere orgoglioso di quello che hai fatto in campo, uscire con la testa alta e dire “io ho dato il massimo”. Se hai dato il massimo tutti lo percepiscono, i giocatori, il mister, i tifosi. L’allenatore se vede la gente che lotta per novanta minuti può anche perdere la partita, ma saprà che non ha perso la battaglia. Io non voglio perdere la partita, voglio vincere la guerra e dare l’esempio. Ed è quello che passerà ai giovani che vorranno indossare questa maglia”.