Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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Totti: "Uniti siamo più forti"


Francesco Totti è intervenuto ai microfoni di Roma Radio per fare un bilancio dopo le prime tre giornate di campionato

Che ne pensi di questo momento?

“È un inizio di stagione un po’ particolare, ma sono solo tre partite e non puoi stare qui a dare la colpa a uno o all’altro. Il campionato ancora è lungo, bisogna essere realisti: la Juve fa un campionato a parte, è inutile nasconderlo, noi dobbiamo fare il nostro campionato con Milan, Inter, Napoli, Lazio; è un secondo campionato, perché per me la Juve è fuori concorso. La gente deve saperlo, le aspettative devono essere altre. È normale, poi, che vedendo quanto successo lo scorso anno, essendo arrivati in semifinale di Champions e tra le prime tre in campionato, cerchi sempre di migliorare, ma migliorare significherebbe finale di Champions e vincere il campionato. Tutti cercano di darsi questo obiettivo, però come ho detto prima la realtà è un’altra, ovvero che la Juve è fuori concorso e noi cerchiamo di arrivare tra il secondo e il quarto posto. Quello è l’obiettivo principale. Passare il turno di Champions, essere più uniti che mai, perché con l’unione si va lontano, accantonare tutte queste dicerie extra campo, extra Trigoria, e far parlare tutti gli altri. Noi dobbiamo essere uniti e non pensare a nient’altro”.

C’è unità tra l’allenatore, la società e la squadra?

“Come dicevo prima, le chiacchiere da bar, dei giornalisti, delle radio e tante altre, le dobbiamo lasciare fuori Trigoria, perché se le porti in casa succedono i problemi, ma la realtà dei fatti la sappiamo solo noi, quella è la cosa più importante. Il mister, posso metterci la mano sul fuoco, è uno dei più forti allenatori italiani, è giovane, ha grandi prospettive, ha grande carattere, non si fa influenzare da nessuno e penso che con il tempo dimostrerà il suo valore. Ma già l’ha dimostrato. Non solo a Sassuolo, con squadre più piccole, ma già lo scorso anno ha dimostrato di essere un allenatore da Roma. È normale che poi questa è una piazza particolare, una piazza che si aspetta grandi risultati, ha voglia di vincere, vuole vincere, ma tutti vogliamo vincere. Anche perché, come sentivo in giro, è tanto tempo che non si vince, ma mi sembra che neanche le altre squadre vincano. Mi sembra che qui vinca solo la Juve in Italia. Perciò siamo tutte uguali, siamo tutte nello stesso scempio. Perciò dobbiamo stare vicino al mister, noi società, i tifosi soprattutto, i tifosi sono la gran parte di spinta per fare bene durante le partite, sappiamo come i tifosi della Roma siano orgogliosi e pieni di amore nei confronti della squadra, senza di loro non possiamo andare da nessuna parte, perché è la realtà dei fatti. Perciò penso che insieme possiamo uscire da quello che potremmo chiamare tunnel, che per me non è un tunnel, perché dopo tre partite non puoi giudicare un’annata. Il mister sa come uscirne fuori e la squadra deve essere brava a seguire le sue idee e i suoi pensieri. E vedremo una Roma che abbiamo visto fino a due mesi fa essere grande sia in Italia sia in Europa”.

Hai portato i fazzoletti per Kluivert e Schick? Perché ho letto che piangono.

“Come dicevo prima, ho letto le interviste che hanno fatto, è normale che poi quando si va in Nazionale cerchino di tirare fuori le cose non dette. Loro sono ragazzi ed è giusto che vogliano dimostrare, vogliano giocare, vuol dire che hanno apprezzamento verso la Roma e verso se stessi. Ma chiunque vuole giocare, anche io a diciotto anni volevo sempre giocare, è normale. Anche perché se mi avessero fatto una domanda, se qualunque giornalista mi avesse chiesto se volevo essere titolare alla Roma, chi non gli direbbe sì. Ma intorno a quel “sì” ci gira un mondo. E lo mettono come gli pare a loro, estrapolano cose non dette. E dispiace, anche perché sono due ragazzi eccezionali, due ragazzi che hanno un grande futuro, su cui la Roma punta fortemente e sicuramente faranno vedere il loro valore. Sia Schick sia Kluivert sono due giocatori che hanno detto la stessa cosa che avrei detto io a diciotto anni, anche io avrò detto così sicuramente. Ma chiunque lo direbbe. Dispiace perché poi la gente legge e ascolta quello che scrivono, ma come ho detto prima la realtà dei fatti la sappiamo solo noi ed esternamente non dicono le cose reali. E questo dispiace. Purtroppo la gente va dietro a queste cose, non so se è normale o no, però poi si fa un’idea non giusta”.

In questo momento Monchi è sotto attacco: che ne pensi?

“Non sto qui a difendere Monchi, dico come la penso. Monchi sicuramente si sarà mosso assieme alla società in determinati modi, ha venduto grandi giocatori, ma ha comprato allo stesso tempo grandi giocatori. Giocatori giovani, giocatori con prospettive future, giocatori che possono già fare bene in questo momento, è una squadra forte, come dicevo prima da secondo/quarto posto, hai quattordici, quindici, sedici nazionali, quando in rosa su venticinque giocatori hai sedici nazionali vuol dire che hai una squadra di alto livello, perciò stare qui a giudicare Monchi, che è o un caprone o non è capace o ha sbagliato o ha fatto bene, è superfluo. Io penso che a fine anno si potrà tirare una riga, fare le valutazioni, giuste o sbagliate, se ha portato risultati va bene, se non ha portato risultati allora è giusto criticarlo, ma in questo momento, come abbiamo detto prima, a tre giornate dall’inizio del campionato non si puoi giudicare una persona per il suo lavoro. Anche perché se adesso inizi a vincere dieci partite di seguito diventa il più forte di tutti, il numero uno. Alti e bassi non fanno bene alla squadra, alla società e a nessun altro tifoso della Roma. Avere un equilibrio è la cosa più importante. Se perde dieci partite consecutive è un conto, ma così, con quattro punti in tre partite, tra le quali Milano, Torino, l’Atalanta: ci può stare. Ognuno spera di vincerle tutte, ma non è facile. Come dicevo prima solo una può vincerle tutte”.

Speriamo neanche loro…

“Certo, l’importante è che con questa cosa non si trovi un alibi. Non ci deve essere un alibi, la squadra è forte e deve lottare per vincere lo scudetto. Poi se c’è la possibilità o non c’è la possibilità è un altro discorso. Ancora deve iniziare la Champions, ancora deve iniziare la Coppa Italia, c’è tempo”.