Nel nostro nuovo speciale settimanale, chiediamo a un tifoso di usare la fantasia e di schierare una squadra di calcetto ideale composta con i giocatori della Roma. Il primo appuntamento con questa rubrica vede protagonista Bren, il responsabile del sito “ Chiesa di Totti”.
Per la porta scelgo Franco Tancredi, il portiere della Roma con più esperienza e con più trofei in bacheca. Oltre ad avere una dose notevole di agilità e abilità nelle parate, Tancredi ha avuto un’incredibile costanza, con 258 presenze consecutive tra il 1980 e il 1989. Tra i punti più alti della sua carriera ci sono lo Scudetto del 1982-83 e le quattro Coppe Italia.
In una squadra di calcetto serve comunque un difensore e non credo che la Roma ne abbia avuto uno più forte di Aldair. Il centrale brasiliano ha trascorso 13 anni nella Capitale, registrando oltre 400 presenze. Figura imponente del reparto arretrato, il brasiliano ha sfidato la tradizione nel suo ruolo, combinando la scaltrezza difensiva con una tecnica di alto livello e un’immensa dote nella fase di impostazione del gioco. Era, in sintesi, il difensore perfetto e il compagno di squadra ideale per tutti gli altri calciatori presenti in questa squadra di tutti i tempi.
Devo ammettere che è stato difficile scegliere tra Bruno e il suo ex compagno di squadra Agostino Di Bartolomei, ma i tanti anni alla Roma di Conti mi hanno fatto propendere per lui. In 18 stagioni nella Capitale, Bruno ha registrato oltre 400 presenze in tutte le competizioni, guidando la Roma alla vittoria dello Scudetto del 1983 e partecipando alla finale di Coppa dei Campioni del 1984 e a quella di Coppa UEFA del 1991, senza dimenticare le cinque Coppe Italia. Nonostante abbia segnato “solo” 47 gol in carriera, la sua creatività, intelligenza e la sua incredibile forma atletica lo hanno in assoluto uno dei migliori calciatori della storia giallorossa.
Il suo legame con la Roma non è paragonabile a quello di Totti ed è apprezzato da tutti come centrocampista fisico ed elegante: parliamo di Capitan Futuro, Daniele De Rossi. A prescindere dalla top five, qualcuno deve prendersi la briga di riconquistare la palla e darla agli attaccanti, qualcuno deve prendersi la responsabilità di fare un tackle decisivo e questo, per più di 500 presenze in circa 15 anni, è stato ed è il compito di Daniele De Rossi. Pochi calciatori nella storia sono riusciti a ottenere una combinazione di tenacia e tecnica come DDR. Le sue qualità, la sua intelligenza e il suo solido legame con la Roma lo rendono imprescindibile per questo team.
Che sia una top 5 o un una top 11, ogni classifica di tutti i tempi legata alla Roma deve iniziare con Francesco Totti, il più grande giocatore che abbia mai indossato la maglia giallorossa. Se mettessimo da parte la miriade di perle di cui è stato autore, i 300 gol, i cucchiai e i passaggi chirurgici, Totti meriterebbe comunque di far parte di questa squadra. Andando attraverso le sue due decadi sul rettangolo verde, il Capitano ha dimostrato un’abilità fuori dal comune nell’adattarsi ai continui cambiamenti tattici e ai diversi modi di giocare incontrati nel corso della sua carriera nel campionato italiano. Totti è stato il catalizzatore di ogni pallone e il realizzatore, è stato il giocatore perspicace e la pedina imprescindibile dell’attacco, guadagnato dozzine di elogi per sé e per la squadra. Basta fargliela arrivare e non c’è una cosa che questo uomo non sia in grado di fare con la palla ai piedi. Ogni dreamteam giallorosso senza di lui sarebbe una farsa e, per concludere, il campione d’Italia e campione del Mondo è nato e cresciuto a Roma.
Se sei l’allenatore, il risultato conta eccome. Non sono tanti quelli che possono eguagliare i risultati di Liedholm. Il centrocampista svedese, poi allenatore, si è seduto in quattro diverse occasioni sulla panchina della Roma, guidando i giallorossi alla vittoria dello Scudetto nel 1982-83, senza dimenticare le tre Coppe Italia (1980, 1981, 1984) e la finale di Coppa dei Campioni nel 1984. Le squadre di Liedholm erano determinate in difesa, solide a centrocampo e ciniche in attacco. Eguagliare la sua eredità è un compito arduo con il quale tutti gli allenatori della Roma hanno dovuto confrontarsi.
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