Per Daniele è alle porte la quindicesima stagione in giallorosso. Allo stesso modo del suo compagno e amico Francesco Totti, il numero 16 ha indossato da inizio carriera la maglia della sua squadra del cuore, dettaglio che però non ha mai interrotto il corteggiamento dei club esteri.
Nel 2013, dopo le voci dell’interesse del City, lo United fece un’offerta e per De Rossi arrivò il momento delle scelte.
“Nei momenti bui ho riflettuto molto sul mio futuro”, ha dichiarato De Rossi all’Herald Sun, quotidiano di Melbourne. “Ho passato delle estati a riflettere sul fatto che Roma, forse, non fosse l’ambiente giusto per me, pensando di dover cambiare. Ma quando mi trovai sul punto di decidere, feci una promessa a Rudi Garcia. Nell’estate in cui il mister arrivò da noi gli dissi che avevo intenzione di lasciare e lui mi rispose: ‘Io ti considero un grande calciatore e molto importante per la mia squadra. Diamoci una scadenza entro la quale mi dovrai far sapere se farai parte o meno del mio gruppo’. Come data fissammo la prima giornata di campionato, che era alla fine di agosto, poco prima del 1 settembre, giorno della chiusura del mercato estivo. L’offerta per partire arrivò appena dopo il primo match, ma io avevo fatto la mia promessa, avevo dato la mia parola e sono restato”.
Ma Daniele De Rossi si è mai pentito di questa scelta?
“Sono felice di poter restare alla Roma ancora per molti anni. Chi può dire come sarebbe la mia carriera lontano da Roma? Forse potrebbe essere peggiore e andare diversamente da quello che tutti quanti mi dicono: ‘Andando in Spagna, Inghilterra, Germania o in altri posti, potresti vincere tanto‘. Ma io credo che potrei anche non vincere nulla e fallire”.
“Altrove potrei non ricevere lo stesso amore dei miei tifosi. Sono felice di essere qui e di rappresentare qualcosa di importate per la Roma e per i suoi sostenitori. Non ho bisogno di stare a pensare “come sarebbe se…?”.
“Sono orgoglioso di quello che ho fatto finora e voglio concentrarmi per vincere: non è ancora finita e ho altri due anni, forse di più, da passare qui. E in questo periodo credo che potremmo vincere qualcosa”.
Per De Rossi la Roma è sempre stata nel cuore.
“Tifosi della Roma si nasce, è una cosa che erediti dalla famiglia. E io ho avuto anche la fortuna e la bravura di trasformare un sogno nel mio lavoro”.
“Per chi come me ha sempre avuto come sogno quello di diventare un calciatore della Roma, non è difficile restare a giocare con questa maglia”.
“Quando ero piccolo la domenica andavo a vedere le partite della Roma con i miei amici. Qualche volta provavamo a defilarci dalle nostre famiglie per andare in Curva, posto in cui la partita è più sentita, ma di solito chi gioca nelle giovanili ha un biglietto di tribuna e quindi andavamo a vederla lì. Dopo tre o quattro anni, diventai raccattapalle e per me quello fu il regalo che la Roma potesse farmi”.
“Passare dagli spalti al campo a guardare i miei idoli assieme ai grandi calciatori avversari era incredibile. In quel periodo c’era anche Francesco: era giovane ed era già un grande calciatore, mentre io stavo giusto iniziando la mia carriera da professionista”.
“Dopo poco sono diventato suo compagno di squadra. Inizialmente fu strano, perché era un calciatore che fino a poco tempo prima avevo solo la possibilità di ammirare da lontano: i miei amici, per esempio, avevano un suo poster in camera”.
“Poi da un giorno all’altro ti ritrovi ad allenarti con lui, a parlarci, a giocarci insieme e a scherzarci. Ho vissuto la stessa cosa con Batistuta. Venne a Roma e ci fece vincere lo Scudetto. In quel momento sono diventato suo compagno di squadra. La mattina mi allenavo con lui e il pomeriggio con la Primavera. Per me era strano, ma era fantastico.”
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