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Perché la Roma? 12 tifosi dagli Stati Uniti spiegano la loro ossessione

why roma

Da cosa nasce l’amore per la Roma in un ragazzo che vive dall’altra parte del mondo?

Dodici tifosi giallorossi dagli Stati Uniti provano a spiegarcelo nella sezione AS Roma del forum Big Soccer…

“La Roma non è solo una squadra, è una fede. Guardando le immagini sfocate delle partite trasmesse dalla Rai di domenica mattina alle 11, la magia della Roma ha invaso il nostro salone attraverso la TV”.

“Il ruggito dello stadio, il 12° uomo in campo e le esultanze sugli spalti hanno catturato la mia mente. Il giovane Francesco Totti è diventato il mio idolo, grazie alla sua magia sul campo, alla sua spavalderia e alla sua vitalità. La Roma è diventata la mia identità, la mia guida, mi ha dato un’ispirazione attraverso occhi giallorossi”.
Wayne Girard

“Avevo 6 anni quando come mio padre tifavo Italia. Nel periodo di Euro 2000 un giocatore mi ha colpito più di tutti e il suo nome era Francesco Totti. Lui è il motivo per cui mi sono innamorato della Roma e per mia fortuna, la squadra ha vinto lo Scudetto nel mio primo anno da tifoso. Ho vissuto in Libano e in Canada, ma mi sono sempre sentito come il 12° uomo, tifando dalla mia stanza con l’amore per la Roma che cresceva di stagione in stagione”.
TOTTI-G.O.A.T.

totti euro2000

“Nel 1989 mio cugino, che era nato e cresciuto a Roma, mi ha portato per a prima volta allo stadio contro l’Atalanta. Si giocava in uno stadio provvisorio (il Flaminio ndr) poiché l’Olimpico era in fase di rinnovamento per la Coppa del Mondo. Prima di allora tifavo Milan, ma onestamente ero più che altro un appassionato di calcio internazionale.

Mio cugino ha convinto i poliziotti a permettermi di portare la mia videocamera all’interno dello stadio: ero americano e alla mia prima partita della Roma, quindi hanno acconsentito.

Quando gli altri tifosi hanno visto che avevo una videocamera, cominciarono a chiedermi come avessi fatto a farla entrare e io e mio cugino lo abbiamo spiegato loro. La Roma vinse 4-1 e ogni volta che segnava un gol, le persone intorno a me avrebbero voluto stringermi, abbracciarmi, baciarmi, saltarmi addosso. Da allora sono diventato un tifoso della Roma!”
Java65

“Io e mia moglie abbiamo scelto Roma per la nostra luna di miele e siamo andati a vedere una partita all’Olimpico. La Roma affrontava l’Empoli e andò sotto di un gol. I tifosi cominciarono a scaldarsi e a protestare accendendo fumogeni. Eravamo sicuri che stessimo per morire e per avere il matrimonio più corto della storia. Ma un gol di Totti e due di Montella hanno assicurato una vittoria per 3-1 e la mia vita non è stata più la stessa. FORZA ROMA!”
Shoeless Man

“I miei primi ricordi legati al calcio risalgono a quando ero bambino durante i Mondiali del 1990. Mi regalarono una maglia della Germania che avrei voluto indossare quasi ovunque. Ho iniziato a seguire quella nazionale e venni molto colpito da un attaccante biondo chiamato Rudi Voeller, che giocava nella Roma.


L’esposizione mediatica della Serie A all’epoca era molto limitata con soli 45 minuti di highlights trasmessi tutti i mercoledì alle 22:00 ai tempi della scuola. Me la svignavo dalla stanza per guardarli ogni volta che potevo. Attorno a me, chiunque fosse interessato al calcio internazionale tifava Juventus oppure Milan, ma mi sono sempre piaciute le squadre sfavorite e la Roma aveva qualcosa di speciale, nonostante negli anni ’90 non stesse passando uno dei migliori periodi della sua storia.

Successivamente, tra scuola e vita in generale ero piuttosto impegnato ma il mio interesse per la Roma si è rinvigorito quando Capello è stato ingaggiato come allenatore e successivamente quando è stato acquistato un altro mio idolo da bambino: Batistuta. È coinciso con il periodo in cui ebbi accesso a internet potendo avere dunque costanti aggiornamenti sul calcio, in particolare su quello italiano.

Fui subito conquistato. Il mio interesse divenne tifo e poco dopo ossessione e dipendenza. Saltavo la scuola per vedere le partite della Roma in un locale che era a mezz’ora da dove vivevo. Il fatto che abbiamo vinto il campionato nel 2001 non ha aiutato. L’euforia nel seguire la Roma in quella stagione è stato qualcosa che non avevo mai provato nella mia vita, che in generale non è più stata la stessa da allora”.
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“È una passione nata in famiglia. Ho dei parenti originari di Roma, parte della mia famiglia ci vive ancora e sono tutti tifosi. Il mio regalo di compleanno da ragazzo era sempre una maglia della Roma oppure pantaloncini e calzettoni. Non potevo che diventare una tifoso romanista”.
Midfield General

“Ho ereditato l’amore per la Roma dalla mia famiglia. Ho iniziato la mia storia d’amore con la Roma assistendo alle partite con mio padre e i miei fratelli maggiori. Ero con mio padre e mio zio in Tribuna Monte Mario fino a quando avevo 13 anni. Poi sono passato in Curva Sud con i miei fratelli, i miei cugini e degli amici. Non erano sempre un buon esempio per me, ho assistito a diverse scaramucce con i tifosi avversari e mi sono anche ubriacato per la prima volta bevendo caffè Borghetti.

Ma mi sono innamorato subito di Agostino Di Bartolomei, della sua classe e della sua bravura nell’impostare il gioco. È lui la ragione per cui io sono romanista. Tutti avrebbero voluto imitare le sue mosse il lunedì mattina indossando la maglia numero 10. Mi ci è voluto un po’ per apprezzare Totti, ma il gol curano la diffidenza molto velocemente a Roma. Ho lasciato Roma a 16 anni, perdendomi lo Scudetto del 1982-83 per frequentare la scuola negli Stati Uniti e sono tornato in Italia a 26 anni.

È stato molto difficile seguire la Roma dagli Stati Uniti negli anni ’80, dato che vivevo da mio zio e avevamo bisogno del satellite per vedere le partite della domenica.

Dopo essermi laureato alla facoltà di medicina della Temple University tornai in Italia con mia moglie e con un lavoro da civile per il Dipartimento della Difesa USA. Ma ero ancora lontano da Roma, precisamente a Palermo, dunque potevo vedere la Roma da vicino solo quando giocava in casa dei rosanero quando questi erano in Serie A. Lavorando 80 ore a settimana ho perso anche la festa Scudetto del 2000-01!

Con il passare del tempo, le mie possibilità di viaggiare e vedere partite sono cresciute, per cui riuscivo ad assistere a 3-4 partite dal vivo all’anno e ancora oggi ci provo da papà di tre figli. Uno dei tre è ora “malato di Roma” così come lo definisce mia moglie, e guarda le partite con me quando può.

PS: sarò molto onesto, ho provato più volte a dimenticare la Roma e il calcio in generale. A volte ho anche pregato per essere liberato da questa “maledizione” in modo di non pensarci più e avere più pace. Ma così non è stato: ho realizzato che non sono nato per una vita pacifica”.
ASRomaUSA

agostino

“Allora, non alcuna connessione familiare o culturale con l’Italia o con la città di Roma, ma la cosa che mi ha guidato verso la Roma è stata la passione con cui tutti sono legati alla squadra e l’aria di dramma teatrale che accompagna la Roma dentro e fuori dal campo in tutte le partite.

Oltre ai tifosi, che sono sempre vigorosamente al fianco della squadra anche quando le cose non vanno bene, il modo in cui giocavano ragazzi come Totti, Panucci, Cafu, Batigol, Montella e Delvecchio, mi ha catturato. Il loro atteggiamento in campo mi ha fatto pensare che anche loro amassero tutto della Roma e che fossero loro stessi dei tifosi della squadra.

C’è inoltre il fatto che non si vive mai un momento di noia a essere un tifoso della Roma. Guardare una partita della Roma è come andare su un ottovolante di emozioni, una caratteristica tuttora associata al club. Per me, ogni partita della Roma è un teatro su misura per me”.
Quantum

“La mia connessione con l’AS Roma è iniziata nell’autunno del 2007 quando ero a Roma per studiare. Durante quei quattro mesi, Roma è stata la mia casa e mi sono sentito fortemente connesso alla città. Allora ero un tipico studente americano che preferiva baseball e football al calcio. Nonostante ciò, sapevo di voler visitare lo Stadio Olimpico prima di ripartire. Così andai a vedere una partita contro il Cagliari a dicembre. Camminando verso lo stadio, capivo che non sarebbe stata un’esperienza sportiva come le altre. Il pubblico era straordinario e la Roma vinse con due gol realizzati da Rodrigo Taddei. Dopo quella partita ero catturato. Ho iniziato a seguire la squadra regolarmente nel 2008-09 e ora il calcio è il mio sport preferito e la Roma è la mia squadra”.
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taddei

“La Roma è stata la prima grande squadra che abbia mai visto dal vivo. Eravamo in vacanza a Roma e mio padre mi comprò una maglia di Del Piero dato che era il mio giocatore preferito e saremmo andati all’Olimpico nella serata. Mi ritrovai lì con mio padre, in un paese straniero, in un grande stadio. I tifosi cominciarono a cantare e per la fine della partita ero convinto: la Roma era la mia squadra. Quindi mio padre dovette comprarmi una maglia di Montella il giorno dopo! Forza Giallorossi!”
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“Ho iniziato a seguire la Roma dopo la scomparsa di mio nonno. Era un grande tifoso ma non aveva mai condiviso questa passione con me dato che amavo il football americano. Quando se n’è andato ho trovato un sacco di biglietti della Roma tra i suoi ricordi. Mio nonno era il mondo per me, dunque decisi di scoprire cosa fosse la Roma e perché significasse così tanto per lui.

Mi sono immediatamente innamorato della squadra. Venti anni dopo il mio amore per la Roma è ancora in crescita e lo sto trasmettendo ai miei figli. La Roma sarà sempre l’ultimo regalo di mio nonno per me”.
Chaponga

“Quando avevo nove anni, mi stavo interessando al calcio, giocando per una squadra locale e guardando le partite di Serie A con mio padre che è italiano. Domenica 17 giugno 2001, seguendo la tipica routine, mi sono svegliato, ho sceso le scale per guardare qualsiasi partita venisse trasmessa insieme a mio padre. Quella partita però era diversa, lo notai anche se ero un bambino.

Ho visto lo stadio riempito al massimo della capacità e ognuno aveva una bandiera giallorossa. Non potevo neanche vedere i tifosi stessi per il numero di bandiere che sventolavano. Ho continuato a vedere la partita fino a quando, con cinque minuti ancora da giocare, ho visto quegli stessi tifosi invadere il campo abbracciando i giocatori, chiedendo le loro maglie, piangendo e ridendo dalla gioia.

A quel punto sapevo che qualcosa stava succedendo quindi mi sono girato verso mio padre e ho chiesto: ‘Papà, perché stanno esultando così? La partita non è nemmeno finita’. E mio padre rispose: ‘Questa squadra è la Roma, ha dei tifosi molto passionali, non vincono spesso il campionato, ma quando succede, significa tutto per loro’.

A quel punto mi sono innamorato e ho detto a me stesso che sarei diventato uno di quei tifosi e che un giorno sarei entrato in campo con loro. Piccola nota: mio padre è un tifoso dell’Inter, quindi non era di parte”.
Gianluca511

Scudetto