Ecco cosa ci ha raccontato il cileno su ognuno dei suoi dieci compagni di squadra che in quell'andata degli ottavi di Champions League partirono titolari insieme a lui...
“Un portiere che ha fatto degli anni fantastici a Roma e in quella stagione lì fece delle ottime prestazioni, sia in Serie A che in Champions League, saltando credo in tutto l’anno una sola gara tra campionato e coppa”.
“Un difensore di grande esperienza, abituato a giocare ad alti livelli che dava sicurezza al reparto anche col suo carisma. La sua carriera parla per lui, avendo giocato oltre alla Roma in grandi club come Milan, Real Madrid, Inter e Chelsea tra gli altri”
“In quegli anni lui era uno dei migliori centrali del campionato e tutti lo rispettavano. Lui da par suo in campo si faceva rispettare e in quell’anno ci aiutò in maniera decisiva a raggiungere gli obiettivi stagionali in campionato e nelle coppe con le sue prove in difesa”.
“Un centrale elegante, alla brasiliana, che sapeva uscire palla al piede da situazioni complicate in modo perfetto e con stile. Poi sapeva anche difendere la palla in maniera unica, un grande difensore”.
“La fascia destra la faceva dalla difesa fino all’area avversaria, dando quindi una mano con le sue folate anche ai compagni davanti: aveva ‘gamba’ come si dice in gergo. Quella stagione e quegli anni alla Roma furono credo i migliori della sua carriera, essendo un giocatore che sapeva interpretare al meglio il gioco di Spalletti”.
“Uno dei migliori centrocampisti d’Europa e del mondo, soprattutto in quegli anni. Non a caso arrivarono offerte importanti per lui che rifiutò per amore della Roma. Era il mio compagno di reparto, ci intendevamo a memoria e eravamo molto legati anche fuori dal campo e questo anche in gara aveva il suo effetto positivo”.
“Un giocatore che sapeva interpretare più ruoli e che, nonostante venisse dal Barcellona Campione d’Europa, era molto alla mano e si inserì subito con grande facilità nel gruppo grazie anche alla sua simpatia. In campo faceva la differenza anche lui, era un giocatore di qualità e di esperienza che ci aiutò molto in quegli anni”.
“Una persona vera, dentro e fuori il campo, che con la Roma in quella stagione e negli anni precedenti e successivi trovò il suo posto perfetto in campo. Non a caso in quella posizione trovatagli da Spalletti andò a vincere anche un Campionato del Mondo con l’Italia. Il suo ruolo era importante per noi, perché in quel modo davanti non davamo riferimenti agli avversari e tutti potevano arrivare al tiro”.
“L’anno del 2007-08 e quello precedente furono credo i suoi migliori anni in carriera, anche come maturità, in quanto si impose anche su un palcoscenico internazionale come la Champions League, segnando tante volte. Oltre quella sera con il Real non mi posso scordare soprattutto la straordinaria rete che fece l’anno prima al Lione. Era un esterno all’antica, con senso del gol, grande gamba e dotato tecnicamente”.
“Il Capitano è uno di quei giocatori che nascono ogni cent’anni per la qualità tecnica e la intelligenza calcistica. Un campione unico, che era un piacere vedere in campo e che ho avuto l’onore di avere come compagno di squadra. Una persona speciale anche fuori dal campo che in quegli anni, nel 4-2-3-1 di Spalletti riuscì a segnare una caterva di gol, vincendo non a caso nel 2007 anche la Scarpa d’Oro”.
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