Cristina Cubero, nota firma del quotidiano spagnolo Mundo Deportivo, ci racconta come il Real arriva alla sfida dell’Olimpico di stasera, svelandoci tra le altre cose quale è il giocatore chiave dello scacchiere di Zidane e quale giallorosso soffierebbe volentieri all’undici di Spalletti…
Siamo a Febbraio e la stagione si sta avviando alla fase cruciale: come giudichi questi primi 7 mesi del Real Madrid?
“La stagione è stata segnata dall’avvicendamento in panchina da Rafa Benitez a Zinedine Zidane: dopo i mesi problematici vissuti sotto la guida del primo, il Real ha trovato con il secondo dei nuovi stimoli. Il periodo di Rafa sulla panchina dei Blancos è stato infatti una sorta di inferno sin dall’inizio perché il tecnico non ha saputo rapportarsi nel migliore modo con i grandi campioni in squadra come Cristiano Ronaldo, Gareth Bale, Karim Benzema e via dicendo. Inoltre, nonostante sia cresciuto come allenatore nel settore giovanile del club e essendo stato assistente di tanti tecnici in prima squadra da giovane, Benitez non ha saputo capire e interpretare fino in fondo il senso di essere parte di un club così importante come il Real. Così il 4 gennaio 2016, dopo il 2-2 col Valencia è stato esonerato ed è arrivato Zidane, che non ha magari trasformato il gioco in maniera radicale rendendolo così tanto più spettacolare, ma ha dato sicuramente più motivazioni ai giocatori. Ora la squadra ha infatti più fiducia in se stessa e, anche se in Liga è ancora a 4 punti dalla vetta, come quando Benitez andò via, ha sicuramente un approccio più positivo alle partite. Si percepisce chiaramente che i giocatori e il pubblico del Real, che stravede per il nuovo tecnico, sono contenti del nuovo corso di Zidane, che finora ha comunque portato in campionato 5 vittorie e 1 pareggio, con 23 gol fatti e 5 subiti”.
Come si stanno integrando i nuovi acquisti di questa estate?
“A dire la verità i giocatori arrivati nell’ultima sessione di mercato, da Danilo e Casemiro, da Mateo Kovacic a Lucas Vasquez non stanno facendo la differenza e la gran parte di loro non sono molto impiegati. Questa squadra infatti dipende soprattutto dalla cosiddetta BBC, ossia dal trio Benzema-Bale-Ronaldo, e da Luka Modric, che è il cuore pulsante del gioco del Real, quello che sa interpretare al meglio le volontà di gioco di Zidane e sa indirizzare la squadra come vuole il tecnico francese. Il Real rimane al momento una squadra ‘irregolare’, nel senso che ha molti alti e bassi, anche dentro la stessa gara, ma allo stesso tempo rimane una compagine che ha nel DNA la voglia di vincere e tanti campioni che possono decidere ogni partita in qualsiasi momento”.
Chi è stato fino a questo momento il migliore giocatore del Real Madrid e perchè?
“Dico Karim Benzema perché è stato un giocatore che non solo ha realizzato tanti gol, ma che soprattutto ne ha fatti molti decisivi per mantenere il Real non troppo lontano dal Barcellona nella Liga. Finora l’attaccante francese ha infatti segnato la bellezza di 23 reti in 23 partite tra campionato e Champions League. Nonostante anche Ronaldo abbia finora fatto come sempre la differenza in attacco segnando ben 32 reti in 30 partite, io credo che al momento davanti alla porta sia più decisivo Benzema. Mi permetto poi di citare di nuovo come uomo chiave del momento, da quando c’è Zidane in panchina, Luka Modric, che sta interpretando al meglio le indicazioni del tecnico francese che ha affidato al croato le chiavi del gioco del Real: a tal proposito io credo che se la Roma saprà annullare la capacità di Modric di muovere la squadra avrà una opportunità in più di passare il turno”.
Quale è stata la migliore prestazione stagionale del Real Madrid e perché?
“Devo dire che finora il Real non ha ancora fatto una partita che si può definire immensa dal punto di vista della prestazione. Certamente ha ottenuto dei successi anche molto larghi sia in Champions League, su tutti l’8-0 in casa col Malmoe dell’8 dicembre scorso, sia in Liga, come il 10-2 al Rayo Vallecano con Benitez o i più recenti 5-0 al Deportivo La Coruna e il 6-0 all’Espanyol sotto la gestione Zidane. Tutti questi sono arrivati però contro avversari molto più deboli del Real, quindi se devo scegliere una gara dico la vittoria al Bernabeu contro il PSG nel girone di Champions League, quando un gol di Nacho diede la vittoria ai Blancos che battendo un rivale forte come i francesi hanno in qualche modo fatto valere che per la vittoria finale in Champions ci sono pure loro”.
Quale è invece stata la peggiore gara e cosa è andato particolarmente male in quella occasione?
“Sicuramente nel risultato e nella importanza anche a livello mentale la peggiore sconfitta dell’anno è stata quella subita il 21 novembre scorso al Bernabeu da parte del Barcellona nella Liga. Uno 0-4 senza storia, dove la doppietta di Suarez e i gol di Neymar e Iniesta hanno annichilito il Madrid, in una gara che ha forse sancito il definitivo distacco tra Benitez e il mondo del Real. Perdere in quella maniera eclatante in una gara così importante, dove si scontrano le due maggiori realtà del calcio spagnolo, ha fatto molto male anche a livello psicologico”.
Quale reparto del Real Madrid a tuo parere sta rendendo meglio e quale è un po’ sotto le aspettative?
“La difesa è il reparto in cui da diversi anni il Real ha più problemi, soprattutto sugli esterni. Sergio Ramos è un ottimo centrale e anche Varane si fa rispettare, ma è sulle fasce, soprattutto quando Marcelo è fuori per infortunio, che si fanno sentire i problemi per i Blancos. I numeri poi dicono che il miglior reparto è l’attacco, non fosse altro che per i 70 gol realizzati in Liga in 24 partite, che lo attestano come il migliore del campionato spagnolo. Anche in fase realizzativa, però, come accennato, cruciale è l’apporto dei centrocampisti come Modric che sono in grado di mettere in connessione i terminali offensivi con il resto della manovra. Quando questo collegamento viene un po’ meno, il Real è vulnerabile, in caso contrario davanti è una macchina da gol”.
Quale è la squadra che ti ha maggiormente impressionato dopo la prima fase a gironi di Champions League?
“Sicuramente il Barcellona, l’unica squadra imbattuta insieme al Real in CL, è la squadra che ha impressionato di più, finendo prima agevolmente nella fase a gironi. Io credo che i Blaugrana insieme al Bayern Monaco di Pep Guardiola siano le due squadre più accreditate per arrivare alla finale di Milano”.
Come giudichi la Roma e il recente cambio di allenatore?
“Io credo che la Roma sia una squadra che abbia grandi potenzialità perché ha giocatori di qualità. Personalmente spiace sempre quando avviene un cambio di allenatore nel corso della stagione, perché so che Roma è una piazza che vive per il calcio ed è quindi un peccato sapere che i tifosi abbiamo dovuto passare una stagione non facile finora. La scelta di Spalletti mi è comunque piaciuta perché lui è un ottimo allenatore che ha anima e genialità, oltre ad essere molto preparato tatticamente. Conosce inoltre bene l’ambiente e quindi credo che farà bene, come si è visto del resto dopo il suo inizio in campionato con le 4 vittorie consecutive. A prescindere dalla doppia sfida di Champions col Real credo che bisogna avere pazienza con Spalletti e non pretendere tutto e subito da lui perché con le sue qualità i risultati arriveranno”.
Quale è il giocatore della Roma che i tifosi del Real Madrid dovranno temere di più mercoledì sera?
“Io, come del resto anche Zidane da quel che ho sentito, ritengo che il Real debba temere il collettivo della Roma più che un singolo giocatore. Anzi, credo che nella sfida di mercoledì sera possa risultare decisivo uno di quei giocatori meno attesi, cioè non uno dei grandi nomi, ma una delle cosiddette seconde linee. Certo poi ho una personale adorazione per Totti, che secondo me, a prescindere dal momento attuale e dal fatto che giochi o meno, è stato uno dei giocatori più forti degli ultimi decenni. Come lui non ce ne saranno molti nel calcio in futuro”.
Se tu potessi scegliere un giocatore della Roma da aggiungere alla rosa del Real Madrid, quale prenderesti e perché?
“Dico Daniele De Rossi, perché ha lo spirito giusto per prevalere nel calcio europeo e in quello spagnolo. Lui ha carisma, intelligenza tattica e quella immaginazione del genio, che in un calcio come quello della Liga, dove si gioca a viso più aperto che in Italia, sarebbe ancora più valorizzata”.
Quale è il tuo pronostico per la gara di mercoledì?
“1-1, secco. Poi al ritorno si vedrà..”.