A quasi sei anni e mezzo da quel Roma-Juventus del 30 agosto 2009, le strade di Luciano Spalletti e della Roma si sono riunite giovedì scorso, quando è stato ufficializzato l’inizio della seconda avventura del tecnico toscano con il Club.
Nei giorni precedenti all’annuncio ufficiale, devo ammettere che era difficile per me nascondere la mia contentezza per la prospettiva di vedere il ritorno di Spalletti nel club giallorosso.
Per alcuni potrebbe risultare difficile ricordare i primi tempi di Spalletti su quella panchina, dopo tutto, cinque anni nel calcio sono un’eternità. Per me invece il ricordo di quel periodo è assolutamente vivo e prezioso.
La ri-assunzione di Spalletti rappresenta un affare incredibilmente scaltro e intelligente da parte del Presidente James Pallotta. Guardando indietro all’ultimo decennio, il primo regno di Spalletti potrebbe facilmente essere descritto come un “Rinascimento” nel quale la Roma ha vissuto il suo periodo più luminoso nella storia recente.
Spalletti porta in dote uno stuolo di qualità ed esperienza che ne fanno l’uomo perfetto per questo ruolo.
Uno degli aspetti più difficili nel calcio, sia per i calciatori che per gli allenatori, è l’ambientamento. Dall’imparare una nuova lingua al comprendere la cultura della squadra, questo è un aspetto di cui non c’è da preoccuparsi per quanto riguarda Luciano Spalletti.
Grazie ai quattro anni trascorsi nella Capitale, il tecnico toscano è ben consapevole dell’ambiente che troverà a Roma e conosce bene le aspettative dei tifosi e del Club.
Spalletti sarà immediatamente in grado di conquistare i calciatori e di trasmetter loro le sue direttive.
Ricordate lo stile del calcio di Spalletti? No? Vi consiglio di andare su YouTube prima della partita di domenica per ottenere un assaggio di ciò che vi attende.
Il suo calcio è sia bello esteticamente sia efficace, qualcosa che dovrebbe soddisfare i tifosi della Roma.
Un tema ricorrente dello stile di Spalletti è l’equilibrio. Nelle sue prime tre stagioni sulla panchina giallorossa, la Roma è arrivata nelle prime 5 posizioni sia per quanto riguarda i gol fatti che i gol subiti, evidenziando la sua abilità sia dal punto di vista offensivo che difensivo.
Inoltre Spalletti, è stato capace di accrescere e tirare fuori il talento nascosto di molti giocatori nella sua prima esperienza romana. Ora sono estremamente curioso di vedere cosa sarà in grado di fare con giovani dai grandi mezzi come Alessandro Florenzi, Antonio Rudiger e Lucas Digne.
Infine, forse l’aspetto più importante è che Spalletti sia un vero romanista.
Non ci fu alcuno strascico negativo quando lasciò la squadra nel 2009, piuttosto il contrario.
Anche durante la sua esperienza in Russia nello Zenit San Pietroburgo, Spalletti non ha mai nascosto il suo amore per la Roma, augurandosi sempre il meglio per i colori giallorossi.
Ora il tecnico è tornato nel suo club, per continuare da dove aveva lasciato, per terminare ciò che aveva iniziato. È proprio vero che certi amori non finiscono e io, per primo, non vedo l’ora di iniziare il secondo capitolo della storia d’amore tra Luciano Spalletti e l’AS Roma.
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