“La partita finisce 2-1 per noi: loro sono forti, fortissimi, ma noi pure”, ha dichiarato l’egiziano in un’intervista a La Stampa. “Abbiamo l’obbligo di puntare in alto: sarà una gara senza calcoli, entrambe le squadre giocheranno per vincere, non vedo il pari”.
L’esterno giallorosso, alla Roma da agosto 2014, non è nuovo allo Juventus Stadium. La scorsa stagione, infatti, con la maglia della Fiorentina segnò una doppietta in Coppa Italia che valse la vittoria per i viola della semifinale di andata.
“Fu un bel momento, una notte magica. Come va domani? Segno, esulto e vinco. Scherzo, mica posso pensare che vada sempre così bene (sorride, ndr)”.
Salah ha finora registrato 22 presenze in questa stagione segnando sei gol: “Ci basta una scintilla per ricominciare a vincere e pensare in grande. Il cammino è ancora lungo, non siamo ancora tagliati fuori da niente”.
Palla a Salah e il ritmo si alza.
“Il mio calcio è divertimento, passione e coraggio. No, nella mia testa non c’è spazio per gli 0-0”.
Cinque a quattro la sua partita perfetta?
“Sì, se i cinque gol sono nostri. Naturalmente bisogna stare attenti alla fase difensiva, altrimenti…”.
Altrimenti gli allenatori si arrabbiano?
“In Italia la tattica c’è e si sente: è un aspetto fondamentale, sto imparando molto. In Inghilterra no: là si gioca sempre e solo per vincere, non trovi mai squadre più deboli che rinunciano ad attaccare”.
Serie A e Premier: due culture sportive totalmente opposte.
“Qui mi trovo benissimo. In Italia vivete il calcio così visceralmente che mi ricorda il mio Egitto”.
Il suo calcio è anche e soprattutto velocità. Potrebbe sfidare Bolt…
“Corro, è vero. Mi piace, l’ho sempre fatto. Ma non c’è solo la corsa”.
Come mai ha scelto Roma e la Roma?
“Qui c’è passione, calore. E poi in Medioriente tutti conoscono il Club e Totti: quando ho firmato, i miei amici non smettevano un attimo di telefonarmi: “Momo salutaci il capitano…””.
L’Egitto, i primi calci, il deserto…
“È stata dura, molto. Giocavo su un piccolo terreno con attorno il deserto nel vero senso della parola. E poi quelle quattro, cinque ore di pullman per allenarmi quando ero più grande: sognavo il grande salto”.
Salto che è arrivato. Totti è al suo fianco, Zidane, l’altro suo idolo, lo troverà sulla panchina del Real Madrid nel duello di Champions.
“È davvero un sogno. Io nello spogliatoio con Totti e Zidane come avversario”.
Lei è musulmano e il suo impegno è anche nelle scuole per parlare di rispetto delle religioni e delle etnie…
“Il rispetto è la cosa più importante. È giusto che i giocatori lancino certi messaggi”.
L’Europa sembra andare in una direzione di chiusure e diffidenza alla luce degli ultimi, tragici fatti. E il sogno di tanti piccoli, piccolissimi Salah potrebbe sfumare.
“Questo è un aspetto che mi rattrista, quello che conta è l’individuo, non da dove vieni”.
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