Il centrocampista bosniaco, a tre giornate dalla fine del campionato, si ritiene soddisfatto delle prove offerte con il club giallorosso sottolineando come sia stata una annata prolifica dal punto di vista della sua crescita tecnica e mentale.
“Per me questo è stato un anno molto buono” ha detto Pjanic intervenendo a N1, canale televisivo dell’area balcanica. “Guardando le statistiche e le prestazioni, credo di essere migliorato e non solo sul piano del gioco: ho fatto un passo in avanti come calciatore”.
Miralem, descrivici la tua annata tua…
“Questa stagione ho iniziato bene e ho avuto un rendimento costante. Ovviamente credo che io possa ancora migliorare, ma al tempo stesso sono contento di non aver avuto infortuni gravi di aver giocato una stagione a buon livello. Come si dice, i frutti vengono con gli anni e anche io li sto raccogliendo stagione dopo stagione. Adesso posso gestire al meglio le mie capacita' durante tutto il campionato”.
Concentriamoci sulla squadra: come valuti l’anno della Roma?
“Con la squadra siamo partiti al meglio: avremmo voluto vincere lo Scudetto, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Speriamo però di farlo in futuro. Vincere è una impresa molto difficile con una Juventus che ha una squadra molto forte, anche se loro avevano iniziato malissimo e noi avevamo accumulato un buon margine su di loro. Poi purtroppo abbiamo avuto un vuoto di risultati a meta' stagione e la Juve ha così rimontato con una serie di vittorie incredibile ed è tornata in vetta. Ora proveremo sicuramente a finire almeno al secondo posto”.
Molti in Bosnia ti paragonano a Totti: siete paragonabili come stile di gioco?
“Noi non siamo lo stesso tipo di giocatore e poi è impossibile paragonarsi a Totti. Quello che ha fatto Totti con questo club si vede una volta sola nella vita. La sua storia è infatti fenomenale. E' nato e cresciuto qui, giocando con la stessa squadra per 23 anni. Per me è stato un mio onore essere per cinque anni un suo compagno di squadra: guardarlo in allenamento ogni giorno e vederlo giocare è fantastico. Provo ovviamente ad imparare da lui. Un' altra differenza e' che lui e' un attaccante ed io un centrocampista, non giochiamo nella stessa posizione. E' un grande amico e compagno di squadra”.
Altri due bosniaci, Dzeko e Zukanovic, ti hanno raggiunto qui a Roma questa stagione: quanto e' importante questo per te?
“Sono felice che loro sono qui con me in Italia. Anche se ognuno di noi ha la sua famiglia e le sue responsabilità, troviamo sempre tempo per vederci fuori dal campo”.
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