“Szczesny è un portiere completo”, ha dichiarato il numero 26 giallorosso. “Sa fare tutto quello che è richiesto ad un portiere moderno. Ha ventisei anni e nonostante abbia numerose partite ad altissimo livello, Wojciech ha soltanto la prospettiva di crescere e di migliorare in continuità e rendimento. È un portiere che sa fare bene tutto: le uscite alte, quelle basse, sa stare tra i pali, giocare bene con i piedi quindi non può fare altro che migliorare”.
Come Spalletti, anche il portiere della Roma conosce bene Udine, dove ha giocato dal 1999 al 2007 e in cinque di queste stagioni sulla panchina c’era proprio il tecnico toscano.
“Il mister è stato importante per la mia carriera. Lo è stato per me e per tutti i calciatori che facevano parte di quel ciclo di Udinese, molti dei quali poi si sono affermati, come Jankulovski, Pizarro, Iaquinta e lo stesso Di Natale che arrivò con lui. Spalletti ha fatto molto bene all’Udinese. All’epoca era già preparatissimo e determinato a fare un calcio spettacolare, gli è riuscito lì e nel proseguo della sua carriera”.
“Ha fatto un’esperienza all’estero, cosa che è capitata anche a me da calciatore. Adesso è molto più completo. In Russia si è confrontato in palcoscenici importanti ed è tornato migliorato. Roma, inoltre, è una piazza che conosceva già, della quale apprezza i pregi e conosce i difetti. È tornato ancor più carico di conoscenze, ma soprattutto consapevole di quello che è il ruolo dell’allenatore. Ovvero, vuole determinare gli atteggiamenti dei propri calciatori non solo da un punto di vista tecnico-tattico, ma anche dal punto di vista comportamentale”.
La Roma viene dalla sconfitta di Madrid, che ne ha sancito l’eliminazione dalla Champions League.
“Nelle due gare non siamo stati spietati come avremmo potuto e dovuto essere e quindi ci siamo ritrovati con due sconfitte. Poco interessa che siano state immeritate, come poi effettivamente sono state o comunque sproporzionate nel risultato, ma qui si fa un discorso, un processo di cambiamento molto più ampio, che oggi non si deve circoscrivere. Sono d’accordissimo con questo processo di cambiamento che lui vuole inculcare nelle teste di tutti e con le sue parole al termine del match. Sono le stesse cose che ci comunica da 50 giorni. Si sono verificate delle situazioni nei centottanta minuti contro il Real che avremmo potuto sfruttare che lui ci aveva anticipato, ci aveva messo in guardia…”.
Dieci partite al termine dal campionato, per provare a ottenere la qualificazione in Champions League anche per la stagione che verrà.
“Il cammino che abbiamo alle spalle, nelle ventotto partite precedenti ci obbliga a non sbagliare”, ha concluso De Sanctis. “Dobbiamo cercare di fare bottino pieno, come nelle ultime sette partite, e poi eventualmente sperare che le squadre che stanno davanti a noi possano rallentare. Può succedere, ma dobbiamo assolutamente essere concentrati su quello che deve essere il nostro lavoro, già da Udine dove non sarà facile. Hanno una rosa con tanti talenti, una squadra forte. Noi ci stiamo preoccupando di studiare quello che l’Udinese sa fare meglio per cercare di impedirglielo. Siamo noi a dover fare le cose bene per poter vincere la partita”.
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