Una delle prime maglie della Roma ad aver visto l’applicazione del Lupetto sul cuore. Viene utilizzata solo nella prima parte della stagione.
Probabilmente la maglia più lontana dalla tradizione e la più dirompente con le maniche bianche, ma certamente indimenticabile: un salto nella modernità. Progettata dal grafico Piero Gratton, il “padre” del Lupetto, era soprannominata “ghiacciolo” o “pappagallo” per via dei colori accesi.
La maglia del secondo Scudetto dei giallorossi. Il Lupetto era applicato sul lato destro del petto, bianco su sfondo circolare rosso, formato introdotto dalla stagione 1980-81 e che resterà in voga fino al 1990-91.
La maglia della finale di Coppa Campioni del 1984 contro il Liverpool. Per le regole dell’UEFA vigenti allora, i giallorossi dovevano scegliere un solo stemma tra il Lupetto e lo scudetto tricolore da esporre sulla divisa. Dino Viola scelse il Lupetto.
Nel 1995-96 il Lupetto oltre a essere sul cuore, appariva in formato grande, sfumato tono su tono sul fianco sinistro. Nella versione utilizzata in Coppa UEFA, il profilo del Lupetto appariva in maniera ancora più evidente, in bianco.
Nel 1998-99 lo scudo con la Lupa e il monogramma ASR era già tornato a essere lo stemma ufficiale, ma il Lupetto viene utilizzato come elemento ornamentale, ripetuto in serie lungo le maniche.
Una stagione dopo, il Lupetto viene utilizzato nuovamente come elemento grafico, questa volta in formato extra-large sulle spalle e sul fianco destro nei pantaloncini.
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