È una cifra tonda da celebrare, ma anche una notizia perché l’uomo di Certaldo è diventato il tecnico ad aver guidato più volte la squadra giallorossa in competizioni continentali.
Meglio di due “totem” come Fabio Capello e Nils Liedholm, rispettivamente con 48 e 35 presenze nelle coppe.
Ci mette poco “Lucio” a convincere la maggioranza dei tifosi e degli addetti ai lavori al suo arrivo nel 2005. La sua squadra fa parlare in giro per un sistema di gioco innovativo e spesso spettacolare. Un sistema che si rivela appropriato anche nelle competizioni internazionali.
La prima gara fuori dal circuito nazionale della Serie A è datata 15 settembre 2005. Il torneo è la Coppa UEFA, la gara Roma-Aris Salonicco allo stadio Olimpico. I capitolini si impongono 5-1 con gol di Aquilani, Panucci (doppietta), Montella e Totti. Il capitano segna in questa occasione la rete numero uno sotto la guida di Spalletti. È un pokerissimo da ricordare, è il debutto del toscano.
La prima sconfitta arriva poco meno di un paio di mesi dopo contro la Stella Rossa allenata da Zenga. Al Maracanà di Belgrado i biancorrossi si impongono 3-1 con doppio Zigic e Purovic, che ribaltano il momentaneo vantaggio di Nonda. Tuttavia, è un ko che non pregiudica il passaggio del turno. La Roma verrà eliminata negli ottavi di finale dal Middlesbrough in un doppio confronto non fortunato (0-1 in trasferta, 2-1 in casa). Ma si tratta solo di un arrivederci.
Nella stagione successiva la Roma è in Champions League dalla porta principale dopo le sentenze di “Calciopoli”. E l’esordio per Spalletti nella massima competizione continentale è da urlo. 4-0 allo Shakthar Donetsk grazie a Taddei, Totti, De Rossi e Pizarro. Il trofeo con le grandi orecchie sembra essere l’abito perfetto per Luciano, la squadra è a proprio agio nel palcoscenico arrivando tra le prime otto d’Europa eliminando agli ottavi il Lione di Cris, Abidal, Juninho, Malouda, Govou, Fred, Benzema, Wiltord. Uno squadrone sconfitto in casa propria, a Le Gerland con i sigilli di Totti e Mancini. Ai quarti l’avversario è il Manchester United di Alex Ferguson. E pure qui la Roma sembra prevalere. Sembra, però. La vittoria per 2-1 all’Olimpico non basta.
All’Old Trafford, lo United trova la partita perfetta e vince 7-1. Il passivo è enorme e difficile da metabolizzare. I “red devils” diventano così l’incubo della Roma di Spalletti. L’anno successivo – 2007-2008 – sono ancora i diavoli in maglia rossa a buttare fuori la Roma dalla Champions (sempre nei quarti di finale) vanificando un altro ottavo da sogno contro il Real Madrid, battuto con lo stesso risultato tra andata e ritorno, 2-1.
L’Inghilterra è indigesta pure nel 2009, stavolta con l’Arsenal a interrompere il cammino giallorosso negli ottavi di finale. Il sogno di giocare la finale a Roma, all’Olimpico, in casa, viene spazzato via dalla lotteria dei calci di rigore con gli errori decisivi dagli undici metri di Vucinic e Tonetto. È una partita drammatica, giocata buttando il cuore oltre l’ostacolo, con tanti calciatori al limite della condizione, ma non basta per passare il turno.
Pochi mesi dopo da questa delusione, si riparte dai preliminari di Europa League. Spalletti supera il turno in scioltezza contro Gent e Kosice arrivando alla fase a gironi, ma non la disputerà mai perché decide di dimettersi a fine agosto dopo la sconfitta interna in campionato contro la Juventus. Il filo si interrompe solo per qualche anno. Viene ripreso nel gennaio 2016, quando Rudi Garcia non riesce più a incidere sul gruppo.
Torna Spalletti, ma è troppo presto pure per lui per passare gli ottavi di finale di Champions contro il Real Madrid. “Però dobbiamo fare di più e meglio, queste sono scorciatoie importanti per diventare grandi. Nessuno si deve compiacere per aver limitato i danni”, è il perentorio messaggio dell’allenatore dopo il doppio confronto con le merengues. Il resto è storia recente e in parte dolorosa. Il ko nei preliminari di Champions con il Porto fa male, ma permette comunque l’accesso all’Europa League.
Due pareggi e una vittoria è il bilancio parziale dopo tre incroci con Viktoria Plzen, Astra Giurgiu e Austria Vienna. All’andata, proprio contro Fink, Spalletti è diventato il tecnico più presente nelle coppe europee con 49 panchine staccando Capello. All’Ernst-Happel Stadion ha fatto 50. 50 volte in Europa con la Roma.
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