Per Luciano Spalletti Edin Dzeko è il prototipo del centravanti ideale per il suo modo di vedere il calcio.
“Quando sono arrivato lo scorso anno ho detto a Dzeko che nella mia testa l’attaccante perfetto è fatto come lui” ha detto il tecnico giallorosso al portale bosniaco oslobodjenje.ba. “Poi certo, non facendolo giocare diverse volte la stagione passata, era difficile per lui crederlo. Ma io non dico bugie ai miei giocatori. E quando mi ha detto di voler rimanere per me è stato importante”.
Edin aveva sempre detto di voler rimanere…
“Sì, mi è sempre piaciuta la convinzione nel voler restare. Avendo a che fare con lui, parlandoci, si percepisce di avere a che fare con una persona vera, una persona per bene e seria. Mi fido di Edin”.
Lei ha quindi sempre creduto in lui?
“Se qualsiasi allenatore dovesse creare al computer un attaccante lo creerebbe come Edin. Poi è chiaro in qualcosa andrebbe migliorato, però lui è forte fisicamente, alto, veloce, tecnico, è perfetto. Deve migliorare un po’ nella ferocia sportiva perché lui ha le caratteristiche del lottatore, ma non sempre le usa. Deve saper riconoscere meglio alcuni momenti della partita e della vita, che sono due cose che si possono paragonare. La vita è infatti fatta di pochissimi momenti importanti e di molti altri meno decisivi: in quello importante ti devi far trovare pronto. Lo stesso vale per una partita di calcio”.
Conferma che tutti i suoi centrocampisti sono migliori di Pjanic?
“Tutti sono migliori di Pjanic, in questo momento qui anche i magazzinieri: io sono l’allenatore della Roma e per me chi sta qui è il migliore di tutti! Pjanic è un campione, ma fino a che starà in un’altra squadra per me saranno migliori i miei. È un grande giocatore, fantastico”.
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