Ride amaro, Kevin Strootman, per essere andato a segno facendo tremare la traversa e per aver dato un dispiacere al portiere avversario Storari, che urlava come un ossesso e sarà tornato a casa svociato. Quel gol sembrava l'acuto di Batistuta a Lecce nel 2000, 16 anni fa.
Le similitudini con quell'episodio non mancavano: l'argentino timbrò alla seconda giornata di campionato, in trasferta, in maglia bianca, persino dentro la stessa porta e con una carambola simile pure se da una posizione diversa. Un “dejà-vù”? Non oggi. Non questa volta. Non è il momento di celebrazioni, similitudini o allusioni. Maledizione.
Ride amaro, Kevin, per essere tornato al gol in campionato dopo 952 giorni, da un Roma-Livorno 3-0 del 18 gennaio 2004. Prima del terribile infortunio e dello stop che ha tenuto il centrocampista olandese lontano dai campi per tanto, troppo, tempo.
Ride amaro per quelli che dopo la sua rete avranno esclamato, postato, twittato, instagrammato: “Bentornato, Kevin”. Già, perché lui si sentiva tornato da tempo, finora ha giocato sempre dall'inizio. Insieme a Nainggolan era stato uno degli ultimi ad arrendersi contro il portoghesi, provandoci in ogni modo.
Al termine della disfatta Champions aveva dichiarato: “Si vince tutti e si perde tutti”. Vero, normale, naturale, giusto. A Cagliari non si è vinto, né perso. È finita 2-2. Riso amaro.
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