Vediamo allora quali sono gli aspetti per cui si può considerare l’attaccante bosniaco un’arma da aggiungere alla formazione giallorossa e un nuovo punto di riferimento.
Quello passato è stato un anno difficile per Dzeko. Ha dovuto spesso difendersi dai suoi detrattori e tentare di soddisfare le aspettative di tutti, tifosi della Roma e non. Eppure se si guarda ai numeri della scorsa stagione, l’aggettivo deludente non sembrerebbe affatto appropriato: 8 i gol messi a segno in serie A e 2 in Champions League; da aggiungere poi 6 assist totali effettuati per i compagni. Le statistiche non dicono certo tutto di un giocatore, ma in questo caso non permettono di escludere il centravanti giallorosso dai protagonisti del campionato appena trascorso.
Affidandosi ancora alla matematica, l’importanza di Edin Dzeko nelle prestazioni della Roma viene ribadita ulteriormente in questa primissima parte di stagione: per lui già una rete e l’assist per il ritorno al gol di Strootman contro il Cagliari. Insieme a Salah è inoltre il giocatore che ha tirato nello specchio della porta di più finora in tutta la serie A.
E mentre il campionato era in pausa il centravanti ha disputato una partita più che buona con la propria nazionale, mettendo a segno un rigore (che proprio lui si era guadagnato) e colpendo anche una traversa. Dzeko torna allora dalla Bosnia ribadendo il suo momento positivo.
Proprio la forma fisica è un ulteriore elemento di rottura rispetto al recente passato. Dzeko corre e tanto, sembrando molto più potente e reattivo, probabilmente anche grazie alla preparazione estiva effettuata interamente con la squadra.
Nella gara d’andata con il Porto aveva fatto vedere di poter reggere da solo il reparto offensivo, mantenendo la squadra alta malgrado l’uomo in meno. Contro l’Udinese non solo ha segnato ma si è procurato anche il primo rigore della stagione.
Il cambiamento più evidente in Edin è però quello mentale. Dimostra fiducia in se stesso e più ancora ne ispira a chi lo vede muoversi in campo. Partecipa alla manovra offensiva con continuità, ma aiuta in difesa quando serve, rivelando un innato spirito di sacrificio, che poi è quello che Spalletti richiede a tutti i suoi attaccanti. D’altronde proprio il mister aveva lasciato intendere quanto quest’anno sapesse già di poter contare su di lui, definendolo il vero centravanti della squadra.
Entra in campo con una consapevolezza diversa, con una grinta maggiore, prendendosi anche più responsabilità. Nelle due gare in cui la prestazione corale della formazione giallorossa non è stata proprio soddisfacente, il ritorno dei preliminari e la gara a Cagliari, Dzeko in alcuni momenti ha comunque mostrato un atteggiamento positivo.
Il fatto che lui stesso abbia recentemente dichiarato di stare bene, di sentirsi finalmente in forma, la dice lunga su quanto lavoro abbia fatto, sotto più punti di vista, e di quanta voglia abbia di dimostrare a pieno il suo valore indiscusso.
Buoni propositi e segnali positivi ci sono già. Le occasioni per ribadire quanto detto certo verranno. La prima sarà proprio domenica, contro i blucerchiati, ai quali Dzeko non ha ancora segnato mai. Ma c’è sempre una prima volta.
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