Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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La conferenza di Luciano Spalletti in vista di Crotone-Roma

La conferenza di Luciano Spalletti in vista di Crotone-Roma

Le parole del tecnico giallorosso alla vigilia della sfida contro la formazione calabrese

“Florenzi prosegue il lavoro. Totti ha avuto un problema intestinale stanotte, è venuto stamane ed è tornato subito a casa a causa dell’influenza”.

Il ritorno di Salah può cambiare qualcosa: si può tornare alla difesa a quattro?

“Quella possibilità c’era ugualmente, anche con lui, ma dipende sempre dalla partita, dall’avversario. Poter cambiare è sempre un vantaggio. Avere i punti di riferimento fissi è utile, ma poter usare la qualità e l’intelligenza dei calciatori per poter modificare delle cose in corsa è ottimale, anche se non è semplicissimo”.

Si è visto un Crotone buono per un'ora contro la Juventus: domani sarò una gara più difficile rispetto a quello che si pensa?

“Con il Crotone non ha avuto vita dura solo la Juve. Ci sono molte squadre che poi hanno sbloccato il risultato all’ultimo, per esempio il Milan in casa. Nicola è lì a fare il suo mestiere, è un tecnico che lavora bene e si vede dai messaggi giusti che manda alla squadra, che ha tenuto viva finora nonostante la classifica. Bisognerà essere una squadra forte, che conosce la sua strada. Che non va a pensare solo alla forza dell’avversario, che sa cosa deve mettere in campo per vincere la partita. Se noi perdiamo contro il Crotone, dobbiamo pensare che hanno fatto risultato Napoli e Juve. I nostri avversari hanno tutti le maglie azzurre e bianconere, sono quelli che ci sono davanti. Qualsiasi punto perso per strada lo abbiamo perso verso di loro e non solo verso i nostri avversari”.

Febbraio è un mese decisivo: come sta la squadra?

“La squadra è in condizione, come ha fatto vedere nell’ultima partita. Molti dei calciatori ritrovati ci permettono dei cambi e quindi riusciremo a mantenere lo stesso livello di rendimento pur dovendo cambiare squadra in qualche occasione. Abbiamo un numero di calciatori di grande qualità”.

Che effetto le hanno fatto le parole di Nainggolan?

“È semplice, da un punto di vista mio so quello che succede e quali sono le insidie alle quali andiamo incontro. È evidente che quello che lui fa sul campo, dove non toglie mai la gamba, è sotto gli occhi di tutti. Voi lo conoscete bene, è un bravissimo ragazzo. La sua 'garra' va sempre di pari passo con la sua lealtà e correttezza. Non bisogna giudicare due stupidaggini dette a due persone fuori dal bar, che si sono rivelati due sciacalli. Con quel video si vuol fare apparire una faccia del ragazzo che non è leale. A me rimane quella faccia lì di Nainggolan, quella del campo, non quella che è uscita da quel video. Noi non siamo un’accozzaglia di calciatori buttati in un luogo. Noi siamo una squadra che ha uno spirito comune in cui ognuno prende qualcosa da quello che ci sta accanto. A noi interessa solo la partita di domani”.

Qual è il suo obiettivo minimo per restare qui?

“Il mio obiettivo è quello di lavorare al massimo, trasferire la mia ossessione ai calciatori. Di conseguenza c’è anche la voglia di vincere, possibilmente. Per far questo bisogna iniziare a mandare i messaggi forti. Io devo meritare la Roma, non devo pensare a firmare il contratto. Questo è un posto magnifico, abbiamo una grande possibilità. Questo ambiente va preservato, non è malfamato. È da curare come i giardini in cui ci sono i fiorellini, manteniamolo così questo posto. Dobbiamo essere un marchio, la lupa pronta a sbranare qualsiasi pallone. Questo è un obiettivo comune di tutti i giorni, è quello che ci interessa più di ogni altra cosa”.

In questa settimana le polemiche che ci sono state rischiano di destabilizzare la corsa al vertice?

“Capitano tutte le settimane, ci siamo abituati. Possono sempre succedere. Non so se tolgono l’attenzione. Io so quelli che debbono essere i nostri obiettivi, la nostra disponibilità a guardare la nostra classifica. Le altre cose non mi interessano. C’è una stampa che deve essere attenta a metterlo in evidenza. Ma dobbiamo stare attenti a dare rilevanza alle cose importanti. Le letture in un episodio come quello di Radja possono essere totalmente diverse. Dipende dalla volontà del singolo”.

Il Derby di notte che occasione sarà per voi?

“È una fiducia che non dobbiamo disperdere. È una fiducia che ci danno. Dobbiamo comportarci bene allo stadio e fare le cose corrette per farci venire sempre più gente, per rendere gli stadi spettacolari. Certi segnali vanno recepiti in maniera corretta. Il clima di tensione che c’è fuori si ripercuote anche sui calciatori. Bisogna vedere cosa succede nei paesi in cui sono più bravi e imparare da loro: è semplice”.

Lei parlò di creare uno stile Roma: a che punto è questo iter?

“Io sono contento quando vedo le cose che sono qui. C’è gente a lavorare fino a tardi. Non comando su niente, ma controllo il più possibile il modo di lavorare attorno a questa squadra e l’atteggiamento è corretto. C’è un presidente che crea sempre cose nuove utili a migliorare ad andare avanti. Ci sono tante persone che lavorano in maniera seria. Il dietro le quinte è di qualità. È giusto dare loro importanza, così come ai nostri ragazzi, che sono cresciuti. Noi siamo sempre abituati a Totti perché non ne abbiamo trovato uno uguale ma dobbiamo lavorare per trovarne più di uno. Dzeko è vicino ad essere uno pari al suo lavoro, lo stesso vale per Strootman, De Rossi c’è, Fazio è una persona bellissima, Rudiger nonostante sia giovane è attaccato ai colori e mette tutta la sua forza per vincere. Sono tutti segnali positivi. Se mi chiedessero se volessi cambiare i miei calciatori con quelli di altre squadre, io risponderei di no. Il livello è alto e non si scende di un centimetro. Dobbiamo solo migliorare la mentalità, su cui lavoriamo tutti i giorni”.