Wayne Girard, tifoso AS Roma: “Quando si parla della Roma, almeno a livello europeo, credo non esista una città in cui allenare sia così stressante, a causa della tifoseria in generale. Siamo una delle città più importanti d’Europa, tuttavia il successo del club non va di pari passo, quindi il popolo giallorosso è sempre “affamato”. Poi c’è il fattore Juventus e quello che i bianconeri significano per i nostri tifosi. C’era bisogno di un allenatore che sapesse gestire al meglio la pressione”.
Mauro Baldissoni, Direttore Generale AS Roma: “A metà stagione non hai tutte le opzioni che vorresti avere. Quasi tutti i migliori allenatori sono già alla guida di altre squadre, quindi abbiamo valutato altre opzioni per la fine della stagione, ma questo avrebbe potuto significare rimanere con Garcia.
Questo è stato il motivo per il quale abbiamo dovuto pensarci con attenzione per il resto della stagione, oppure sostituire Garcia con qualcuno che ci avrebbe portato fino a giugno ma senza continuare in futuro. Il rischio di farlo avrebbe mandato un brutto messaggio alla squadra, come se la stagione fosse già finita e noi orientati alla pianificazione del futuro, invece che concentrati sulla stagione corrente lavorando giorno per giorno.
A quel punto, la scelta di Spalletti era quasi naturale perché era certamente la migliore opzione disponibile. Lui ha avuto un’esperienza a Roma di grande successo: conosceva alcuni giocatori, il club, l’ambiente e il calcio italiano. Era la persona con le migliori chance di essere efficace sin dal primo giorno e anche per le stagioni future. Questo è il motivo per cui abbiamo scelto Luciano.”
Jim Pallotta, Presidente della Roma: “Ho parlato molto con persone che conosco e rispetto: ex allenatori e professionisti attualmente impegnati che sarebbero venuti volentieri a Roma, ma dopo aver parlato con Luciano, e averlo incontrato a Miami, ho capito che era lui la persona che stavamo cercando. Aveva già vissuto un’esperienza a Roma e fortunatamente è molto preparato dal punto di vista tattico, strategico e psicologico”.
Antonio Rudiger, difensore AS Roma: “Quando era certo che sarebbe arrivato, ho chiesto ad altri giocatori cosa pensassero di Spalletti e ho fatto alcune domande all’interno della mia agenzia e mi hanno detto tutti che Spalletti era un personaggio unico. E a ragione – è sempre in piedi per novanta minuti e urla, urla, urla! Grazie a lui sono migliorato molto in fase difensiva e in fase di costruzione quindi, per quanto mi riguarda, mi ha aiutato davvero molto”.
Simone Conte, Roma TV: "Quando ho letto il nome di Spalletti sui giornali il primo pensiero che ho avuto è stato questo: “Come ero io quando Luciano si trovava sulla panchina alla sua prima avventura alla Roma?”. Ho realizzato che non ero molto addentrato nei meccanismi del calcio all’epoca, mentre oggi ho subito pensato agli schemi, alla tattica, a quali giocatori potevano arrivare per far rendere al massimo il suo gioco".
Luciano Spalletti, Roma TV: "Ho capito che sarei tornato alla Roma solo quando mi hanno chiamato. Ero con la mia famiglia, in particolare con i miei figli. A me stimolava come idea, ma loro erano molto entusiasti: sono grandi romanisti, come me. Ne abbiamo parlato. Mi piaceva la squadra, mi piaceva il fatto che mi avessero ricercato e mi dispiaceva vedere la Roma non al massimo"
Simone Conte, Roma TV: "Emotivamente è come se il tuo zio preferito delle cene di Natale, dopo una lunga assenza, tornasse dopo tanti anni. E ti chiedi “chissà se zio è sempre lo stesso”, ma quando ti siedi a tavola scopri che zio è sempre quello che ti ricordavi e non cambiato per niente".
Tommaso Guccione, tifoso AS Roma: "Spalletti per me è stata la scelta giusta, perché conosceva già l’ambiente, perché è un allenatore molto carismatico ed perché è inoltre l’ultimo ad aver portato dei trofei a Roma. Oltre a queste cose, personalmente uno dei miei personali ricordi più belli da tifoso giallorosso è legato a lui, ossia la vittoria al Bernabeu con il Real nel 2008: avevo 7 anni all’epoca e quella notte la porto nel cuore".
Alessandro Spartà, Roma TV: "Dopo le prime due partite di Spalletti ho iniziato subito a vedere la sua mano. Cercavamo tutti di capire chi potesse essere il nuovo Perrotta nel suo secondo corso giallorosso e lui lo individuò in Nainggolan, che era fondamentale per le capacità di aggredire l’avversario: fu una scelta sorprendente. Ho la sensazione che Spalletti seconda maniera sia più pragmatico, un allenatore più attento di prima agli equilibri".
"Qui le persone mi hanno fatto sentire importante e io non mi dimenticherò mai di questo dettaglio. Per questo sono tornato”.
- Luciano Spalletti
Wayne Girard: “Spalletti è quasi un padre per i giocatori, ha un rapporto molto naturale. Sono stato davvero contento del suo arrivo. È un allenatore molto versatile – prima era in Russia dove ha vinto anche un paio di trofei. A volte il modulo rispecchia quello della sua prima avventura in giallorosso, ma è evidente come sia cambiata la tattica, per via dei giocatori che ha ora a disposizione. Sono molto fiducioso”.
Jim Pallotta: “Dopo la gara con la Juventus, difficile da affrontare visto il poco tempo a disposizione, ci sono state 17 partite senza sconfitte, davvero notevole. Questo ci ha consentito di tornare in corsa. Credo che salutare Garcia fosse una decisione più semplice di quanto si possa pensare perché avevo visto in che direzione stava andando la squadra”.
Mauro Baldissoni: "Quella con Pallotta e Spalletti a Miami è stata una conversazione interessante ed emozionante. Luciano era molto contento di avere l’opportunità di tornare. Aveva avuto precedentemente un’esperienza molto positiva a Roma in termini di risultati, che purtroppo si concluse con degli aspetti negativi e amari e dovette lasciare prima della fine della stagione.
Si sentiva di dover completare un lavoro e pertanto era molto motivato ed emozionato di avere la possibilità di tornare. Lui ci spiegò tutte queste cose e quanto era motivato. Inoltre, dato che a lui piace farlo, spiegò la tipologia di accorgimenti tattici che stava per introdurre e alcuni miglioramenti da apportare alla squadra che riteneva necessari. Inoltre, è stata una conversazione molto intensa riguardo agli elementi tattici del suo calcio e in generale molto proficua.”
Jim Pallotta: “È stata la passione, il modo in cui parlava di strategia, di tattica, e di come allenava i giocatori. Durante gli allenamenti, prima, non si parlava praticamente mai di strategia e tattica. Magari in altri paesi non è poi così importante ma in Italia…”.
David Rossi, Roma Radio: "Luciano Spalletti ci ha permesso subito di osservare i suoi allenamenti, si è notata immediatamente la sua abilità di cambiare la squadra in ogni suo singolo reparto. Interrompeva la seduta per modificare la difesa, il centrocampo, l’attacco".
Wayne Girard: “Quando c’è entusiasmo e la squadra fa un passo avanti, i tifosi ne fanno due. Sono sempre al fianco della squadra, magari non allo stadio, ma sicuramente nei media e in città. Quando c’è entusiasmo, è davvero alle stelle. Ma è anche vero che quando succede il contrario, cioè quando la squadra va male, sembra che il mondo stia per finire. Come se affondasse il Titanic ogni volta che la squadra perde una partita”.
Mauro Baldissoni: "L’impatto è stato tremendo. Come ho detto prima, lui ha avuto il vantaggio di conoscere il club, l’ambiente e alcuni giocatori, quindi ha potuto trovare immediatamente gli elementi giusti da cambiare. Prima di tutto, ha cambiato la mentalità dei giocatori restituendogli la fiducia che stavano perdendo. Inoltre, anche gli aspetti tattici e tecnici che voleva introdurre considerando che lui è uno dei migliori allenatori nel mondo. L’impatto è stato fenomenale, sottolineo principalmente l’effetto sulla mentalità e sulla consapevolezza dei giocatori. C’era bisogno di recuperarli e lui lo ha fatto molto rapidamente.”
John Solano, tifoso della Roma: “Nella sua prima esperienza alla Roma, Spalletti non aveva mai avuto il talento che invece aveva a disposizione Garcia. Spalletti doveva contare su giocatori più a buon mercato – prestiti gratuiti, veterani arrivati a prezzi convenienti. Non giocava con una schiera di giovani talentuosi e promettenti.
“Tatticamente Spalletti è una spanna sopra a Garcia, quindi il suo “nuovo” arrivo ha portato certamente speranza. Credo che nessuno abbia messo in discussione il suo valore quando se n’è andato la prima volta. Penso fosse il momento giusto per prendersi una pausa, una boccata di aria fresca. Quando è tornato, nessuno metteva in dubbio le sue capacità e con Spalletti è tornata anche la fiducia”.
Antonio Rudiger: “Con Spalletti sono migliorato molto, anche se non mi piace fare paragoni tra gli allenatori. Ogni allenatore ha i suoi pregi e i suoi difetti e quello che posso dire di Luciano e Rudi è che sono due allenatori molto noti e apprezzati in tutta Europa”.
Simone Conte: "Ricordo ancora la partita contro il Real Madrid. Abbiamo perso in entrambe le sfide, che ci hanno lasciato quell’amaro in bocca simile a Juve-Roma di qualche giorno fa. Ci siamo sentiti in grado di poter competere in Europa, ottenendo una sconfitta comunque dignitosa. Ero lì, a Madrid, durante la sfida di ritorno: eravamo tutti soddisfatti in sala stampa, ma lui parte con un discorso, era nero e ha detto a tutti i media “ne abbiamo presi due all’andata e due al ritorno, zitti e a casa”. Ci ha praticamente detto “io sono venuto qui a Roma per vincere, non sono qui solo per giocarmela”. Quello è uno scatto di mentalità importante che ci ha fatto capire il vero motivo del suo ritorno".