In vista della sfida dell’Olimpico tra Roma e Torino, Lorenzo Censi è andato a mettere a confronto i due portieri Szczesny e Hart, entrambi giocatori di alto livello e con tanta esperienza in campo internazionale, che hanno finora collezionato 24 e 22 presenze in questo campionato.
Rivali per anni sui campi di Premier League, si sono ritrovati in Italia a settembre e si incontreranno nuovamente domenica alle ore 18. Wojciech Szczesny e Joe Hart sono al secondo incontro stagionale: allo Stadio Olimpico c'è Roma-Torino.
È figlio dell'ex portiere polacco Maciej, recordman per aver vinto almeno una volta il titolo nazionale con quattro squadre diverse (Legia Varsavia, Widzew Lodz, Polonia Varsavia e Wisla Cracovia). E visto che buon sangue non mente, Wojciech sceglie di seguire le orme del padre. Nato a Varsavia il 18 aprile del 1990, cresce nelle giovanili del Legia Varsavia: l'allenatore dei portieri resta impressionato dalla sua abilità tra i pali e lo invita ad allenarsi con la prima squadra, a soli 15 anni. L'Arsenal lo preleva nella stagione 2006/07, aggregandolo alla sua squadra riserve nel 2008.
Nel frattempo colleziona diverse presenze con la maglia delle rappresentative Under 20 e Under 21 della Polonia. Una frattura a entrambi gli avambracci però lo costringe a 5 mesi di stop. Recupera e debutta coi Gunners, nel 2009, in Football League Cup, trovando la stima di Wenger: "Ha un grande futuro, credo che diventerà il nostro numero uno". Detto, fatto: dopo una stagione al Brentford torna all'Arsenal, scavalcando nei gradi di titolarità Fabianski e Almunia. 5 stagioni ad altissimo livello in Premier League - la migliore è la 2013/14, con 16 partite senza subire gol - in cui vince due coppe d'Inghilterra e una Community Shield. Anche in Nazionale dice la sua: 27 presenze e 19 gol subiti, tra il 2009 e il 2016. L'arrivo dal Chelsea di Petr Cech lo costringe però a cambiare aria e a lasciare Londra. Aria giallorossa. 34 gol subiti in 34 partite nella stagione scorsa, con Morgan De Sanctis nel ruolo di vice.
Cresciuto nella squadra della sua città, lo Shewsbury Town, Joe Hart si trasferisce al Manchester City nel 2006. Inizialmente è il terzo portiere alle spalle di Isaksson e Weaver: entrambi si infortunano e l'esordio arriva quasi per caso ad ottobre, contro lo Sheffield United. Ma servono due anni di apprendistato con il Tranmere e il Blackpool per tornare a difendere la porta dei Citizens. È la stagione 2007/08 e Sven Goran Eriksson lo promuove titolare: "Hart è uno dei migliori talenti del calcio inglese". La prima convocazione nell'Inghilterra sembra il preludio verso una carriera in discesa ma c'è ancora bisogno di un anno lontano da Manchester, visto che l'arrivo di Shay Given lo spinge al Birmingham City. Al termine del campionato fa ritorno all'Etihad Stadium per volontà del nuovo allenatore Roberto Mancini.
Il ritorno a Manchester è di fuoco: contro il Tottenham, alla prima giornata di Premier League, para di tutto e contribuisce allo 0-0 finale. Il primo di una lunga serie di cleen sheets - 18 stagionali - che gli valgono il Golden Glove Award (Guanto d'oro) in Inghilterra. A Manchester, con Edin Dzeko come compagno di squadra, fa incetta di titoli: 2 Campionati, una Coppa d'Inghilterra, una Community Shield e 2 Coppe di Lega. Più travagliato il suo rapporto con la Nazionale: ai Mondiali 2010 viene convocato senza mai giocare, ad Euro 2012 difende da titolare la porta dei Tre Leoni ma viene sconfitto ai rigori dall'Italia. Ai Mondiali del 2014 l'Inghilterra termina ultima in un girone incredibile, che vede soccombere anche l'Italia. Ma la vera delusione è lo scorso Europeo in Francia: dopo alcune prestazioni non trascendentali Hart sbaglia clamorosamente nella partita degli ottavi contro l'Islanda e la nazionale di Hodgson torna a casa. Bersagliato dai media inglesi, viene considerato tra i principali artefici della fallimentare eliminazione. Al ritorno in patria Guardiola gli comunica che non rientra nei suoi piani tecnici e Hart è costretto a fare le valigie, direzione Torino, per diventare il primo portiere inglese nella storia della Serie A a girone unico.
24 partite e 21 gol subiti in stagione per Szczesny: con 11 cleen sheets è il migliore in Serie A, sopra al suo connazionale Skorupski (10). Il rendimento di Joe Hart, con 32 reti subite in 22 incontri, è più altalenante. Probabilmente anche lui, con il numero uno giallorosso, ha dovuto fare i conti con qualche problema linguistico alla sua prima stagione in Italia. Entrambi sono in prestito e restano di proprietà delle squadre di appartenenza, Arsenal per Szczesny e Manchester City per Hart. A fine stagione si tireranno le somme, per ora testa tra i pali.
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