“Bolletino medico. Nura e Lobont proseguono la riabilitazione. Florenzi lunedì ha ricominciato a correre linearmente, siamo a sette settimane dall’intervento e quindi nei tempi previsti, nelle prossime settimane aumenterà i carichi di lavoro: di volta in volta verranno valutate le risposte del ragazzo. Paredes è due o tre giorni che corre in campo, però ogni volta che esce la caviglia gli dà fastidio. Oggi riproviamo a farlo scendere in campo ma è difficile che sia a disposizione per domani. Manolas ha un infortunio muscolare alla coscia destra. Totti, Nainggolan e De Rossi sono da valutare nell’allenamento odierno”.
Come ha visto il gruppo dopo la sconfitta di Torino?
“Il gruppo ha reagito benissimo, nel senso che queste sono sconfitte che fanno male, ma poi va fatta un’analisi obiettiva. Di solito nello spogliatoio si parla dopo le partite ed è venuto fuori un discorso molto bello, con prese di coscienza della situazione attuale. Non dobbiamo buttar via tutto in cinque minuti perché c’è stata questa sconfitta. Una sconfitta ovviamente dà fastidio, ci vede tre punti più distanti dalla Juventus, ma ci sono considerazioni da fare che vanno tutte a favore di questi ragazzi. Loro devono rimaner convinti, l’autostima deve rimanere intatta, per quello che hanno fatto e quello che possono ancora fare. È giusto così: stanno lavorando in maniera corretta. Guardando l’allenamento di ieri è palese l’entusiasmo del gruppo per trasferire l’amarezza della sconfitta in una voglia assoluta di vittoria contro il Chievo”.
Cosa si aspetta dal Chievo?
“Mi fa piacere sottolineare il buon lavoro di Maran, è un allenatore di sostanza. Ha sempre giocatori intorno alla palla, fa il fuorigioco alto, gioca corto, ha calciatori come Meggiorini, Floro Flores, Inglese, Birsa: una squadra di giocatori forti. Dobbiamo stare attenti alle verticalizzazioni improvvise. Se faremo un possesso palla di poca qualità loro ci metteranno tanti giocatori addosso e sarà difficile uscire. Quando diciamo che in cinque minuti non vogliamo buttare via tutto c’è anche la voglia di vincere domani”.
Si è parlato molto di contratto in questi anni.
“Ho detto venti giorni fa a un vostro collega quello che ho sempre detto precedentemente. Nel calcio si usa così. Io ci sto a dover avere l’imposizione di vincere, perché ho una buona squadra. Però poi a un certo punto si analizzano diversi fattori: ci si chiede se la squadra è nelle condizioni di poter raggiungere un giusto risultato per come è composta. Ora a dicembre si fa un’analisi dell’annata. In confronto alle migliori squadre europee, secondo me se si valutano le 36 partite delle 38 giocate, siamo a 81 punti e siamo nella media, se non sopra rispetto alle grandi europee. Si va avanti così quindi. Poi a fine stagione si farà un’altra analisi. Per ora pensiamo solo a una cosa: vincere domani contro il Chievo. Ai ragazzi finora bisogna fare i complimenti per come si sono comportati. Io sono orgoglioso di loro. Lavorano in maniera corretta. Poi si faranno tutte le valutazioni sulla stagione. Nulla di scandaloso. Io sono abituato a dover portare un risultato a casa. Credo sia lo stesso per voi (i media, ndr): si guarderà anche nei giornali il risultato. Io guarderò tutti i presupposti che ci sono per andare avanti”.
Mario Rui è pronto per esordire? E Gerson può essere riproposto come centrocampista?
“Mario Rui non è ancora pronto per poter giocare, sta lavorando bene, sta tornando a essere il calciatore che noi conosciamo. Gerson è un calciatore un po’ preso di mira, ma ha solo un quindicesimo di responsabilità della sconfitta di Torino. Lui può giocare nel suo ruolo che secondo me piò essere quello di centrocampista offensivo, trequartista, sulla fascia come a Torino, tra l’altro senza permettere mai un cross a un suo dirimpettaio. Se non avesse preso l’ammonizione e il risultato non fosse stato quello lo avrei tenuto in campo: era diventata una partita diversa e rischiosa, perché avevo già due ragazzi con il giallo, per quello l’ho levato. Casomai merito io la colpa, ma lui non se lo merita. Date la colpa a me”.
Szczesny ha detto che dovete essere più uomini e meno ragazzini in campo: cosa intendeva?
“In alcuni momenti abbiamo fatto vedere un volto diverso. Potrei dire che siamo stati ragazzini nella partita di Cagliari, quelli sono punti da non perdere, in vantaggio 2-0. Oppure siamo stati ragazzini sul finale della partita di Bergamo, perché, vista la partita come si era messa, un’involuzione nella qualità e nella ricerca c’è stata. E non dobbiamo perdere punti domani sera, perdere contro la Juventus ci può stare, anche perché abbiamo perso in maniera degna e nel secondo tempo c’è stata una reazione, abbiamo fatto qualcosa di più e ci siamo anche sbilanciati. Era una forzatura necessaria. “Ragazzini” forse è riferito a questi cali che a volte ci sono stati e lui l’ha sintetizzato in quel modo”.
È vero che Perotti ed El Shaarawy hanno espresso delle perplessità nel giocare a destra?
“Loro si trovano meglio a sinistra, le esprimono a tutti la perplessità sulla fascia destra. Si trovano meglio a sinistra. Di solito si fa così più per la palla imbucata, il gioco di Zeman a esempio ha insegnato questo. Io non sono d’accordo, c’è più bisogno di un’opera di convincimento. La mia scelta di Gerson non è dipesa da questo dettaglio però, ma è legata al fatto che avevo dei giocatori mezzi e mezzi che rischiavano di non finire la partita. Peres aveva 15 minuti sulle gambe, Salah non avrebbe durato tutta la partita. Gerson mi ha dato fisicità”.
Si avvicina il mercato e circolano voci sugli acquisti della Roma: di chi ha bisogno questa squadra? A centrocampo la coperta non è corta?
“Noi quando faremo l’inventario a fine anno, sentiremo anche i giocatori. Avere giocatori scontenti se non giocano potrebbe creare problemi. Ci si confronta con i ragazzi. Forse se capita un centrocampista giusto si farà, ma non faremo scelte strane”.
Sarri non cambia mai modo di giocare, lei invece ha dimostrato di adattarsi di più all’avversario: cosa cambia tra questi due metodi?
“Prima ero un po’ più rigido ed ero come lui. Le caratteristiche dei giocatori però diventano abbastanza importanti in questa valutazione. Lui è bravo e apprezzo l’allenatore per quello che esprime la sua squadra. In questo momento è il più bravo di tutti. Io mi sono un po’ ammorbidito e ho cambiato anche delle situazioni tattiche dettate dagli infortuni. Penso si possano percorrere tutte e due le strade”.
La Roma dopo lo Scudetto del 2001 è arrivata 8 volte seconda. Cosa manca a questa squadra?
“Siamo stati bravi tutti noi allenatori arrivati secondi secondo me, ma ora dobbiamo provare a fare qualcosa di più, alzare l’asta il più possibile. I giocatori devono migliorarsi sempre, analizzare i risultati, mostrare professionalità profonda. In fondo se c’è un altro più bravo ed è così perfetto è difficile vincere. La Roma fa un lavoro molto dignitoso e questo lo potremo sottolineare dopo il Chievo”.
“Si valuta tutto, risultati, posizione in classifica, la crescita o il peggioramento dei calciatori che si hanno a disposizione. Si valuta la squadra come si relaziona con l’allenatore. Se c’è un obiettivo comune. Un punto da rincorrere. Un punto di arrivo che tutti vogliono. Si parla il più possibile. E poi ci si renderà tutti conto del lavoro svolto”.
Come sta El Shaarawy?
“El Shaarawy ha avuto un problema all’adduttore, si è allenato con il freno a mano tirato. Ma è un ragazzo eccezionale, di qualità assoluta. Caratterialmente va sostenuto, ci sono delle piazzole che gli piacciono di più sul campo. Preferisce prendere la palla sui piedi per superare l’avversario. Deve migliorare da un punto di vista di lotta, qualità e finalizzazioni. Ha una qualità assoluta in ogni parte del piede destro. Sulla destra dovrebbe andare più sul cross, ci sto pensando anche valutando che abbiamo una punta come Dzeko”.
Domani gioca Vermaelen?
“Probabilmente”.