In vista della gara degli ottavi di Coppa Italia di questa sera tra Roma e Sampdoria all'Olimpico, ecco le parole rilasciate al Match Program ufficiale del club da Max Tonetto, doppio ex della sfida, che è approdò alla Roma nel 2006 proprio dalla Samp...
Spalletti ha più volte detto che quest’anno punta ad alzare un trofeo e Max Tonetto in quattro stagioni con la maglia giallorossa indosso ne ha vinti tre, due coppe Italia e una Supercoppa, gli ultimi titoli vinti della Roma. Il difensore triestino, voluto proprio da Spalletti nell’estate 2006, ha collezionato in giallorosso 123 presenze e 1 gol tra campionato e coppe.
Per la Roma inizia l’avventura in Coppa Italia, cosa ne pensa?
“In questi ultimi anni la competizione è salita di interesse infatti le grandi arrivano sempre più avanti. Tutte ci tengono a passare il turno e anche la Roma vuole e può fare bene. Penso sia giusto provare ad arrivare il più lontano possibile per chi ha in mente di alzare un trofeo”.
Le piace la formula a eliminazione diretta fino alle semifinali?
“Credo che anche questo serva a crescere l’interesse per la competizione. Sarebbe assurdo aumentare ancora di più il numero delle partite da giocare. Certo in una gara secca devi fare bene e non ti puoi permettere distrazioni”.
Come giudica la Sampdoria?
“È una buona squadra che non va sottovalutata, ed ha un grande allenatore, Giampaolo”.
Apprezza il tecnico avversario?
“Ha una moderna concezione del calcio e se i giocatori la riescono a mettere in pratica può mettere in difficoltà chiunque”.
A cosa bisogna far attenzione?
“Il loro punto di forza è l’attacco. Sfruttano bene la velocità e partono bene in contropiede”.
Che gara sarà, quindi, Roma-Sampdoria?
“La Roma farà la partita e la Samp cercherà di ripartire appena possibile ed è la loro caratteristica”.
Spalletti ha chiaramente detto quanto tenga a questa competizione, come crede possa comunicarlo ai suoi giocatori, lei che lo conosce bene?
“Proprio come lo fece con noi dieci anni fa. Affrontando la gara come tutte le altre. Forse sarà l’occasione per far giocare chi è stato un po’ meno impegnato, ma senza sottovalutare l’avversario”.
Un giudizio sulla Roma attuale?
“La squadra ha avuto qualche difficoltà all’inizio, ma poi ha trovato la quadratura del cerchio. I primi tempi produceva tanto ma non raccoglieva quanto meritasse. Ora il mister si è tarato meglio e le vince tutte. Il passare alla difesa a tre ha fatto bene alla squadra, così si concede poco agli avversari”.
Chi l’ha positivamente stupito?
“Emerson Palmieri, non lo conoscevo ma sta crescendo di partita in partita e poi gioca nel mio ruolo quindi lo guardo con un’attenzione in più. Credo, inoltre, abbia ancora ampi margini di miglioramento”.
Quanto è diverso lo Spalletti di oggi rispetto a quello dei suoi tempi?
“Il suo processo di maturazione è evidentissimo anche se non sono più all’interno e lo giudico senza vederlo all’opera. Oggi lavora meno di pancia, ma più di ragionamento”.
Come sono stati i suoi anni alla Samp?
“Mi sono trovato benissimo sia nella squadra che in città. Mi sono bene integrato con i tifosi ed eravamo una squadra forte, che fino alla fine ha lottato per un posto in Champions”.
Ha anche segnato uno dei tuoi 8 gol in maglia blucerchiata proprio alla Roma…
“Sì, giocavo un po’ più avanti in quel periodo e il gol alla Roma, insieme a quello che ho segnato al Milan, lo ricordo bene”.
Poi come è avvenuto il suo passaggio in giallorosso?
“Fu una scelta facile, non ebbi esitazioni. Tra le due-tre ipotesi, tra le quali c’era anche la Lazio, io optai subito per la Roma anche se altre società mi offrivano di più”.
Il momento più bello su tutti, che non per forza debba coincidere con una vittoria?
“I momenti belli sono stati tanti, quattro anni ricchi di soddisfazioni. Abbiamo vinto due coppe Italia e una Supercoppa, ma avremmo meritato anche lo scudetto”.
Quale era l’ingrediente vincente di quella squadra?
“Un gruppo forte e compatto, dentro e fuori dal campo. Dopo l’allenamento ogni occasione era buona per una cena. Poi c’erano le individualità e Francesco Totti, un gradino sopra tutti gli altri. Trovare a Fiumicino seimila persone ad aspettarti era una cosa speciale”.
Quanto conta la presenza dei tifosi?
“Moltissimo, i numeri sembrano dire che i tifosi non servono infatti la Roma oggi vince lo stesso, ma non è così. La presenza dei tifosi è l’essenza di questo sport”.
Lei è nato a Trieste, come mai una volta attaccato gli scarpini al chiodo ha scelto Roma per vivere?
“È stata la scelta di tutta la famiglia. A Roma stiamo bene e quindi abbiamo deciso di rimanere qui”.
C’è un Tonetto in questa Roma? Non necessariamente dal punto di vista tecnico.
“Non lo so, conosco personalmente solo De Rossi e Totti e loro sono i perni fondamentali della squadra. Loro sono in grado di trainare il gruppo nel bene e nel male, sono certamente giocatori che fanno gruppo”.
Dove può arrivare la Roma quest’anno?
“Spero che arrivi fino in fondo, fino alla fine di tutte le competizioni in cui è impegnata. Il mister ha detto che vuole giocarsi lo scudetto con la Juve fino all’ultima giornata e mi sembra corretto. Poi chiaramente le variabili sono moltissime, ma questo gruppo ha forti potenzialità per arrivare in alto”.
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