“Perotti ha questo risentimento muscolare al soleo sinistro e quindi non ci sarà. Rimane solo Florenzi fuori, che aspettiamo a braccia aperte: il suo rientro sarebbe veramente il nostro grande rinforzo. Per il resto tutti a disposizione”.
Il attacco e due gol subiti nelle ultime cinque gare e secondo miglior attacco.
“Noi abbiamo sempre fatto cose buonissime in funzione dello spettacolo e dei gol: i numeri dicono questo. A volte abbassiamo il nostro rendimento nei momenti in cui c’è bisogno di forza, intensità, contrasti, palle recuperate sul gioco sporco. In quest’ultimo periodo abbiamo dato forte considerazione a certi atteggiamenti: la squadra ha capito che ci sono dei momenti in cui bisogna creare sostanza, prima di una fase in cui faremo rivedere la nostra qualità offensiva. Ho notato dei segnali importanti: a Genoa abbiamo vinto la partita meritatamente, ci ha creato delle difficoltà come ha fatto con qualsiasi squadra sul quel campo. Al Ferraris, oltre al gol fatto che è arrivato in maniera rocambolesca, abbiamo costruito delle azioni e delle trame offensive in cui potevamo ottenere lo stesso risultato. Nell’analisi generale io penso che il risultato sia corretto così. Siamo sulla strada giusta”.
È stato necessario preparare in maniera differente Genoa e Udinese? Hanno insidie differenti?
“Noi le abbiamo preparate allo stesso modo. Sono due partite insidiose, in cui dobbiamo per forza mettere quelle caratteristiche e quelle qualità di cui abbiamo parlato poco fa. In alcuni momenti ci sono mancate. La differenza è l’ambiente di Genoa, che ti crea difficoltà: ti limitano con il calore e l’affetto verso la loro squadra. A Udine sarà più facile, ma hanno giocatori di forza, un allenatore bravissimo. A Udine è anche più facile poter evidenziare la personalità dei calciatori, cosa che è un po’ più difficile in ambienti come Milan, Inter, Napoli. IN questi ambienti devi per forza fare delle analisi obiettive del rendimento in base ai risultati e alle vittorie”.
Pinzi l’ha definita un pazzo scatenato, a suo modo geniale.
“Mi ha dato una mano Pinzi in quei periodi in cui eravamo insieme a Udine. Ogni volta ci si guardava e ci si capiva al volo. Pinzi è stato un professionista eccezionale per me. Io rivedo molto di quella squadra nella mia Roma attuale. Lui era un calciatore con cui avevo un contatto bellissimo. L’ho messo a giocare da tutte le parti e da tutte le parti in cui gli ho chiesto quello che volevo lui mi ha sempre reso il risultato che mi aspettavo. Quella squadra assomiglia molto a questa. Una squadra bellissima: ogni volta che si andava in campo cercava solo il risultato dell’Udinese. Come in questa: i calciatori lottano per il risultato della Roma, ci stanno a metterci qualcosa in più del normale”.
Domani lei e Delneri sarete doppi ex: c’è un punto in comune che vi lega e qual è la differenza più grande?
“Mi rimane difficile parlare di me. Il discorso di Delneri è facile: è un allenatore forte che l’ha sempre messa sulla battaglia, sulla velocità: pochi tatticismi. Difesa alta sempre, a rischio di prendere imbarcate. Grande coerenza nelle scelte tattiche dall’inizio alla fine. Anche ora è un allenatore che ti toglie il fiato. Ti stuzzica dall’inizio e ti salta addosso con la squadra. Vuole fare la partita. L’anno scorso quando abbiamo giocato contro il suo Verona nella mia prima partita qui pareggiammo, ma ci misero in grande difficoltà. È uno dei grandi allenatori che abbiamo avuto nel nostro calcio dal quale abbiamo preso tutti molto”.
Sperava di avere Feghouli già per questa partita? Che giudizio ha di Musonda?
“Il mercato è un tema caldo. Ed è giusto che sia così. Da parte mia diventa facile parlarne. Per me poteva anche non esserci questo mercato. Io ho scelto questa squadra che secondo me è forte. Bisogna lasciarla esprimere in qualche elemento. Io in questa settimana ho portato ad allenarsi con noi in pianta stabile Frattesi e Tumminello. Alberto De Rossi è un allenatore forte che ci dà calciatori pronti per la prima squadra. Qui però si fa giocare Emerson e gli si dice “devi essere Candela”. Ma lui non è Candela, ci diventerà e ve lo farò vedere. C’è un periodo in cui però bisogna analizzare quello di cui abbiamo bisogno a livello di squadra. Io non chiedo niente alla mia Società, ho sposato questa squadra. Mi ci sono buttato a piedi pari, con tutto l’affetto necessario per questi colori. Io mi concentro su quello che ho a disposizione. Sperando di poter far crescere anche un po’ Gerson che ha personalità, ma c’è sempre il contesto da tener conto: se riusciamo a gestire emotivamente questi aspetti diventa tutto più facile. C’è un periodo in cui sarà veramente dura, ma con una squadra tosta non penso che avremo più problemi del dovuto. In 40 giorni giocheremo 10 partite, ci saranno calciatori che non potranno recuperare e poi saranno costretti a fare delle prestazioni al di sotto del loro massimo perché non recuperi in certi tempi. Ma io nutro grande fiducia con la gestione personale dei calciatori, abbiamo giocatori forti che hanno i giusti comportamenti e sarà dura per chiunque ci troveremo davanti”.
“Io devo impostare bene il mio lavoro e fare chiarezza. Devo far sapere a questi calciatori che mi fido di loro e che non ho bisogno di sostituire nessuno. Ho bisogno di uno sforzo da parte loro in quei momenti in cui avremo bisogno di qualcosa di più. Si è parlato anche di una possibile cessione di Manolas in questo periodo. Io dico questo: se la mia Società fa le cose per racimolare qualche soldino e per metterlo sotto il materasso, io interverrei in quel caso. Se però so che la mia Società è disponibile a mettere tutto quello che ha a disposizione e, anzi, cerca le soluzioni per trovare la strada e la via di uscita per sopperire a quelle difficoltà che avremo in quel periodo, io sto con loro sempre: si lavora come sempre in maniera dura. Sono i calciatori la nostra soluzione per il momento duro. Poi ovviamente i tifosi hanno attese e pretese che non so se siano giuste o meno, ma dal mio punto di vista vorrei parlare in maniera corretta, trasparente e vera. Io non mi aspetto un Musonda che venga qui che ci fa vincere le partite. Io preferisco dar forza ai miei, che in quel periodo dovranno essere fantastici. Conosco l’amore e l’affetto che hanno verso i nostri colori. Attraverso il loro lavoro saremo di più”.
Szczesny ha detto che il suo futuro dipende dall’Arsenal. C’è la possibilità che lei chieda uno sforzo per il portiere polacco alla Società?
“L’intervista di Szczesny l’ho vista anche io: la cosa più importante che ha detto è relativa ai complimenti ad Allisson, in cui ha descritto con chiarezza le sue possibilità. Mentre fino a poco tempo fa doveva nascere confusione per forza tra i due portieri, direi che è tutto sotto gli occhi di tutti adesso. Abbiamo due portieri, con Szczesny abbiamo diverse qualità e possibilità, se non c’è lui c’è un portiere in grado di sostituirlo in tutte le sue qualità. Abbiamo bisogno di entrambi. Poi ovviamente dobbiamo anche pensare alle potenzialità del prossimo anno, i calciatori devono essere parte integrante della Società per quanto riguarda la costruzione futura di questo Club. Abbiamo delle partite di allenamento in cui si potrebbe finire zero a zero tutte le volte per quanto sono forti”.
Forse lei ha bisogno di calciatori che fanno numero nella rosa?
“C’è un livello da Roma e livelli da altra squadra. Il livello della Roma deve essere quello della continua ricerca della vittoria. In altre squadre puoi concedere anche un risultato differente. Se riusciamo a prendere un calciatore che ti può dare un contributo in funzione dei nostri obiettivi il discorso diventa diverso. In questo dobbiamo essere bravi, per cui il fatto numerico lo riesco a coprire con il lavoro che sviluppa Alberto De Rossi. I suoi ragazzi calciatori che vengono spesso in prima squadra e ci aiutano a fare allenamenti di alto livello, che assomigliano alle partite e al calcio che vogliamo giocare. La Roma Primavera ci ha spesso sostituito nel mandare messaggi di grande forza in giro per l’Italia”.