Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
Stadio Giuseppe Sinigaglia
Como
Roma
Como
Roma
IT
Home Notizie

La conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista di Samp-Roma

La conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista di Samp-Roma

Alla vigilia di Sampdoria-Roma, Luciano Spalletti ha tenuto la consueta conferenza stampa prepartita. Come sempre, il tecnico ha iniziato dall’aggiornamento sugli infortunati, con una buona notizia…

Alla vigilia di Sampdoria-Roma, Luciano Spalletti ha tenuto la consueta conferenza stampa pre partita.

Come sempre, il tecnico ha iniziato dall’aggiornamento sugli infortunati, con una buona notizia…

“Florenzi dalla prossima settimana inizierà ad allenarsi con la Primavera. Per cui siamo tutti contenti. Gli altri sono tutti a disposizione”.

Quanto è cambiata la Samp nei mesi con Giampolo e quali sono le maggiori insidie?

“Parlo bene di Giamaolo perché lo conosco da tantissimo tempo. Prima di un Lione-Roma andammo a giocare ad Ascoli e prendemmo una sveglia. Già lì, la squadra evidenziava le qualità di questo allenatore. Per battere quella Roma con, il gioco palla a terra fu il primo messaggio forte sulle sue doti. Lo conosco, l’ho visto lavorare all’Empoli dove ha dato continuità al bel gioco di Sarri. Ha la stima dei giocatori che sono stati allenati da lui. La Sampdoria è un insidia. Siamo riusciti a batterli due volte in stagione ma con grandi difficoltà. Abbiamo più qualità, abbiamo sfruttato alcune situazioni. Abbiamo sfruttato il fattore della qualità della Roma. A livello di lettura della linea difensiva sulla palla ci trovi delle qualità importanti, che richiedono tanto lavoro sul campo. Bisogna far sapere ai giocatori i tempi delle giocate e gli automatismi. Per noi è un momento particolare, non possiamo lasciare punti per strada. Dobbiamo tentare di vincere ancora ma abbiamo un avversario tosto davanti, soprattutto a causa di Giampaolo”.

La Samp fa parte di un blocco di squadre praticamente salve ma senza ambizioni europee: può essere un’insidia?

“Per me c’è un filo conduttore uguale per tutti: la professionalità. Dobbiamo essere bravi a lavorare bene se vogliamo un futuro importante. Non sono i discorsi, le amicizie, il dare per avere. Bisogna lavorare in maniera seria e i giocatori questo lo sanno. Si vive una volta sola: per rendere la vita importante bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano. I momenti sono quello che possiedi ora, non il domani o il passato. Per una vita carica di soddisfazioni bisogna vivere intensamente il momento. Credo sia così anche per questi calciatori. Non è il mio modo di ragionare e credo che anche per loro sia così: dare il massimo per avere sempre una crescita costante. Giocare con la mente sgombra può dar loro tranquillità di giocare o farli stare tranquilli al punto di dare un taglio all’impegno, scegliere quando dare il massimo e quando no, ma c’è sempre l’aspetto della professionalità”.

L’ultima partita con la difesa a quattro era con il Pescara: dopo otto partite con due soli gol subiti. C’è rammarico per non averlo fatto prima?

“Se i punti sono questi e la somma degli errori porta ad essere in questa posizione, si può accettare. La difesa a quattro con tutta la rosa a disposizione si può anche tornare a fare. La squadra ha bisogno di equilibrio. Ora si va avanti così, anche perché c’è soddisfazione a non prendere gol. Ho provato a spiegarlo anche ai difensori: devono trovare soddisfazione in questa ricerca. All’ultimo gol di Dzeko la palla la dà Rudiger, un passante che va verso il secondo palo che Edin ha sfruttato. Nessuno ha dato grandissimo rilievo al fatto che Rudiger abbia fatto un assist importante. Per loro la soluzione è non far segnare agli avversari. Non gli viene riconosciuto tanto l’assist vittoria, quanto i numeri della difesa. Dobbiamo continuare così. Abbiamo cinque centrali fortissimi dal punto di vista fisico, della velocità, della struttura. Bisogna rafforzare l’attenzione a questo lavoro. Fra di loro devono pensare che non c’è bisogno dell’aiuto di nessuno. Questa è casa nostra e la situazione la puliamo noi”.

Paredes è al centro delle voci di mercato: è possibile una sua cessione?

“Proviamo a sintetizzare. Ho chiesto la cessione di Paredes? No. Se poi c’è un’analisi delle dinamiche di mercato o delle volontà che possono del calciatore, queste vanno chieste alla società o al giocatore. Io non ho chiesto cessione di Paredes”.

sp

Ieri è arrivato Grenier: come lo cataloga?

“È un calciatore su cui avete detto tutto. Era stato seguito per sostituire Pirlo nel Milan. Ha avuto un momento di flessione nella sua carriera che per me un ambiente e una squadra come Roma può risistemare velocemente. Lo dobbiamo vedere al lavoro con i compagni. Si può fare anche il paragone con Fazio: non aveva giocato negli ultimi anni, poi è arrivato qui, in punta di piedi. Poi siccome è bello grosso, si è fatto notare e ha meritato tutte le attenzioni che gli stiamo dando. Su questo calciatore nutriamo grande fiducia. In poche sedute di allenamento ritroverà quell’entusiasmo e qualità che ha e ci potrà dare una mano”.

Si ritiene soddisfatto per il mercato o chiede altro?

“Faccio un discorso più ampio. All’inizio di campionato si sa che il mercato di gennaio sarà di riparazione, ma non sappiamo in che misura ne faremo uso. Nel nostro caso, dei nostri professionisti nessuno ha fallito. Nella Roma non c’è niente da riparare. Capisco l’attenzione della stampa sul mercato ma noi abbiamo fiducia nei nostri calciatori e il nostro futuro dipende da loro e sarà un futuro che ci potrà dare soddisfazioni. Sono loro che ci fanno essere al tavolo dei più forti di questo campionato. Giochiamo con i più forti e il merito è loro. A me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente. Poi ci sono dinamiche, valutazioni. Molti calciatore della Roma possono avere mercato. Dipenderà da valutazioni della società nel far tornare tutti i conti. È giusto fare così e dipende anche dalla volontà dei calciatori. Noi non abbiamo nulla da riparare. Siamo a posto perché i calciatori hanno fatto in pieno il loro dovere”.

Come si fa a mettere insieme l’ossessione per la vittoria e l’esigenza che c’è forse di vendere anche nel mercato di riparazione?

“Penso che ci sia anche una qualità di struttura nel poter sostituire i calciatori. Ci sono sempre dei confronti da poter fare nella vita. È la preparazione che fa la differenza nel confronto di con quelli che ti possono mettere dietro. Bisogna saper trovare soluzioni quando ci sono società con più possibilità, e questa non è dire che l’erba del vicino è sempre più verde. La prima cosa è sapere quali calciatori stanno crescendo, quali un po’ meno. Dover accettare ed essere pronti a tutti questi discorsi. Penso che la Roma stia lavorando bene, poi ha l’obbligo di rimanere sempre competitiva. Qualche volta è stato lasciato partire qualche calciatore che poteva avere un buon futuro, ma la Roma in questi ultimi anni ha sempre mantenuto un livello alto. Ci sono anche società che negli ultimi anni non sono state competitive per il nome e il valore che portano. A inizio campionato si diceva che avremmo dovuto cercare altri calciatori che potessero diventare riferimenti come Totti. Se qualcuno vuole andar via o ci sono esigenze diverse, bisogna trovare un altri e dargli fiducia. Questo diventa una qualità importante. Le qualità non sono solo soldi e amicizie, ma la capacità di essere pronto a confrontarti con tutte le insidie. Se la società dovesse mettere i soldi sotto il materasso è un conto. Se ha necessità di vendere per mettere a posto i conti del fair play è un altro discorso. Lavoro bene con questa società, vedo le cose fatte bene e con impegno. Se siamo qui è perché il Presidente ha messo dei soldi per dei giocatori buoni. Si era parlato di una possibilità Defrel: se posso scegliere mi piace dare più tempo a disposizione a quelli che già ho”.

Paredes ha manifestato una volontà di partire?

“A me no. È stato scritto che il mio rapporto con lui dall’inizio dell’anno, ma non hai avuto problemi con lui. Leo si è allenato bene, ha avuto qualche problemino fisico, a volte gli ho preferito De Rossi. Paredes è il calciatore ideale per giocare play davanti alla difesa. Diventerà fortissimo. La squadra ha funzionato sia quando ha giocato, sia quando non ha giocato. Ha fatto una strada maestra per evidenziare le sue qualità. In questo periodo con tante partite avrà la possibilità di giocare con continuità”.

Ha detto che nel mercato a volte bisogna fare i conti con i calciatori scontenti: El Shaarawy?

“No, io penso che ci siano deli equilibri dei quali fa parte anche il carattere dei calciatori. Lui non è scontento, caratterialmente è fatto così. L’anno scorso ha giocato con più continuità è stato fortissimo. Quest’anno ha avuto meno continuità ed è stato fortissimo lo stesso, ma entrando a partita in corso non riesce a dare lo stesso contributo. Il numero di giocatori che abbiamo ora è corretto e sono loro che ci hanno portato qua. Il futuro nostro sono loro, facciamogli sentire più fiducia. Non serve altra competizione. A El Shaarawy e a Totti voglio dare più minutaggio. Potendo scegliere voglio far sentire ancora più fiducia a quelli che ci hanno portato fino a questo punto”.

A proposito di scelte: come nuovo profilo a centrocampo Kessiè le piacerebbe?

“Dalle mie parti si dice: di molto”.