“Purtroppo c’è la situazione di Florenzi. Nura ha fatto la sua prima apparizione con la Primavera è si sta svolgendo tutto nel migliore dei modi”.
Il risultato dell’andata contro il Villarreal cambierà le cose dal punto di vista de l turnover?
“Il cambiare qualcosa era in riferimento al periodo e non al Torino. È chiaro che qualche piccola differenza, non in base al valore degli uomini, ma sul minutaggio e sull’utilizzo degli uomini. Quelli che hanno giocato più spesso hanno più possibilità di gestire la fatica. Il risultato dell’andata qualcosa modifica. Ma noi abbiamo a che fare con un gruppo forte. Quello a cui puntavo all’inizio ora è in parte la nostra forza. È un gruppo di giocatori che può arrivare in fondo in tutte le competizioni ed evidenziare la sua forza. Non si potrà dire: ‘in quella partita purtroppo non eravamo al massimo perché mancavano due tre calciatori’. A noi non manca niente, dobbiamo fare bene in qualsiasi partita”.
L’andata con il Torino è stata una delle prove meno convincenti della Roma. Qual è l’elemento che tiene a sottolineare dell’evoluzione della squadra da allora?
“Non è sempre l’uomo in più o in meno che determina il successo nel nostro campionato. È il modo di vivere, di ragionare, di essere. In quel momento trovammo un Torino in splendida condizione e noi non eravamo al meglio. Ma quello che ha fatto la differenza è stata l’applicazione, la maniera con cui ci si applica durante il lavoro. Sarà una partita difficilissima, da vincere se vogliamo restare dentro tutte le competizioni: abbiamo solo la vittoria. Questo passa sempre attraverso la prestazione, che dovrà essere diversa da quella dell’andata”.
Salah, Perotti e Paredes potranno partire dal primo minuto non avendo iniziato contro il Villarreal?
“Sì ma in queste situazione c’è sempre bisogno che io li veda prima, per rendermi conto e valutare le situazioni. Oggi è l’allenamento in cui mi posso convincere su qualche dubbio che ho. Non ho chiara la situazione prima dell’allenamento. Saremo qui anche domani ma questi sono due giocatori tra quelli che hanno un minutaggio corretto”.
Oggi che compie 50 anni, ci può dire il significato per lei di Roberto Baggio per il calcio italiano?
“Prima di tutto gli si fa gli auguri sinceri. Ci ha fatto vedere cose bellissime. È uno di quei calciatori che ti fanno vedere come si fa. Potrebbe essere uno dei paladini del calcio. Oltre alle belle giocate a gli splendidi gol non ha macchie. È puro, ha fatto tunnel e gol a tutti, non ha mai sforato nella presunzione. È un grandissimo e ho sotto gli occhi i gol che faceva Firenze. Seguivo la Fiorentina essendo di lì e lo ringrazio di tutto quello che ci ha fatto vedere”.
Qual è la situazione di Vermaelen? Ci commenta anche il ritorno di Zeman in Serie A?
“Vermaelen ha il problema alla mano in via di guarigione. Lo si può rischiare ma ogni giorno comporta un rischio di meno nel suo utilizzo. Se gli facciamo ritardare qualche giorno è meglio, ma se avessimo bisogno lo faremo giocare e lui ha dato disponibilità. Rispetto alla partita di coppa è passato qualche giorno di più. Giovedì sarà ancora più a posto. Per quanto riguarda Zeman, è stato uno dal quale abbiamo preso tutti, Mi fa piacere rivederlo sulla scena più del importante del calcio italiano. Sono convinto che farà rivedere la grande qualità del suo lavoro. Ha dato molto, si sarà documentato e avrà sicuramente altre cose da dare al nostro calcio”.
Vedendola e ascoltandola dopo la partita di Villarreal sembrava un po’ arrabbiato per il quarto d’ora di inizio ripresa in cui la squadra ha un po’ sofferto. Crede che alla Roma abbia sempre bisogno di essere messa sull’attenti anche dopo questi risultati?
“Non ero arrabbiato ma dispiaciuto. Lo sono quando la squadra non dà il meglio delle proprie possibilità. Vuol dire che non sono riuscito a dare la convinzione della propria forza. Difficilmente le squadre italiane sono andate a vincere così 4-0 in un campo avverso, spingendo sempre anche dopo il 2-0 per ottenere un risultato ancora migliore. Questo è il rapporto corretto da avere in queste competizioni. A volte noi allenatori cerchiamo parole per dare uno stimolo ulteriore nella testa dei giocatori, magari con una parola forzata. A loro io non dico niente di più. Sono verissimo. Noi abbiamo a che fare con una squadra forte. Devono abituarsi a giocare allo steso modo ovunque. Se c’è la possibilità di mettere una seria ipoteca nel passaggio del turno va fatto. Il turno non è ancora passato, anche loro sono una squadra forte. Se qualcuno crede che il ritorno sia una partita facile sbaglia di grosso. Il Villarreal non aveva preso gol dal Barcellona, e dal Siviglia. È stata una Roma forte. Va detto che sono stati bravi ma debbono mantenere il rispetto del proprio lavoro, altrimenti te lo ricordano gli altri del rispetto da avere”.
“Dobbiamo migliorare nella fase di riconquista della palla per renderla giocabile. Nel quarto d’ora dopo l’1-0 ci siamo abbassati. Si conquistava palla e la si riperdeva e sono metri di fatica e si perde lucidità per la palla successiva. Il pacchetto è di 12 km a partita, ma dipende da come li usi. È un dispiacere. Non sono né arrabbiato, né deluso, sono solo uno che vuole sfruttare le qualità della propria squadra per riuscire a fari più risultati possibile”.
Grenier: domani è l’occasione giusta per vederlo in campo dal primo minuto?
“È un’ipotesi corretta. Anche se si vede nelle esercitazioni che nella resistenza alla velocità va ancora un po’ in difficiloltà perché gli manca la partita da molto tempo. Fa parte delle valutazione che dicevamo prima, sempre tenendo conto che bisogna vincere la partita”.
Cosa nel pensa della polemica nata tra De Laurentiis e Sarri?
“Io devo guardare a casa mia, ci sono sempre cose da risolvere in casa propria. Il ruolo dell’allenatore è così. Il calciatore che non ti saluta, il presidente che dice che sbagli la formazione. C’è sempre qualcosa anche se si vince. Fa parte della gestione del nostro ruolo. Tento di imparare sempre più cose, non sto mai comodo con le spalle al muro. Però De Laurentiis secondo me è un grande presidente, Sarri è un grande allenatore. A volte queste cose si fanno anche per gioco er tirare fuori qualcosa in più dalla squadra. Con la mia squadra non ho da trare fuori niente: sono forti. Non c’è da inventarsi niente e non mi riesce neanche di fingere. Se io fingo la mia squadra se ne accorge subito”.
Abodi si candida alla presidenza della FIGC. Si sente rappresentato da Ulivieri che ha dichiarato che l’Associazione Allenatori che ha dichiarato che voterà ancora per Tavecchio?
“Ho parlato con Ulivieri che mi ha spiegato quelle che sono le motivazioni della sua scelta. Sto conoscendo più cose e non avendole tutte a disposizione ma sono d’accordo con lui, ma devo vedere altre situazione e non posso entrarci se non ho la possibilità di saperle.
Secondo Tuttosport, se Allegri lasciasse la Juventus sarebbe lei il sostituto. Vuole commentare?
“Questa domanda non la capisco, non so darti la risposta. È un’altra cosa che non so, ma ti suggerisco un’altra domanda: Florenzi.
“Florenzi in questa vicenda ci ha consegnato un pezzetto di se stesso a tutti. Noi siamo tutti un po’ Florenzi. Domani se ce lo permettono, per me si entra in campo con Flo-Szczesny, Flo-Peres, Flo-Emerson, Flo-Fazio, Flo-Spalletti… siamo tutti un pezzetto di lui. In questa vicenda lui ci dà quegli strappi 100 metri fatti di qualità come solo lui sa fare. Nel modo di vivere con noi ci ha trasferito e donato un pezzetto di se stesso”.
- Luciano Spalletti
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