Perotti: “Francesco si meritava di vincere questa partita”

“Edin mi ha fatto una sponda bellissima e ho calciato con tutta la voglia di fare gol”.

Diego Perotti non poteva fare altro che sparare quel pallone alle spalle del portiere. Con tutta la forza. Nulla ha fermato l’esterno argentino, nemmeno la sua esperienza al Genoa, squadra a cui è molto legato.

“Chiedo scusa ai tifosi rossoblù, ce li ho nel cuore, se non fosse stato così importante non lo avrei mai fatto. Chiedo scusa a loro ma per me è stato bellissimo, soprattutto perché Francesco si meritava di vincere questa partita”.

Così la Roma ha vinto 3-2 l'atto conclusivo della stagione, l’ultimo match con la maglia giallorossa di Totti, guadagnando l’accesso diretto alla Champions League della stagione 17-18.

“Fare oggi questo terzo gol e soprattutto dare la vittoria al nostro Capitano è stato più importante di tutto, non si poteva pareggiare nella sua ultima partita con la Roma”.

Un secondo posto bellissimo che corona una grande stagione e la festa di Francesco: questa è una partita che terrai dentro per il resto della carriera?

“Già non me la sarei scordata comunque, ma avendo fatto anche il gol decisivo resterà per tutta la vita nel mio cuore. Potrò raccontare a mio figlio che ho giocato con uno dei migliori calciatori al mondo, che ho partecipato al suo ultimo match con la Roma facendo parte della sua squadra. Non posso chiedere di più al calcio”.

Cosa ti colpisce di più di lui di Totti?

“Come giocatore lo conosciamo tutti. Però mi colpisce la sua umiltà. Come gioca si sa. Come persona, però, nonostante sia così importante con noi si è comportato sempre benissimo, gli do dieci punti. È una persona e un compagno di squadra incredibile. Io mi terrò sempre la persona dentro. Per sempre potrò dire che è un ragazzo formidabile”.

Vi ha aiutato il calore del pubblico?

“Se questo stadio fosse sempre così pieno questa squadra potrebbe dare di più. Quella spinta che ti danno i tifosi è incredibile, oggi alla fine abbiamo vino proprio per quello: ti danno fiducia, calore, tutti lo sentono. Il secondo anno potremmo fare cose molto importanti se lo stadio fosse sempre così pieno”.