“Cengiz era ricercato da molti club importanti e grazie al suo desiderio di venire qui e alla fiducia riposta in me da Jim Pallotta oggi è con noi”, ha dichiarato il Direttore Sportivo. “Sono molto contento: abbiamo preso un giocatore moto utile per il presente e anche in chiave futura”.
Ci descrive il processo che porta alla scelta di un talento giovane come Cengiz?
“Cengiz era poco conosciuto per i tifosi, per noi addetti ai lavori no. È un giocatore giovane ma già nel giro della nazionale. Ha giocato nella squadra rivelazione dell’ultimo campionato turco. Era un calciatore segnalato che conoscevo molto bene e lo conosceva bene anche il settore scouting della Roma, che è magnifico. Quando insieme al mister abbiamo individuato il ruolo da rinforzare, possibilmente con un mancino che potesse giocare a destra, abbiamo subito pensato a lui”.
Com’è si è sviluppata la trattativa?
“La fiducia che abbiamo in lui è grandissima e avremo il tempo di aspettarlo. Al di là delle sue caratteristiche calcistiche va anche valutato il lato umano, e Cengiz si sta dimostrando una persona intelligente e il suo adattamento sarà più rapido di quanto ci si possa attendere. C’è stata concorrenza per prenderlo? Certo, era un giocatore di 19 anni, ora ne ha 20, che ha giocato quattro partite in nazionale segnando due reti. Su di lui c’erano club inglesi di primissimo livello. Ma la Roma ha fortunatamente ha un’immagine che attira”.
Ha parlato con Totti di Cengiz?
“Non ho parlato con Francesco di lui. Quando era qui a Trigoria e l’ha incrociato mi ha chiesto di lui e gli ho raccontato le sue caratteristiche. Ma la sua grandezza l’ha dimostrata quando l’ha incontrato, l’ha salutato e ci ha scattato una foto, un gesto molto importante per Cengiz”.
Che idea si è fatto di Neymar al PSG per 220 milioni?
“Mi mette un po’ di disagio e di paura. Non so dove arriveremo. Non voglio pensare che stiamo costruendo una bolla che a un certo punto possa esplodere. La mia storia è chiara, non è quella di comprare calciatori molto costosi. Se è un’operazione legale o no? Non tocca a me stabilirlo, ma faccio fatica ad assistere a questo spettacolo milionario in un momento in cui l’economia mondiale extra calcistica vede parecchie persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese”.
Cosa servirà per riportare il grande pubblico allo Stadio Olimpico? Si può fare anche senza un mercato milionario?
“Sono stato tre volte all’Olimpico e in due circostanze siamo stati vicini ai 65000, contro la Juventus e contro il Genoa. La mia aspirazione comunque non è lo stadio pieno ma vincere con la Roma, il resto verrà di conseguenza. Credo che il tifoso romanista sia abbastanza intelligente da non legare la propria presenza all’arrivo di nuovi calciatori, visto che i calciatori forti già ci sono: abbiamo Nainggolan, De Rossi, Strootman, Florenzi… Ripeto, il mio obiettivo non è portare 65 mila persone allo stadio ma vincere con la Roma”.
Che sensazione sarà tornare a Siviglia per il trofeo Antonio Puerta?
“È difficile da spiegare. Per la prima volta dopo 29 anni tornerò a Siviglia con un’altra squadra. Sarà difficile gestire le emozioni, soprattutto per chi come me tende a commuoversi facilmente. Il trofeo Puerta è un giorno speciale per tutti i tifosi del Siviglia come me, per tutto quello che rappresenta”.
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