“Oggi era importante vincere e la squadra mi ha ridato le sensazioni di compattezza anche quando siamo riamasti in dieci per più di 40 minuti”.
Eusebio Di Francesco celebra così il ritorno alla vittoria della sua Roma. I giallorossi ritrovano i tre punti che non arrivavano dal 16 dicembre grazie alla rete di Cengiz Under, la prima in giallorosso, che va a segno dopo 43 secondi di gioco. Nonostante il rosso a Pellegrini al 51’, il Verona non è riuscito a impensierire più di tanto Alisson.
“Non abbiamo mai subito tiri in porta. La sofferenza diventa relativa quando crei tanto: questo non accade solo oggi, è un periodo in cui produciamo molto. Forse la differenza è che oggi abbiamo concesso molto meno rispetto ad altre partite. Ultimamente abbiamo sempre perso di misura e vuol dire c'è tanto equilibro, ma quando crei molto devi essere più bravo a concretizzare”.
Si è visto un cambio di sistema di gioco oggi.
“Ci sono lati positivi e negativi in questo aspetto. Avendo solo due mediani davanti alla difesa e meno copertura, spesso abbiamo subito tante ripartenze centrali. Siccome io sono un allenatore che non improvvisa, per tutta la settimana ho lavorato su questo sistema di gioco e i ragazzi mi hanno dato le risposte che volevo. Non ci scordiamo, però, che la squadra per quattro mesi ha fatto cose bellissime con il 4-3-3 e ha anche conquistato il primo posto nel girone Champions. Oggi con il 4-2-3-1 abbiamo concretizzato comunque poco. Abbiamo vinto meritatamente, ma non si può soffrire in ogni partita così”.
Nella prima parte del campionato c'era più spregiudicatezza offensiva: avete abbassato di qualche metro la squadra?
“No. Dipende dalle squadre che incontri. Il Verona cerca molto la palla lunga, non palleggia e di conseguenza dobbiamo abbassarci con un avversario così. Anche la Sampdoria nei primi minuti di domenica scorsa giocava la palla in verticale su Zapata e non ti permetteva di essere aggressivo. È normale: certe squadre ora ci affrontano sapendo che abbiamo il baricentro basso. Una squadra che palleggia di più come il Napoli, invece, ti dà la possibilità di lavorare in maniera differente”.
Avete fatto diversi errori in uscita: come mai?
“L’errore fa parte del calcio e quando non hai certe sicurezze magari ne commetti qualcuno di troppo. Volevamo forzare le giocate in verticale oggi, mentre io ne voglio sempre due dentro e una fuori per non dare troppa densità in mezzo al campo. Le palle dritte hanno dato più possibilità agli avversari di sorprenderci. Abbiamo però avuto il 70 per cento di possesso palla nel primo tempo e vuol dire che gli altri l’hanno vista poco la palla oggi”.
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