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Cosa ha in comune Di Francesco con Carpi, Masetti e Conti?


Il nuovo allenatore della Roma Di Francesco può vantare una traiettoria particolare nella sua avventura in giallorosso, in momenti storici diversi: ora tecnico, prima giocatore e dirigente. Ma non è il solo nella storia del Club ad ver fatto questo ventaglio di esperienze…

Calciatore, dirigente e allenatore. Eusebio Di Francesco può vantare una traiettoria particolare nella sua avventura in giallorosso, in momenti storici diversi.

Calciatore lo è stato dal 1997 al 2001: viene ingaggiato a parametro zero all’età di 28 anni dal Piacenza, a Roma vince uno scudetto ed entra nel cuore dei tifosi con il soprannome di “Turbo” per la sua dote di faticatore instancabile del centrocampo. La storia da dirigente risale alla stagione 2005-2006 quando ricopre la carica di team manager nel primo anno di gestione tecnica di Luciano Spalletti. “Un ruolo che non mi piaceva, preferivo il campo e studiare gli schemi”, tanto che non finì nemmeno il campionato. Voleva insegnare calcio e fare il tecnico di alto livello. Ci è riuscito, fino al ritorno alla Roma proprio da allenatore, nominato il 13 giugno 2017 firmando un contratto biennale.

È complicato trovare in novant’anni di storia altre figure che siano passate dal campo alla scrivania fino alla panchina. Eusebio non è l’unico, ma è una rarità tornando indietro fino al 1927.

Il primo fu Giorgio Carpi, uno dei calciatori della rosa nell’anno della fondazione. Definito dagli amici e dai compagni di squadra “Il signorino” per i modi gentili e l’aspetto delicato, era un mediano sinistro e un uomo dallo spiccato carisma. Carpi era profondamente legato al club, tanto che decise di rinunciare agli emolumenti e a giocare gratis percependo solo i rimborsi spese. Nel 1955 – tra il 29 giugno e il 5 luglio – guidò la squadra con la nomina di Direttore Tecnico nelle partite di Mitropa Cup contro il Vojvodina. Nominato Socio Benemerito già nel novembre 1944 (la comunicazione dal presidente Pietro Baldassarre gli arriva a gennaio del 1945), entra nei quadri dirigenziali raggiungendo incarichi di primissimo piano, tra questi Segretario del Comitato Esecutivo. Carpi entrò nell’immaginario collettivo come uno dei personaggi di spicco nella storia di questa società, tanto che nel gennaio 2015 il suo volto fu scelto dalla Curva Sud per la coreografia prima del derby Roma-Lazio 2-2 (Totti gol e selfie). Carpi, e altri quindici giocatori, furono celebrati dalla curva come “Figli di Roma capitani e bandiere, questo è il vanto che non potrai mai avere”. Quest’ultima frase riferita ai dirimpettai di fronte.

carpi

Nella coreografia – tra i tanti – figurava anche Guido Masetti, un altro “tuttofare” del passato romanista. Lui, il “primo portiere” della Roma di Testaccio e campione d’Italia nel 1942. Per metà della stagione successiva, fu giocatore-allenatore dei neo campioni d’Italia, allenandoli poi consecutivamente negli anni della seconda guerra mondiale (1943-1945), conquistando un Campionato Romano. Ritorna nella Capitale nella sfortunata annata 1950/1951, conclusa con l’unica retrocessione in B della Roma. In quegli stessi anni resta in società da responsabile del settore giovanile.

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E poi c’è Bruno Conti, che nel settore giovanile ci è cresciuto fino a compiere il salto in Serie A, diventando un punto fermo della squadra tricolore del 1983 allenata da Nils Liedholm (nel 1982 si laurea campione del mondo con l’Italia di Bearzot). Ala formidabile nell’uno contro uno, aveva nel tiro mancino dalla distanza una delle qualità migliori del proprio repertorio. A parte due stagioni al Genoa, dedica tutta la carriera da giocatore e da dirigente ai giallorossi. Dal 14 marzo al 30 giugno 2005, in seguito alle dimissioni di Delneri, assume la guida della Prima Squadra e la conduce fino alla salvezza a una giornata dalla fine vincendo a Bergamo 1-0 con rete decisiva di Cassano. Inoltre, disputa pure la finale di Coppa Italia. Finale che vince l’Inter, ma permette comunque alla Roma di qualificarsi all’edizione successiva della Coppa UEFA. In società, Conti è stato Responsabile del Settore Giovanile, Direttore Tecnico e Coordinatore Tecnico delle attività di identificazione e sviluppo di giovani calciatori (carica tutt’ora effettiva).

conti

Ricapitolando: Giorgio Carpi, Guido Masetti, Bruno Conti e Eusebio Di Francesco: 940 presenze in quattro sul terreno di gioco. Calciatori, dirigenti, allenatori, ma soprattutto uomini dal grande senso di appartenenza. Già, lo stesso “senso di appartenenza” da cui Di Francesco vuole ripartire per il futuro. Tutto torna.