Questo contenuto è fornito da una terza parte. A causa delle tue scelte riguardo la policy dei cookie
sul nostro sito, questo contenuto esterno non può essere visualizzato.
Se vuoi vederlo modifica le tue impostazioni sui cookie premendo uno dei due tasti seguenti.
Ecco il testo del suo intervento.
Le tue sensazioni dopo il match di ieri?
“Sono molto felice di poter giocare con la squadra, sono contento delle parole del mister e di Jesus. Sapevo che avevo bisogno di conoscere il calcio italiano. Ero abituato a un calcio diverso, i miei allenatori mi dicevano sempre di marcare a uomo, mi dicevano ‘quello è il tuo uomo, ammazzalo’, e io lo facevo. Qui è diverso”.
Il calcio italiano è quindi tanto diverso dagli altri campionati?
“Sì, ho giocato in Messico, Olanda e Spagna. È un calcio molto tattico, ma anche fisico. Ho visto gli attaccanti avversari, sono fortissimi, è importante anche essere pronti fisicamente contro di loro”.
Ti abbiamo visto spesso impostare il gioco.
“Sì, ho avuto la fortuna di aver giocato per grandi allenatori che mi hanno insegnato a giocare la palla, sono cresciuto con loro. Mi fa piacere avere la palla tra i piedi, sicuramente è più piacevole rispetto al rincorrere gli avversari! Ognuno fa il suo ruolo, cercando il meglio per la squadra. L'importante è che la squadra sia in una buona condizione, ora dobbiamo lavorare per continuare così e migliorare ancora”.
Preferisci la difesa a 4 o la difesa a 3?
“Mi trovo bene a giocare a 4, ci ho giocato più volte. In Nazionale ho giocato a 5 e mi trovo bene anche lì, ovviamente ho più libertà di giocare la palla. Alla fine penso che il sistema tattico durante la gara cambia spesso, ma per me non ci sono problemi. L'importante è aiutare i compagni”.
Kolarov ieri ha detto di essersi inserito molto bene nello spogliatoio, che si sente come se fosse arrivato due anni fa in squadra. Tu hai la stessa sensazione?
“Sì, abbiamo uno spogliatoio che ti fa sentire subito a casa. Per Kolarov è stato forse più facile perché parla italiano, ma ora lo parlo anche io e lo capisco bene. Ora va molto meglio, ma mi sono trovato bene fin dal primo giorno”.
La partita di ieri era difficile, ma alla fine è arrivata una vittoria che mancava a Torino da tanti anni.
“Il risultato di ieri è importantissimo, una gara difficilissima. Dopo il match con il Chelsea un po' di rimpianto c'era, un po' di dispiacere: volevamo dare continuità alla prestazione di Londra. Ora abbiamo tre partite in casa, con la nostra gente, la nostra forza, con loro sarà più facile”.
Alisson subisce pochissimi tiri in porta. Anche merito di voi difensori.
“Non solo, è anche merito degli attaccanti e dei centrocampisti, sporcano le giocate avversarie, agli attaccanti avversari arrivano palle difficili e quindi è un lavoro più facile per noi difensori. Giochiamo da squadra, ma possiamo fare molto di più”.
Il Messico è un paese molto cattolico e anche tu lo sei. Cosa vuol dire per un te stare a Roma?
“Ero stato qui due volte, mi sarebbe sempre piaciuto vivere qui. Per me è una cosa bellissima, la settimana scorsa sono andato per la prima volta in Vaticano, un'esperienza importante per me e per la mia famiglia. E poi qui c'è la Roma, un club importante, un top club: i messicani sono pochi in Europa, ma nessuno gioca in una squadra così importante come questa. Ora tutti guardano la Roma in Messico!
In difesa parlate tante lingue diverse. Come vi capite?
“Parliamo italiano. La comunicazione è importantissima, tra noi centrali c'è rispetto e ammirazione, un ottimo rapporto e così è più facile giocare. Tutti vogliamo scendere in campo, ma decide il mister. Mi fa piacere che la squadra vince e che loro giochino bene quando scendono in campo. La vittoria prima di tutto”.
Confermo di aver preso visione della privacy policy.
© 2018/2024 Soccer S.r.l. – P.IVA 09305501000 - tutti i diritti riservati. I nomi AS Roma, i loghi e le immagini sono marchi registrati o non registrati di Soccer S.r.l. Tutti gli altri marchi possono essere di proprietà dei rispettivi titolari.