Fai parte della difesa meno battuta della Serie A. Di Francesco è arrivato da poco, come siete arrivati a questo punto?
"Tutta una questione di mentalità. Io e i miei compagni diamo tutto, quando c'è questa mentalità è difficile soffrire. Dzeko ci dà una mano, anche i centrocampisti: riusciamo a salire più velocemente e a coprire bene il campo. Cerchiamo di rubare palla in avanti, aggrediamo subito, così possiamo fare male agli avversari con meno sforzo, senza risalire tutto il campo. Se aggrediamo alti, poi possiamo far male subito".
Quanto è importante la convinzione nelle idee dell'allenatore?
"Noi vogliamo vincere, il mister ci dà una mano, ma poi in campo andiamo noi e diamo il meglio per fare ciò che ci chiede. Tutti stanno facendo bene e si sentono importanti. Dobbiamo continuare così".
La Roma cerca sempre di uscire palla a terra dalla difesa.
"Proviamo sempre a giocare dal basso, il mister ce lo chiede. Abbiamo sempre diverse opzioni per l'uscita, dobbiamo sfruttare al massimo le nostre qualità".
Parliamo di Alisson: quanto è importante per voi?
"L'ho già detto: abbiamo il portiere della nazionale più forte al mondo. Ha lavorato sodo, anche lo scorso anno quando giocava meno, sta dimostrando che è fortissimo. Tutti possiamo sbagliare, ogni tanto capita anche a noi difensori, ma abbiamo un portiere che para tutto.
Con il Chelsea finisce 3-0, potevate vincere anche 4-0. Nello spogliatoio cosa avete pensato dopo il match?
"Anche 5-0 poteva finire. Eravamo tranquilli, rispettiamo il Chelsea, ma la partita di Londra e quella di Roma hanno dimostrato che possiamo battere chiunque se giochiamo in un certo modo. Abbiamo dimostrato chi siamo".
In altre realtà si ricorre al turnover magari per far riposare i calciatori forti, i titolari. Qui si fa turnover vero, gioca chi sta meglio e non ci sono titolari.
"Sì, è quello che facciamo. A Torino ad esempio era una partita difficile, il mister ha messo Moreno, sta lavorando bene, con Fazio hanno fatto un’ottima partita. Poi abbiamo giocato in tanti modi, tante coppie diverse al centro della difesa, con gli stessi risultati. Si può cambiare, ma il lavoro che facciamo si vede sempre. Chi entra sa cosa deve fare in campo, tiene la linea, non so nemmeno come spiegarlo. Per noi è un anno buono".
Che fiducia vi dà Kolarov lì a sinistra?
"Lui ti dà sicurezza, è esperto, ha giocato tante partite in Champions e in Premier League, mi dà anche dei consigli. A volte gli dico di spingere di più, di attaccare, andare fino in fondo gli dico che poi ci pensiamo noi. Ha la faccia cattiva ma il cuore buono".
Quanto è difficile mantenere questo vostro atteggiamento per così tante partite importanti?
"Siamo calciatori, dobbiamo fare questo. Arriva la Fiorentina, è in forma. Dobbiamo alzare il livello della concentrazione anche se abbiamo vinto 3-0. Lavoriamo, umili e zitti, continuando a fare quello che dobbiamo fare. Vogliamo i 3 punti a Firenze".
Senti che questo può essere l'anno della tua consacrazione?
"Io credo che ci sia un'età per fare il salto di qualità e credo che sia anche il mio caso. Sto accumulando esperienza, sto crescendo, in partita e in allenamento. Anche gli allenatori sono importanti, riesci ad assorbire concetti giusti da loro e migliori".
Tu sei abituato a Porto Alegre, una città più simile a Milano forse. Come ti trovi a Roma?
"Benissimo. A Milano funziona tutto, ma c'è il sole due volte a settimana, qui a Roma sempre. E questo ti dà energia, forza, è molto bello. Io e la mia famiglia stiamo bene in questa città".
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