Salutare Francesco Totti, dopo anni di gol, di gioie ed emozioni. Tanti hanno pianto quel 28 maggio all’Olimpico. Tanti…
Francesco Costa / @francescocosta: “Ogni volta che provo a spiegarlo a qualcuno che non era allo stadio quel giorno, o che non è un tifoso della Roma, mi rendo conto di non riuscire a trovare le parole giuste. Forse non ci sono. Chi c'era sa cosa intendo. Salutare il più grande calciatore della storia della Roma, in lacrime, in mezzo a decine di migliaia di persone commosse anche loro, dopo una storia lunga 28 anni. Vivere quel momento sapendo che una cosa così non succederà mai più, e che la ricorderai per sempre; sapendo che non c'è vittoria né trofeo che eguaglierà mai l'emozione di quel preciso momento, e il privilegio di aver tifato la Roma di Totti. “Sempre” e “mai” sono parole bugiarde, il più delle volte: ma quel giorno tutti sapevamo che valevano davvero”.
Daniele Trombetta / @Dtrombetta87: “Sono nato nel 1987, quando Totti esordiva in Serie A ero ancora troppo picciolo, ma quando segnò il primo gol me lo ricordo. I miei primi ricordi del calcio li collego al Mondiale USA 94 e a Totti....Totti. Se dico, scrivo, penso a questo nome ho i brividi, e sarà sempre così. Durante il suo “addio” ho provato tristezza, perché lasciava il calcio la “bandiera” più simbolica del calcio mondiale; dolore, perché una costante della mia esperienza calcistica dai 5 ai 30 anni andava via; gioia, perché Totti è qualcosa che tutto il mondo ci ha sempre invidiato, invidia e continuerà ad invidiare”.
Wayne Girard / @WayneinRome: “C’era un’aria depressa quella mattina al bar. C’erano quasi 100 persone presenti, in quel locale di Manhattan, e credo che tutte provassero la stessa sensazione. Quando ci si concentrava su Totti, sembrava che fosse sotto tortura, che lo stessero per uccidere e che nessuno fosse in grado di aiutarlo. È stato uno dei giorni più brutti della mia vita. La presentazione ha toccato tutti. Scrivere queste parole fa male e non credo di aver veramente riflettuto su quel momento. Potrà sembrare morboso, ma se la Roma non avesse vinto, avrei voluto che il mondo finisse. Credo di aver pianto per circa un giorno e mezzo”.
Bren / @BrenCdT: “Le mie emozioni erano un misto di tristezza e rabbia. Non c’è bisogno di spiegare il motivo per cui ero triste, la rabbia era dovuta al modo in cui Totti era stato trattato nella sua ultima stagione con la maglia della Roma. Se mai ci fosse stato uno sportivo che avesse meritato di dettare i termini della sua uscita di scena, quello era Francesco Totti. Se ho pianto? Non ricordo bene, credo di essere stato troppo preso dal momento surreale, probabilmente non ero in grado di reagire dal punto di vista fisico”.
John Solano / @Solano_56: “Ero certamente triste. Sono cresciuto guardando giocare Totti e sono stato fortunato a potermi godere tutta la sua carriera. Speravo che la Roma centrasse la vittoria così da salutare Totti in maniera adeguata. Osservarlo alla fine della partita è stato commovente perché era chiaro che ancora non si era arreso al fatto di dover appendere definitivamente gli scarpini al chiodo”.
Andrea Cardoni / @andrecardoni "Ricordo che tra tutti, allo stadio, abbiamo fatto un patto, tacito, di non guardarci negli occhi e di guardare fissi lì al campo (ma nemmeno troppo perché anche lì c'erano i calciatori, con De Rossi e Florenzi che piangevano e insomma non ne siamo usciti). Ricordo che all’inizio del discorso, dopo il giro di campo con la musica e gli applausi che non finivano mai, c’è stato un momento in cui, commosso, ha preso fiato, ha allontanato il microfono da sotto il viso, e poi ha tirato su col naso e tutti in quel momento abbiamo sentito il suono di quel suo attimo di commozione senza l’amplificazione, venire dal campo, in un silenzio impensabile fino a un attimo prima".
@francescocosta: “Ho pianto con i singhiozzi. Ho cominciato quando ho visto Totti abbracciare commosso i suoi figli. Stavo per smettere ma poi l'ho visto fermarsi davanti alla Tribuna Tevere, appoggiandosi ai cartelloni pubblicitari, e ho ricominciato. Qualche giorno fa mi è passato davanti il video su YouTube, ho cliccato e ho pianto di nuovo. Non mi è passata. Forse non ci passerà mai, no?”.
@Dtrombetta87: “Ho pianto tanto quel giorno. Totti in fondo in fondo lo conoscevamo, capivamo ogni suo comportamento in campo e fuori, sempre con la Roma nel cuore, con la sua grande famiglia per cui avrebbe dato tutti, come noi avremmo dato tutto per vederlo eternamente con quella maglia”.
@BrenCdT: “Se ero pronto a vederlo ritirarsi? Nemmeno per sogno. Se gestisci un sito dal nome “La Chiesa di Totti”, non può essere altrimenti. Sapevo che prima o poi avremmo dovuto scrivere un pezzo per il suo addio. Ma affrontare la dura realtà dei fatti è stato impossibile. Quindi, invece di tributargli il giusto addio, abbiamo trascorso l’intera stagione a ripercorrere gli alti e i bassi della sua carriera. È davvero impossibile spiegare cosa abbia significato Totti per la città e i tifosi, le parole non sarebbero mai state in grado di descriverlo. Invece di scrivere un singolo pezzo, abbiamo deciso di celebrarlo per tutto l’arco della stagione e sono orgoglioso di come siamo riusciti a farlo”.
@Solano_56: “Ero preparato già da due stagioni al suo ritiro, ho iniziato ad accettare pian piano il fatto che la carriera di Totti volgesse al termine. Mi mancano le sue qualità sul campo, ci sono pochi giocatori al mondo meglio di Totti”.
@francescocosta: “Credevo di essere pronto per il suo addio al calcio, dopo tanto parlarne; in questi mesi ho scoperto che non lo ero. Il punto è che è davvero una cosa che va oltre il calcio. Per tantissimi tifosi, per esempio, non c'è mai stata una Roma senza Totti”.
“Quando ha esordito in Serie A io avevo otto anni, praticamente stavo iniziando a tifare per la Roma. Oggi ne ho trentatré. Ho esultato per i suoi gol mentre ero alle scuole elementari, alle medie, alle superiori, all’università, nei posti e nelle città in cui ho lavorato. In mezzo a quei 28 anni nella mia vita è cambiato tutto, amicizie, parentele, relazioni. Totti c’è sempre stato. Il suo addio al calcio ha chiuso una pagina della vita per milioni di persone, letteralmente”.
- Francesco Costa
@WayneinRome: “Credo di aver iniziato a guardare in faccia la realtà circa tre anni fa, quando Totti ha iniziato a sedersi sempre più spesso in panchina. il modo in cui riusciva ancora a dare il proprio contributo era semplicemente la ciliegina sulla torta, poiché quello che Totti aveva dato a Roma era più di quanto gli si potesse umanamente chiedere. Vederlo con i propri occhi, però, è stata un’altra storia. È stato un incubo”.
@Dtrombetta87: “Credo nessuno fosse pronto al suo addio, anche se tutti sapevano che era giusto così. Perché adesso potremmo solo noi custodire gelosamente nel cuore ogni gioia che Totti ci ha regalato ogni anno. E adesso solo noi lo ricorderemo per come era veramente”.
@BrenCdT: “Per quanto amassi i gol, le esultanze e la gioia che trasudava giocando per la Roma, sono le piccole cose, come i passaggi precisi nello stretto, i cambi di gioco, le occasioni che solo lui riusciva a vedere e a creare, quelle che non potranno essere sostituite tanto facilmente”.
@WayneinRome: “Non sono così vecchio da ricordarmi una Roma senza Totti. Totti è sempre stato il mio capitano. Il senso di speranza che emanava quando metteva piede in campo è una sensazione che non credo di poter mai più riprovare. La tensione saliva e tutti, dalla Curva Sud a New York, a Giacarta, credevano che qualcosa di magico potesse succedere. Mi mancheranno anche i suoi insegnamenti. I passaggi di tacco e i colpi che tentavo di emulare da giocatore sono momenti che non vivrò più. È terribile ma al tempo stesso fantastico pensare a come un passaggio intelligente potesse far gioire una squadra, una città e tutti noi”.
@andrecardoni: "Del Totti calciatore mi manco io che sto lì a guardare la Roma e che, appena capisco che gli sta per arrivare la palla penso che “adesso fa qualcosa che ce fa diventa' matti”.
@Dtrombetta87: “Di lui mancherà il genio indiscutibile col pallone, faceva cose che solo lui poteva. Ci mancherà la spontaneità dei suoi gesti, nel bene e nel male. Ci mancheranno l’ironia, l’autoironia, la semplicità e la sincerità di ogni parola detta in pubblico. E ci mancherà lo sguardo verso la curva dopo ogni gol, ogni ingresso in campo, ogni uscita dal campo. E mancherà urlare il suo nome allo stadio quando, col numero 10, il Capitano era pronto”.
@francescocosta: “Dal punto di vista tecnico l'elenco delle cose che mi mancano di Totti come calciatore è sterminato, ma alla fine non sono quelle le cose che mi mancano di più. La cosa che mi manca di più è la sensazione che può sempre succedere qualsiasi cosa, che anche nel momento più difficile c'è sempre una speranza. Parlo di cose paranormali come quel Roma-Torino che ricordiamo tutti. Anche negli ultimi anni della sua carriera, quando giocava meno, vedere Totti in panchina o in campo ti faceva pensare che niente era perduto davvero, che una cosa impossibile poteva diventare possibile. Oggi siamo ancora una squadra forte ma abbiamo perso quella dimensione religiosa, diciamo. Siamo stati fortunati ad averla per così tanti anni”.