Ecco le parole di Eusebio Di Francesco in vista di Roma-Cagliari nella consueta conferenza stampa pre-partita.
"Domani giocheremo con la maglia celebrativa di Telethon per il quinto anno consecutivo, siamo molto orgogliosi di questo: invito tutti quanti a dare un grosso contributo alla causa".
Quali sono le insidie nella sfida contro il Cagliari?
“I nostri avversari hanno interpretato le ultime gare bene nonostante siano andati sotto di due gol contro la Samp con tre infortuni nel primo tempo. La squadra ha reagito bene, ha una sua fisionomia e identità, è pericolosa davanti, come Joao Pedro e Farias. Ci sono diverse cose da tenere in considerazione, ma noi dobbiamo giocare la partita per vincerla perché questa è la cosa più importante”.
In settimana si è parlato molto delle difficoltà della Roma a concretizzare le tante occasioni create: questo è un aspetto che si allena di più in campo o mentalmente?
“In entrambi in modi. Io dico sempre che diverse cose si possono dire, si possono far vedere in tv, sulla lavagna, ma le cose vanno allenate concretamente, per questo abbiamo fatto tante esercitazioni a stimolare i calciatori a cercare la porta e a far gol. Per quello che abbiamo costruito finora sono felice, ma la squadra è poco concreta e cinica: su questo aspetto, dobbiamo solo rispondere con i fatti a partire da domani, cercando di portare a casa il risultato. Anche se fa molto piacere vedere la cifra zero nei gol presi ultimamente e questa è una cosa a cui dobbiamo dare continuità”.
Schick ha detto ieri in un’intervista che sta trovando anche una buona intesa con Dzeko, perché Edin parla la sua stessa lingua: quanto questo aspetto favorisce anche il feeling sul campo?
“Favorisce me, perché Edin mi aiuta a spiegargli le cose quando non le capisce. È un piacere sentire che due ragazzi si sono integrati, parliamo di calciatori che potrebbero anche giocarsi un posto al centro dell’attacco. Ho lavorato in queste due settimane con Patrik e mi piaciuta la sua adattabilità a un ruolo a cui è abituato relativamente: non escludo di poterlo vedere assieme a Edin in attacco. Non mi piace, però, parlare di coppie, perché noi abbiamo un tridente davanti e lì Schick può giocare sia da prima punta sia da esterno con qualità”
In cosa deve migliorare Schick sul campo?
“Deve ancora lavorare tanto sulla condizione fisica e su quella tecnico tattica. Era abituato a muoversi in modo differente nell’attaccare gli avversari, è diligente, si applica e lavora bene. Dai test effettuati ha ampi margini di miglioramento e grandi mezzi, non solo tecnici ma anche fisici. Deve però ancora lavorare tanto rispetto agli altri perché è indietro da certi punti di vista, questo non significa che non possa giocare dall’inizio anche domani”.
Sul Romanista si sta lanciando la corsa a Tommasi come presidente della Federazione: cosa potrebbe dare al calcio italiano secondo lei?
“Sono d’accordo con il Romanista, ho letto l’articolo. Mi farebbe molto piacere vederlo lì perché Tommasi ha grandi contenuti per il calcio, è equilibrato e intelligente sotto tutti i punti di vista. È un ex calciatore ma è nato per fare questo, sarei molto felice se divenisse capo della federazione”.
Radja potrebbe riposare per preservarlo in vista di Juve-Roma, visto che è diffidato?
“Questo è un grandissimo errore, se dovessi pensare alla formazione pensando alla Juve farei l’errore più grande di tutti. Io ho il Cagliari nell’imminenza e Radja potrebbe giocare dal primo minuto. So che tutti guardano a certe cose, ma io non posso concentrarmi sulla gara dopo, ci sono altre cose di cui tener conto, come la condizione degli altri calciatori. Strootman, per esempio, si è allenato con noi soltanto ieri in questa settimana”.
Che idee ha per il mercato invernale?
“Io penso al Cagliari, al Torino, alla Juventus, al Sassuolo e a tutte le altre gare info al 6 gennaio. A me non piace parlare di mercato, io guardo solo la qualità dei giocatori che affronteremo. Ora è prematuro parlare di mercato, nella mia testa c’è il Cagliari. Non andiamo troppo oltre con gli obiettivi, cerchiamo di arrivare al 6 gennaio con una buona condizione fisica e psicologica. Poi valuterò anche i miei calciatori, chi è più o meno contento, sono tutti dettagli da prendere in considerazione. Oggi sono sereno di quello che stiamo facendo e non voglio pensare al futuro”.
Si parla di lei a livello internazionale: questo potrebbe crearle delle distrazioni?
“Non c’è rischio che mi possa distrarre anche perché io non ho ancora fatto niente. C’è ancora molto da fare. Chi si accontenta alla fine cade e non ottiene nulla, noi invece stiamo lavorando per non accontentarci mai e io devo essere il primo. Non pensiamo a chiacchiere e voci. Sono concentratissimo sulla Roma e sono contentissimo di allenare questo Club”.
Con Schick che rientra e Cengiz e Defrel che ancora non sono esplosi la Roma è forse la squadra con il più ampio margine di miglioramento in Serie A?
“I margini per migliorare dobbiamo averli per forza, il fatto di fare pochi gol rispetto alle grandi è un dettaglio che ci manca. Come detto, però, il fatto di non prenderne tanti è positivo e ne sono felice. Abbiamo dimostrato di avere le capacità e le potenzialità di poter far gol. Servono anche questi calciatori nominati nella domanda. Cengiz, per esempio, sta crescendo e da parte dei ragazzi vedo sempre tanta disponibilità a migliorare. Io conosco solo un modo per migliorare, però: il campo e il lavoro, passando dall’allenamento dove bisogna cercare con convinzione, cattiveria e determinazione il gol. Dire che serve cattiveria è facile, ma le cose vanno fatte: tutto va allenato”.
È arrivato il momento per far giocare Emerson da titolare?
“Emerson è migliorato tantissimo, gli manca ancora un pezzettino per tornare ai livelli di prima, ha bisogno di giocare dall’inizio e credo sia arrivato il suo momento. Non è detto che giochi titolare sabato ma mercoledì col Torino quasi sicuramente scenderà in campo dall’inizio”.
Ha la sensazione che questa squadra possa arrivare fino in fondo in tutte e tre le competizioni?
“Più che sensazione la mia è voglia. Pretendo che la squadra affronti tutte competizioni in un certo modo. Il fatto che spesso faccio cinque o sei cambi nella nostra formazione non intacca mai l’obiettivo che abbiamo: cercare la vittoria. Io pretendo che la mia squadra affronti Cagliari, Torino e Juentus pensando partita dopo partita. Dopo la sfida di domani si penserà a passare il turno di Coppa. Se vogliamo diventare più grandi dobbiamo ambire a proseguire fino in fondo in tutte le competizioni”.
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