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Gandini: “Siamo certi che l’UEFA arriverà all’utilizzo del VAR”


Sabato mattina, l’amministratore delegato Umberto Gandini è intervenuto ai microfoni di Radio Deejay. Ecco le sue dichiarazioni

Una settimana intensa, ma rispetto ad altri avete preso l’eliminazione signorilmente.

“L’abbiamo presa nel modo giusto, partecipiamo a una competizione sportiva nella quale l’aspetto economico è estremamente importante. Abbiamo fatto il nostro, da un lato ci siamo preoccupati di organizzare evento di grande spessore in cui tutto è andato per il meglio. L’incidente avvenuto fuori dalla Kop a Liverpool ha portato ulteriore pressione. Sappiamo anche che le visite di certe tifoserie in Italia hanno sempre portato delle problematiche. Qui c’è stata una bellissima risposta da parte delle autorità, da parte della città, dei tifosi, dei cittadini romani e anche da parte dei tifosi del Liverpool”.

Si è parlato molto dell’estendere l’utilizzo della VAR anche in Champions League.

“Il problema principale è la forza numerica degli arbitri che in questo momento sono in grado di applicare questa tecnologia. Alcuni paesi hanno intrapreso questa strada, l’Italia è stata una delle prime con delle sperimentazioni offline prima di applicarla al campionato. Altri paesi non hanno svolto nemmeno dei test. Questo comporta che il numero di arbitri disponibili per una competizione come la Champions non sia sufficiente”.

“Al momento c’è impreparazione ma questo non vuol dire che non ci sia possibilità di arrivare a un suo utilizzo, anzi sono certo che la UEFA ci arriverà, a prescindere da quanto accaduto nelle ultime settimane. È folle pensare che dopo il Mondiale con il VAR nel 2018, la UEFA possa avere un Europeo 2020 senza. Le sperimentazioni dovranno essere anche imposte a più paesi possibili fino ad arrivare al momento zero in cui il VAR sarà parte integrante delle competizioni sia di club sia di nazionali a livello europeo”.

L’idea del possibile arrivo del VAR ha influito un po’ sugli arbitraggi?

“Posso parlare di quelli che ho vissuto. Skomina era il primo a rendersi conto che avrebbe potuto evitare figuraccia se avesse avuto l’ausilio del VAR. I giudici di porta sono un po’ anacronistici ormai avendo perso la loro funzione principale con l’arrivo della tecnologia del gol no gol. Dipende sempre tutto dalla personalità degli arbitri centrali e di quelli di porta. Ci sono anche situazioni in cui gli arbitri di porta sono stati protagonisti di errori colossali come nel caso del rigore dell’Arsenal con il Milan o altre volte in cui non hanno possibilità di vedere come nel fallo di mano sul tiro di El Shaarawy in Roma-Liverpool o del mancato rigore su Dzeko all’andata col Barcellona”.

Questa Champions porterà alla Roma circa un centinaio di milioni: questo influirà positivamente sulle cessioni?

“Abbiamo sicuramente da tenere in linea i nostri conti. Siamo in una situazione di monitoraggio continuo da parte dell’UEFA. Questo tipo di percorso toglie pressione, essendo inoltre cresciuto il nostro fatturato anche con l’arrivo di Qatar Airways e altri partner commerciali. Aumentando ai ricavi c’è meno difficoltà nel centrare gli obiettivi. Ora forse c’è meno pressione ma il mercato è fisiologico, le cessioni dipendono anche dalle scelte tecniche, dalle scelte dei giocatori, dalle richieste del mercato e dalla possibilità di andare a fare dei percorsi professionali da altre parti. Oggi come oggi ci sono salari che le squadre italiane non possono permettersi, quindi se un giocatore di alto livello ricevesse proposte di quel tipo diventa difficile trattenerlo”.