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    Mourinho: "Mi sono piaciuti mentalità, risultato ed empatia"


    L'analisi dell'allenatore giallorosso dopo la vittoria in casa con il Trabzonspor, nel ritorno dei playoff di Conference League

    E tre! Terza vittoria di fila in gare ufficiali per la Roma. L’undici di Mourinho batte il Trabzonspor (3-0) anche nel ritorno dello spareggio di Conference League e conquista il pass per la fase a gironi.

    Queste sono le parole di Mourinho dopo il match con la squadra turca.

    Cosa le è piaciuto di più?

    “Mentalità, risultato e - una volta in più - empatia. Se anche in qualche periodo la squadra ha incontrato delle difficoltà, perché l’avversario è stato bravo, la gente ha capito che esiste uno spirito, che c’è un modo di pensare il gioco, e questo mi è piaciuto".

    "Peccato che una squadra come il Trabzonspor non possa giocare neanche in Conference League, perché è un club di Europa League. È una squadra di qualità. Se Rui Patricio a inizio ripresa non avesse fatto quella parata spaventosa, sarebbe stata una partita diversa".

    "Dobbiamo avere l’umiltà di capire che magari il risultato è il riflesso degli ultimi 15, 20 minuti e non di tutti i 90 minuti. Andare a casa con tre gol è troppo pesante per il Trabzonspor”.

    Si comincia a intravedere una reazione nella Roma.

    “È molto importante saper giocare quando sei in difficoltà. Farlo quando domini, è facile dal punto di vista emozionale. Quando sei in difficoltà, tu devi resistere. E devi avere un portiere che viene per questo: Rui Patricio non è venuto per visitare la bella città, ma per fare delle parate così".

    "Quella parata lascia la squadra nella situazione di resistere in un momento di difficoltà. Dopo, abbiamo questa qualità di uscire in contropiede, e lo abbiamo fatto, ma la realtà della partita è completamente diversa”.

    Che significato può avere questo gol di Zaniolo?

    “Gli ho chiesto se avesse bisogno ora di due giorni di vacanza e mi ha detto di no. Ovviamente, non giocherà domenica (è squalificato, ndr). Per me non sarebbe stato un problema dargli due giorni di vacanza. Mi ha detto no, no, non posso giocare ma voglio stare con la squadra. Anche questo per me significa qualcosa”.

    Come ha visto Abraham?

    “Dal punto di vista fisico, non è ancora al livello nostro, però tutti hanno capito le sue qualità e la sua mentalità. Nei suoi ultimi tre minuti in campo, nonostante qualche difficoltà, fa un colpo di testa difensivo fantastico, e dopo, con Karsdorp fuori posizione, ha finito un’azione come terzino destro".

    "Però Shomurodov è entrato e ha dato tanto alla squadra. Ed è un peccato che non abbia fatto potuto far giocare Borja Mayoral, perché in questo momento anche lui merita di giocare”.

    Dove comincia a vedere che stanno iniziando a crescere i suoi giocatori?

    “Anche io cresco con loro. E questo per me è molto importante. Loro crescono con me e io con loro. Perché io, per lavorare bene, ho bisogno di amare i miei giocatori. Se non ho quel feeling, sono un allenatore e un uomo diversi. E per questo li ringrazio molto: sono felice di crescere con loro”.

    Dove può crescere ancora la Roma?

    “Certo. In tante cose: dal punto di vista emozionale e mentale, si sente. Difensivamente, la squadra sta bene. Anche quando abbassiamo il blocco perché l’avversario domina, siamo bene organizzati. Dobbiamo migliorare un pressing più alto: in questo momento la squadra fa ancora un po’ di fatica, perché per natura non abbiamo giocatori ai quali piace pressare".

    "Per natura mentale, fisica e tattica, a loro piace di più aspettare e giocare con palla al piede. Io invece voglio una squadra che pressi di più, e che faccia più movimento quando recupera palla. Abbiamo tanti giocatori bravi con la palla al piede e io vorrei che lo fossero anche senza. E la gente deve capire che abbiamo vinto tre partite, non trenta. Dobbiamo restare tranquilli".

    "Una cosa è essere felici per la crescita e per questo feeling positivo nelle nostre qualità, ma dobbiamo avere la consapevolezza delle squadre del campionato italiano, con un potere diverso, con una esperienza diversa, con una rosa diversa. Se guardi la nostra panchina, c’è qualche posizione in cui facciamo un po’ di fatica per essere competitivi ad alto livello. Io ho 58 anni e 998 partite alle spalle, e non è l’entusiasmo della gente che mi fa dire quello che non devo dire. Stiamo bene, ma restiamo tranquilli”.

    Ha avuto “tre” Pellegrini, come chiedeva. Merito delle sue parole?

    “Sì. Deve firmare il rinnovo domani, dopodomani… Il Club è fantastico con lui e lui è fantastico con il Club. È una risorsa incredibile. Lui è felice, è qui da tanti anni. Sicuramente firmerà subito. Se invece va in Nazionale, firmerà al ritorno. E siamo tutti felici, perché è un giocatore importante per fare delle cose importanti. Arriverà presto”.