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100 anni fa nasceva Armando Tre Re, il capitano di una Roma prima in classifica


Armando Tre Re è stato il rappresentante di una Roma campione. Di una Roma prima. Uno dei quattro capitani che hanno guidato la squadra alla conquista di un campionato

Armando Tre Re è stato il rappresentante di una Roma campione, una Roma prima. Uno dei quattro capitani che hanno guidato la squadra alla conquista di un campionato.

Perché la Roma ha chiuso in testa in quattro campionati nella sua storia iniziata nel 1927. Di scudetti tre, di titoli nazionali appunto da celebrare con il tricolore sul petto, ma di tornei quattro. Perché nel 1951-52 arriva prima pure nella sua unica parentesi in Serie B. E il leader di quella rosa allenata da Giuseppe “Gipo” Viani porta il nome di Armando Tre Re da Firenze. 149 presenze e 6 gol tra il 1949 e il 1954.

Il 29 giugno 2021 avrebbe compiuto 100 anni. Per la figlia Betty, nata negli anni romani di Armando, lui è semplicemente “il mio adorato papà, che se ne è andato troppo presto all’età di 82 anni. Era una roccia, era la mia roccia. Successe tutto troppo velocemente quando se ne andò via. Ancora oggi mi fermo a pensarci, a pensarlo. La vita è questa, purtroppo”.

Non possono essere nitidi i ricordi legati alla Capitale, essendo Betty all’epoca troppo piccola, ma resta nella memoria della sua famiglia cosa hanno rappresentato Roma e la Roma per papà Armando.

“Si tratta senza dubbio della squadra a cui è rimasto più legato della sua carriera, dove aveva lasciato un bel ricordo nei tifosi, anche se non aveva un carattere facile. A Napoli, per esempio, per alcuni problemi di rapporti se ne andò tornando a Firenze con la famiglia in poche ore. Era fatto così. Uomo onesto, calciatore generoso. Con la Roma ci lavorò anche successivamente come osservatore per un periodo, andava a visionare calciatori”.

Però decise comunque di tornare a vivere nella sua Firenze: “Fu spinto a tornare a casa anche da mia mamma, da sua moglie, che preferì così per diversi motivi”.

A proposito di compleanni e ricorrenze, il 22 giugno 1952 si compie l’eredità più bella tramandata da Armando per la Roma. A una settimana dal suo trentunesimo compleanno, Tre Re scende sul campo di Verona con la fascia al braccio per accompagnare la Roma verso la rinascita, verso la Serie A, nella categoria che la Roma non avrebbe più abbandonato e che lasciò il 17 giugno 1951.

Perché nella storia della Roma c’è stato un 17 giugno diverso da quello che si sarebbe vissuto 50 anni dopo, nel 2001.

Verona, si diceva. Stadio Comunale. Serve non perdere, prima di ogni cosa. Basta un punto per riguadagnare il campionato di pertinenza. Il Brescia tampina i giallorossi e sorpassandoli, si dovrebbe ricorrere ad uno spareggio per tornare in Serie A. Non è facile. Non sarà facile. Il Verona è a metà classifica, non ha ambizioni particolari, se non quella di fare bella figura davanti il suo pubblico all’ultima giornata.

Dopo una battaglia autentica sul terreno di gioco, la Roma ottiene quel tanto necessario per la promozione e per il primato definitivo. La gara si conclude 0-0, ma la cronaca è tutt’altro che banale. “Il Messaggero” scrive: "Gli ultimi minuti di gioco sono stati uno spasimo, ma al fischio finale si è avuta in campo una vera esplosione”.

“Quel campionato fu un’enorme soddisfazione per papà, lo diceva spesso. Perché contribuì a riportare la Roma dove doveva stare”, dice ancora Betty. Capitan Tre Re, durante i festeggiamenti di quel giorno a Verona, si mette sulle spalle – insieme ad Amos Cardarelli – il presidente Renato Sacerdoti e poi rende il giusto tributo ai tifosi accorsi dalla Capitale, applaudendoli. Andando fino a sotto al settore.

Da capitano. Vero, autentico, naturale quale era Armando. “Fiorentino, sì, ma tanto innamorato di Roma e della Roma”.

"La Roma, la squadra a cui mio padre restò più legato"

- Betty Tre Re