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Pellegatti: "Dzeko è l'Ibrahimovic della Roma"


L'intervista al famoso telecronista rossonero Carlo Pellegatti prima di Milan-Roma

Carlo Pellegatti è il prototipo del giornalista tifoso. Milanese e milanista, 70 anni, Pellegatti è uno dei telecronisti più famosi in Italia. Per i rossoneri ha coniato soprannomi straordinari, come van Basten "Cigno di Utrecht" e "Smoking bianco" Kakà.

Ecco cosa pensa dell'undici di Pioli. E della Roma che lunedì sera lo affronterà a San Siro.

Questo Milan ha dei punti deboli?

"Il Milan oggi non è una squadra facile da battere, perché ha molta fiducia in se stessa, ha una grande autostima. E sotto il profilo tecnico, Pioli ha costruito un gruppo molto organizzato: Ibra è il punto di riferimento avanzato, ma Kjaer e Romagnoli lo sono per la parte arretrata. Mentre Bennacer e Kessie sono tra i più forti centrocampisti in Europa. Questo mix fa sì che il Milan abbia vinto 8 partite consecutive e che nelle ultime 10 gare abbia segnato sempre almeno due gol. Dunque, l'undici di Pioli è bravo in difesa e prolifico in attacco".

Può esistere oggi un Milan senza Ibrahimovic?

"Con tutto il rispetto per Dzeko, Ronaldo e Messi, di questo Ibrahimovic non può fare a meno nessuno. È un giocatore infinito. È un punto di riferimento non solo tecnico e tattico come dicevo prima, ma anche perché riesce a far salire il livello di tutti i compagni. Si sa gestire, sa di avere una precisa autonomia: è intelligente. È un fuoriclasse. Non mi sorprenderei se andasse avanti ancora qualche anno".

È un Milan da scudetto?

"Voglio rispondere come Pioli: sulla carta ci sono tre, quattro squadre più attrezzate del Milan, ma in campo non vanno i pronostici. Vedremo come reagirà la squadra alle prime bufere. Ma il fatto che non perda da 21 partite, significa che è un gruppo convinto, è un gruppo forte. Lo dicono i numeri. Dopo l'Inter, la Roma sarà un altro gran bel test".

Ecco, che Roma si aspetta di vedere lunedì?

"È ancora un filino altalenante, però è sempre la Roma: ha dei calciatori forti, ha una rosa attrezzata. E poi lì c'è Dzeko, l'Ibra della Roma. Mentre Ibrahimovic è il Dzeko del Milan. Sarà una bella sfida tra loro due".

Quale Milan del passato le ricorda questo Milan?

"Quello del 1998-99. Quando il Milan ha vinto il campionato negli ultimi 30 anni, è sempre stato superiore alle altre squadre. L'unica sorpresa risale a quella stagione, quando i rossoneri hanno vinto il testa a testa con la Lazio: il Milan non era certamente favorito per il titolo".

Pioli ha mai modificato il 4-2-3-1?

"Da quando è arrivato Ibra, no. Non parlo di variazioni a partita in corso, penso che siano sofismi tattici. La base è la coppia di centrocampo, ormai molto rodata, Bennacer-Kessie. Adesso è arrivato Tonali, ma bisogna avere pazienza, deve crescere. Nei tre dietro a Ibra ci sono invece una serie di elementi intercambiabili: contro il Celtic, abbiamo visto un po' a sorpresa Krunic centrale. Agli amici di Roma dico poi di stare attenti a questo Hauge. Mi pare molto forte. Potrebbe essere una grande rivelazione".

Ibrahimovic a parte, a quale calciatore rossonero dovrà prestare maggiore attenzione la Roma?

"Sarebbe stato Rebic (è infortunato, ndr). Se il Milan riesce a vincere anche senza, questo è un altro punto da sottolineare. Quindi, rispondo il gruppo. Anche nei momenti più difficili, questa squadra riesce a restare a galla. Rimane compatta. Aggrappata al risultato".

A parte l'Ibra giallorosso, ossia Dzeko, i tifosi del Milan quale giocatore vorrebbero togliere alla Roma?

"Pedro. Mi sembra un calciatore di grande qualità. Mi piace molto anche Mkhitaryan".

Qual è il suo pronostico per Milan-Roma?

"Non ne faccio. Il Milan è difficile da battere e la Roma vuol venire a prendersi il passaporto per la grandezza. I rossoneri dovranno bloccarla alla frontiera. Vedremo se le guardie del Milan ci riusciranno".