Ecco cosa ha detto il nostro allenatore.
Ha vinto la Fiorentina, ha vinto la Roma, ha vinto il Bologna: una bella serata per il calcio italiano.
"Sì, beh, ci voleva. Ne abbiamo bisogno. E non è mai facile vincere in trasferta su questi campi, in stadi bellissimi, storici, pieni di pubblico. È stata un’ottima gara".
Ci è piaciuto molto il coraggio che ha avuto nel ribaltare la squadra: cinque cambi, dando freschezza e dinamismo, con Pisilli ed El Aynaoui, con Rensch, e poi in avanti con El Shaarawy e soprattutto Ferguson.
"Sì, ci stavano tutti. È un momento della stagione in cui abbiamo bisogno di fare valutazioni importanti, e bisogna farle in partite che contano. E questa contava. Giocare in questi stadi non è mai facile, contro squadre che arrivano da risultati molto positivi. Le prestazioni di Pisilli, Ferguson e degli altri ragazzi danno fiducia a loro e allargano anche un po’ la rosa".
Un’ultima curiosità: su Ferguson ha usato il metodo “bastone e carota”?
"Ma no. Ferguson in partita ha fatto quello che recentemente ha fatto anche in allenamento. È un ragazzo giovane, serve un po’ di pazienza. Al di là dei gol - il secondo è stato bellissimo - conta la prestazione: intensità, spirito, corsa, e la capacità di non abbattersi e mettere in campo le sue qualità".
Non c’è il rischio che a gennaio dicano: "Abbiamo trovato la punta: Ferguson", e poi non la accontentino nel completare il gioiellino che sta costruendo?
"Magari fosse risolto. Però, come ho detto, sono ragazzi giovani che da un momento all’altro possono svoltare e dare continuità. Sarebbe meglio così. Del mercato di gennaio parleremo più avanti: adesso abbiamo ancora parecchie partite importanti da giocare".
In Europa tocca dominarla anche fisicamente. Lei ha detto: “Non siamo stanchi, magari siamo stanchi mentalmente”. Ma qual è la vera differenza con il nostro campionato?
"In Europa incontri squadre leader nei loro campionati. Sono partite più aperte, perché hanno fiducia e convinzione, attaccano con tanti uomini. È un calcio diverso dal nostro, dove spesso c’è meno spazio e meno possibilità di giocare. Di riflesso, però, trovi attaccanti micidiali. È un altro tipo di calcio: non direi che sia più facile, ma diverso sì".
Torno sul tema della condizione fisica. Con un calendario così fitto, il messaggio di oggi sembra positivo: avete imposto il ritmo fin da subito. State bene?
"A volte è troppo semplice parlare solo di condizione fisica. Dipende da tante cose. Non è solo correre: spesso la fatica è più nervosa che muscolare. A volte si sottovaluta l’avversario, altre volte - come domenica - trovi una squadra motivatissima.
Credo che i ragazzi siano ben preparati per giocare più partite a settimana: lo hanno dimostrato. Quello che non è sempre facile è mantenere al massimo convinzione e motivazioni. E spesso questo si confonde con la condizione fisica, ma non è solo quello".
Pensando a Roma-Como: ce la farete a trattenere El Aynaoui, che stasera ha fatto una grande partita?
"Lo sapremo probabilmente domani. Ce lo auguriamo, sia lui che Ndicka. Sarebbe importante, ma non dipende solo da noi. Dovremo comunque affrontare le prossime partite senza due elementi che si sono dimostrati molto importanti anche stasera. Però Pisilli è cresciuto, ha fatto bene, e sono molto contento per lui. Abbiamo risorse in squadra e cercheremo di sopperire al meglio, anche se sono due pezzi importanti".
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