Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Immagino che Ferguson torni tra i convocati. Qualche tempo fa disse: “Finalmente gli ho visto fare un allenamento giusto”. C’è stata un’evoluzione in questo senso?
“Sicuramente sì. Allenamento giusto inteso per un ragazzo giovanissimo, che viene da un altro paese e un po’ di adattamento lo deve sicuramente avere, riguarda le partite, gli allenamenti, ma anche la vita, essendo stato catapultato in un’altra dimensione, quindi ha avuto bisogno di un po’ di tempo per integrarsi anche con i compagni nuovi. Quando avevo detto così, l’ho messo titolare in partita ed è dovuto uscire dopo un minuto per questa distorsione alla caviglia, però in generale su questi ragazzi, di questa età, bisogna aspettare un attimo”.
Come lo ha visto in settimana?
“Lui ha recuperato da questo problema alla caviglia, ma non sta benissimo. Avverte ancora un po’ di dolore a calciare, a colpire la palla, questo un po’ lo limita. Ma ha grande volontà, grande voglia di fare, magari in partita questi piccoli acciacchi vengono superati”.
Questa squadra non è ancora al massimo del potenziale. Quanto manca per vedere la sua Roma ideale?
“È difficile dirlo. Sicuramente questa è una squadra che sta dando molto, i ragazzi sono nella condizione mentale e motivazionale buona, la strada tracciata è molto positiva, anche se non parlerei di impresa dopo undici giornate. La nostra sensazione è che la squadra sia cresciuta sul piano tecnico, questa è la base, poi ovviamente ci stiamo esprimendo a livelli molto alti, vista la posizione di classifica, ma penso che ci siano sempre i margini per migliorare. Non tanto sul piano atletico, visto che stiamo bene, ma sul piano tecnico, facciamo delle giocate – anche in allenamento – sicuramente migliori. Abbiamo una coralità di gioco superiore”.
Che margini ci sono?
“I margini ci sono sempre, i margini sono infiniti, ce li hanno le squadre top, ce li hanno tutti. Si lavora per quello”.
Come stanno i nazionali che sono tornati? E Angelino e Dybala a che punto sono?
“Angelino ha ricominciato a lavorare anche se in modo individuale. Sta facendo dei buoni allenamenti, su questa situazione dipendiamo un po’ dai medici. Dybala e Bailey stanno lavorando insieme, secondo me sono belli avanti, ma anche qui abbiamo bisogno del placet. I nazionali, invece, sono arrivati un giorno prima rispetto alle alte settimane. Si sono comportati bene, hanno giocato quasi tutti, da giovedì siamo al completo, ci siamo allenati bene giovedì e ieri, cerchiamo di ripartire da dove ci eravamo lasciati, anche se la ripresa è sempre un’incognita”.
Dobbiamo aspettarci un’evoluzione in fase offensiva, soprattutto in relazione alla media realizzativa?
“Come detto prima cerchiamo sempre di migliorarci. Nelle ultime settimane abbiamo avuto fuori Dovbyk, Ferguson, Dybala, Bailey, quando ti mancano tutti gli attaccanti – nello stesso reparto – qualche difficoltà la puoi avere, è normale. Ma abbiamo migliorato la capacità di creare occasioni da gol, di conseguenza abbiamo segnato qualche gol in più. Quando dico la fase offensiva è partecipata da tutta la squadra, l’esempio è l’assist di Mancini per Celik, andiamo alla ricerca di sfruttare le nostre caratteristiche per i giocatori che abbiamo in campo. Anche domani sarà così, cercheremo di sfruttare al meglio le qualità che abbiamo”.
Baldanzi che tipo di giocatore è nel suo calcio? E domani può esserci una possibilità in più in avanti per lui?
“Le caratteristiche le conoscete tutti benissimo. Nei casi di emergenza, quando è successo con l’Udinese, nel momento di difficoltà, se avessimo avuto tutti gli attaccanti non avremmo magari adottato quella soluzione con Baldanzi in avanti, ma in emergenza credo che lui abbia capacità a giocare in quel ruolo, poi gliene mancano altre magari. Ma è un calciatore duttile, che ha tecnica, che calcia bene, in certe situazioni vicino alla porta può diventare pericoloso. Poi non è propriamente il suo ruolo, chissà se lo diventerà, ha giocato sempre in altre posizioni, ma in questo momento è un giocatore efficace per noi. È stato molto bravo con l’Udinese. Lui e Ferguson si adattano in quel ruolo, lui per necessità, Ferguson per caratteristiche, comunque è un giocatore che messo in certe condizioni può fare bene. Negli allenamenti in queste settimane ha fatto molto bene”.
La Roma ha giocato bene anche senza un centravanti di ruolo. Nel suo calcio esiste questa possibilità o è solo un’emergenza? E poi su Pisilli volevo capire perché questo ragazzo ha avuto molte difficoltà a giocare in questo periodo?
“Nel calcio, come detto tante volte, si può giocare in tanti modi, l’importante è che sia efficace. Nella mia carriera ho avuto Milito, Zapata, Muriel, segnare più di 20 gol, mentre nell’anno in cui abbiamo fatto 98 gol in campionato siamo stati senza centravanti con Ilicic, Gomez e Pasalic dietro. E ci sta succedendo a noi in questo momento. Va tutto verificato sul campo, capire le caratteristiche, le soluzioni, la capacità di tiro. Poi ci sono momenti e momenti della partita, quando provi certe soluzioni perché ti fa comodo, credo che sia importante avere più soluzioni anche all’interno della stessa partita. Pisilli ha fatto un gol straordinario, in under 21 segna con continuità, è uno dei giovani più interessanti del nostro calcio, in questo momento ha davanti Kone, Cristante, El Aynaoui, ma gli devo sicuramente qualcosa. Ora entriamo in una fase di 16 partite consecutive, 7 subito, il periodo più duro sarà tra fine dicembre e fine gennaio quando ne avremo 9 da giocare, con di mezzo la qualificazione in Europa League, in Coppa Italia, oltre a partite complicate in campionato. È facile prevedere che ci sarà bisogno di tutta la rosa. Finora ho utilizzato un nucleo abbastanza allargato di giocatori che hanno affrontato più o meno tutti le stesse partite. Altri, tipo Pisilli, pur giocando, non hanno giocato tantissimo. Ma per lui, Ghilardi, Ziolkowski, arriverà il momento in cui sarà fondamentale avere il supporto della rosa perché arrivano anche i momenti in cui i giocatori si infortunano o che devono stare fuori. Qui se stai fuori due settimane perdi 5 partite, lì emergerà la capacità della rosa”.
Il fatto che la Roma abbia sempre perso dopo le due precedenti soste è stata solo una casualità? E le volevo chiedere se Hermoso sarà a disposizione.
“Non c’è niente di casuale, quando siamo andati in svantaggio abbiamo sempre perso tranne che a Firenze. Ma è anche vero che la cosa è sempre in evoluzione. Se vai incontro ad un episodio negativo, ma allo stesso modo hai modo di fare più gol, riesci ad affrontarlo. È un percorso di crescita anche questo. Hermoso si è fermato ieri, ha un fastidio, verrà valutato, ma per domani non ci sarà”.
È un po’ preoccupato per il mercato di gennaio? Potrebbe essere anche un’occasione visto che la Roma è in una buona posizione.
“Questa è la realtà, non possiamo fare niente per modificarla, non dobbiamo guardarla e andare avanti. A gennaio perderemo due giocatori importanti (Ndicka e El Aynaoui per la Coppa d’Africa, ndr), che sono stati un valore di questa squadra, ma era una cosa che si sapeva, non è che ci è cascata sulla testa all’improvviso. Dovremo rimediare in altro modo e lo faremo”.
Rensch è stato tra i protagonisti del derby, poi ha giocato meno. Può essere una soluzione per domani, vista anche l’assenza di Hermoso, e perché ha giocato così poco dal derby in poi?
“Ha giocato così poco perché Wesley e Celik sono stati straordinari, hanno avuto un rendimento strepitoso, sulle fasce siamo diventati forti, competitivi, abbiamo fatto delle partite di livello, per questo ha trovato meno spazio. Ma non toglie nulla a Rensch, che nel derby ha fatto un’ottima gara, arriveranno magari altri momenti. Più di undici per volta non riesco a metterne. Domani può essere un’alternativa mancando Hermoso, le alternative sono quelle di un difensore o di mettere un esterno e riportare Celik dietro. Le soluzioni sono lui, Tsimikas, Ghilardi, Ziolkowski. Tra questi uscirà la scelta per domani”.
Montella ha chiesto uno stop per il campionato a marzo in vista dei playoff del Mondiale. Lei cosa ne pensa?
“Questa non la risolviamo qua, è un problema Fifa, un problema mondiale. Possiamo constatare che il numero delle partite è aumentato in modo esponenziale, sia quelle dei club, sia quelle delle nazionali. E questo determina un numero di infortuni maggiore. Se prima giocavi 30 partite e ora 60… Sempre si parla della riorganizzazione dei campionati e dei calendari. Quanto al fermare i campionati a stagione in corso è una cosa che non mi piace, ma di dedicare un tempo alle nazionali, concentrarlo in quel periodo, forse sì”.
Ghilardi e Ziolkowski sono pronti per essere titolari della Roma?
“Sono ragazzi della rosa, sono tutti a disposizione. Sono stati scelti per la rosa, sono sicuramente pronti”.
Quando la posizione di classifica della Roma non sarà più frutto del caso? E lei crede nei miracoli?
“Di casuale non c’è nulla, ci può essere dopo pochissime partite. Ma dopo undici giornate significa qualcosina. E al termine del girone di andata è più veritiero perché hai incontrato tutte le squadre, però quello che conta è alla fine. Miracoli? I miracoli non li fa nessuno, l’ultimo che li faceva è finito male… Non bisogna far miracoli, ma lavorare. Quando dico che si è liberi di sognare, bisogna sognare. I sogni che si avverano sono rarissimi. Questo è un bel sogno ed è bello viverlo, poi – come detto – quelli che si avverano sono rarissimi, ed è anche presto perché abbiamo appena iniziato”.
A che punto è Tsimikas?
“Come gli altri che hanno giocato un po’ meno, ha avuto giocatori davanti che hanno fatto bene. Poi nel calcio le cose possono cambiare velocemente, guardate Celik, Hermoso, Pellegrini. Ci sono dei momenti che se li sai sfruttare, basta poco per cambiare”.